MOLFETTA. La voce di un marittimo molfettese indignato contro le istituzioni

Savina_Calyn

Molfetta - Abbiamo ricevuto e vi pubblichiamo di seguito una e-mail da un nostro lettore che prendendo spunto dall'articolo pubblicato da noi questa mattina circa l'iniziativa "Liberate Francesco!" della sede molfettese di Emergency, ci invita a riflettere sui cinque connazionali che dall'8 febbraio sono ostaggi dei pirati:
"Spett.le Redazione de "il Fatto",
dopo aver letto il vostro articolo "Anche Molfetta chiede di liberare Francesco" con affissione di una gigantografia sul palazzo Giovene, sono rimasto indignato, non dall'articolo e dalla ottima iniziativa di Emergency, ma dalle istituzioni italiane che continuano ad ignorare che dall'8 febbraio 2011 la M/C Savina Calyn è in mano ai pirati.

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Molfetta – Abbiamo ricevuto e vi pubblichiamo di seguito una e-mail da un nostro lettore che prendendo spunto dall’articolo pubblicato da noi questa mattina circa l’iniziativa “Liberate Francesco!” della sede molfettese di Emergency, ci invita a riflettere sui cinque connazionali che dall’8 febbraio sono ostaggi dei pirati:
“Spett.le Redazione de “il Fatto”,
dopo aver letto il vostro articolo “Anche Molfetta chiede di liberare Francesco” con affissione di una gigantografia sul palazzo Giovene, sono rimasto indignato, non dall’articolo e dalla ottima iniziativa di Emergency, ma dalle istituzioni italiane che continuano ad ignorare che dall’8 febbraio 2011 la M/C Savina Calyn è in mano ai pirati.

Sulla nave ci sono 5 nostri connazionali allo stremo delle forze: Giuseppe Lubrano Lavadera, Comandante; Eugenio Bon, Primo Ufficiale di coperta; Antonio Varecchia, Direttore di macchina; Crescenzo Guardascione, Terzo Ufficiale di coperta e Gian Maria Cesaro, Allievo di coperta.

Non una notizia viene data dai media, nessuna iniziativa è stata presa dal Consiglio Comunale molfettese, sempre vicino ai problemi dei marittimi, buio completo anche da parte dell’Armatore e del Governo italiano.

Penso sia anche ora di muoversi un pochettino.

Cordiali saluti,
Un marittimo indignato non più orgoglioso di issare il tricolore.”


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