MOLFETTA. Treni soppressi che penalizzano i “viaggi della speranza”: la denuncia di un lettore

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Molfetta - Riceviamo e pubblichiamo la seguente e-mail scritta da un nostro lettore, Michele, a nome delle decine di cardiotrapiantati molfettesi:
"È di questi giorni la notizia che l’azienda Trenitalia ha soppresso i collegamenti fra la nostra regione, la Puglia, ed il resto del “mondo” sulla dorsale Adriatica. Un simile atteggiamento oltre a penalizzare la nostra regione da un punto di vista turistico, culturale ed industriale, penalizza in modo molto pesante tutti coloro (e sono decine in tutta la Puglia) che - come me - da diversi anni hanno intrapreso verso le zone di Udine, Padova e zone viciniori "viaggi della speranza" per poter continuare a vivere.

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Molfetta – Riceviamo e pubblichiamo la seguente e-mail scritta da un nostro lettore, Michele, a nome delle decine di cardiotrapiantati molfettesi:
“È di questi giorni la notizia che l’azienda Trenitalia ha soppresso i collegamenti fra la nostra regione, la Puglia, ed il resto del “mondo” sulla dorsale Adriatica. Un simile atteggiamento oltre a penalizzare la nostra regione da un punto di vista turistico, culturale ed industriale, penalizza in modo molto pesante tutti coloro (e sono decine in tutta la Puglia) che – come me – da diversi anni hanno intrapreso verso le zone di Udine, Padova e zone viciniori “viaggi della speranza” per poter continuare a vivere.

Infatti i viaggi intrapresi fino ad oggi per essere sottoposti ad un trapianto cardiaco, di rene o di altri organi non sono stati motivati da scelte “capotiche” o di ricerca del meglio, caro direttore, perché quando si giunge  al culmine, se da noi ci fossero stati centri funzionanti e attrezzati, non ci si sarebbe rivolti altrove.

Ma torniamo al vero grosso problema: finora sulla tratta Lecce-Padova-Mestre-Udine-Trieste un paziente, sottoposto ad un intervento di trapianto, poteva raggiungere il proprio centro di riferimento, viaggiando di notte in cuccetta o vagone letto risparmiando tanto in termini di tempo, denaro e stanchezza (quest’ultima molto importante per una buona conservazione dell’organo trapiantato), per effettuare i periodici follow-up.

Da un po’ di tempo, invece l’azienda Trenitalia, gradualmente ha soppresso i vari tipi di cuccette, vagoni letto – di varia classe – fino a giungere a sopprimere totalmente i collegamenti sulla suddetta tratta con la complicità di chi (?) senza nascondersi dietro situazioni economiche pseudo-negative avrebbe dovuto tener conto essenzialmente anche di tante altre necessità connesse ai problemi di coloro i quali giornalmente vivono sulla propria pelle i disagi di una vita “comunque riconquistata” grazie alla bontà Divina ed a tanti bravi professionisti (anche pugliesi che operano alNord.

Ebbene, questo mio scritto, redatto anche a nome delle diverse decine di trapiantati che puntualmente affollavano il famoso treno Lecce-Padova-Mestre-Trieste (Tergeste) vuole essere una protesta accorata perché le autorità regionali e locali facciano sentire con determinazione la propria voce e l’indignazione non solo della classe politica, ma essenzialmente dell’utenza che fruiva di un tale servizio.

Faccio presente che oggi per raggiungere Padova, Mestre, Udine e Trieste noi pugliesi siamo costretti innanzitutto ad utilizzare il mezzo aereo che il più delle volte non ha orari predeterminati e comodi, costringendo chi già è in condizioni delicate a svariati cambi lungo il percorso, e in chiusura – vorrei sottolineare la “barzelletta” che si legge sul retro dei biglietti ferroviari: complimenti, con la scelta del treno hai contribuito a risparmiare al pianeta emissioni di Co2 (con buona pace di tutti gli impegni ecologici che riempiono la bocca dei nostri politici).”


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