MOLFETTA. Legambiente sul nuovo porto: “Un ecomostro incompiuto destinato ai nostri figli”

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Molfetta - Era settembre del 2006 quando la allora Giunta Comunale approvò il progetto definitivo del Nuovo Porto Commerciale di Molfetta: spesa complessiva 69 meuro e completamento previsto in aprile del 2015, poi rivisto nel 2008 nell’importo che si incrementò a 72 meuro.

 

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Molfetta – Era settembre del 2006 quando la allora Giunta Comunale approvò il progetto definitivo del Nuovo Porto Commerciale di Molfetta: spesa complessiva 69 meuro e completamento previsto in aprile del 2015, poi rivisto nel 2008 nell’importo che si incrementò a 72 meuro.

 

 

Ricordiamo che questa opera è seconda nell’Adriatico, come importi spesi e complessità progettuale, al “Mose” di Venezia ovvero ad un’altra realizzazione di dubbia efficacia nella protezione della laguna veneta dalle alte maree.

Errori e distrazioni progettuali hanno consentito che nascesse un gigantesco Ecomostro di cui oggi, anche alla luce della richiesta Regionale di revoca della delega delle competenze fatta nei confronti della amministrazione Comunale, i cittadini molfettesi avvertono la pericolosità del suo probabile abbandono e mancato completamento.

“Oltre alle motivazioni che la Regione porta alla richiesta di revoca delle competenze del Comune sul nascente Porto, noi di Legambiente” afferma Cosimo R. Sallustio presidente del circolo Legambiente di Molfetta “vogliamo ricordare, così come da noi più volte denunciato, le colpevoli omissioni progettuali in materia ambientale e le responsabilità di chi al Comune doveva controllare che questa realizzazione non provocasse danni alle risorse marine ed alla pesca”.

In breve riassumiamo le tre principali “distrazioni” progettuali:

La sottovalutazione dell’enorme giacimento di ordigni bellici depositati in fondo al Porto; tutti sapevano e istituti come l’ISPRA avevano quantificato in 6-7mila le varie tipologie di bombe presenti nel fondo del Porto (vedi su You tube la puntata di Linea Blu della RAI del 20 agosto 2011)

I tecnici progettisti non avevano previsto i nuovi e pericolosi “moti ondosi” che questa opera avrebbe creato durante le mareggiate

Nelle carte progettuali le aree dove si era sviluppata l’utilissima alga Poseidonia erano segante lontano dall’area portuale

A causa di queste “distrazioni”, già causa di enormi danni ambientali ed economici alla città, in questi anni ci sono stati:

La bonifica di circa mille ordigni bellici (sui 6-7 mila presenti nel fondo) che ci ha fatto pagare un pesante risarcimento di circa 8 milioni di euro alla ditta Cmc&C per il blocco dei lavori a cui è andata incontro a seguito del protrarsi delle operazioni di bonifica; una multa che potremo pagare nuovamente in quanto le bombe presenti sui fondali sono ancora tantissime;

I nuovi “moti ondosi” che si creano in presenza di forti mareggiate costringono i pescherecci ad ormeggiare in rada per evitare che si ripetano danni ai natanti e sono stati e saranno causa di enormi danni alle imbarcazioni da turismo attraccate sul molo Pennello oltre che agli stessi pontili;

Nel 2011 la procura di Trani avvia una indagine per verificare che ci possa essere un nesso tra la distruzione di enormi tratti della utilissima alga Poseidonia e la proliferazione anomala nei periodi estivi dell’alga tossica Ostreopsis

A questa Amministrazione Comunale, quindi, anche la responsabilità dell’enorme danno ambientale che questa opera ha creato al nostro fronte mare; milioni di metri cubi di pietre e cemento hanno invaso, e per sempre, il mare e per sempre hanno danneggiato il nostro paesaggio oltre ad aver fatto più danni economici di quanti ne dovevano arrivare dalla realizzazione del Nuovo Porto. Ai nostri figli stiamo consegnando solo un enorme ecomostro, privo di un futuro certo e già oggi destinato solo a morte certa.

Legambiente chiede che, a questo punto, chiunque sarà la amministrazione deputata al completamento dell’opera:

valuti le soluzioni da intraprendere per ripristinare la funzionalità dell’opera con i fondi rimasti a disposizione e nelle condizioni attuali

completi, con urgenza e nel rispetto delle migliori tecniche disponibili, le attività di bonifica dei fondali dagli ordigni bellici inesplosi e che nel corso di tali attività dovranno essere condotte le necessarie attività di monitoraggio ambientale e di informazione alla cittadinanza su quanto avviene;

rifaccia la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale su quel che resta da realizzare del progetto originario e si tenga conto degli effetti ambientali delle varianti necessarie

Intanto crediamo che sia giunto il momento che Procura e Corte dei Conti facciano luce su questa enorme truffa a danno delle casse dello Stato e del futuro di questa città.

 

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