MOLFETTA. Ciao Nico

nico mastropasqua

Molfetta - Ore 21 e 10. Mi arriva una mail: “Non riesco a scrivere niente su Nico sul mio giornale!!! Sono bloccato!! Tutto troppo personale!!! :-(((”. Il mittente è Giulio Cosentino, direttore de “Il Fatto” e uno dei miei migliori amici. Nico non era proprio un mio amico, nel senso che non sono cresciuto con lui, perché di un'altra generazione e ho avuto l'onore di conoscerlo solo in tarda età e con lui ho legato subito. Nico era un gigante, a qualcuno faceva anche paura per la sua grande stazza. Ma se avevi la possibilità di conoscerlo, capivi subito il perchè tutti lo chiamavano “il gigante buono”. Perchè Nico era davvero una persona buona, onesta e sincera. E questo glielo leggevi negli occhi. Una persona che con le sue mani enormi, ti regalava carezze cariche di una dolcezza profonda e una parola sempre buona e bella. Una persona che ti faceva sentire sicuro e protetto. Un poliziotto buono, e dopo la barbaria della scuola Diaz l'Italia dovrebbe portarlo come esempio.

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Molfetta – Ore 21 e 10. Mi arriva una mail: “Non riesco a scrivere niente su Nico sul mio giornale!!! Sono bloccato!! Tutto troppo personale!!! :-(((”. Il mittente è Giulio Cosentino, direttore de “Il Fatto” e uno dei miei migliori amici. Nico non era proprio un mio amico, nel senso che non sono cresciuto con lui, perché di un’altra generazione e ho avuto l’onore di conoscerlo solo in tarda età e con lui ho legato subito. Nico era un gigante, a qualcuno faceva anche paura per la sua grande stazza. Ma se avevi la possibilità di conoscerlo, capivi subito il perchè tutti lo chiamavano “il gigante buono”. Perchè Nico era davvero una persona buona, onesta e sincera. E questo glielo leggevi negli occhi. Una persona che con le sue mani enormi, ti regalava carezze cariche di una dolcezza profonda e una parola sempre buona e bella. Una persona che ti faceva sentire sicuro e protetto. Un poliziotto buono, e dopo la barbaria della scuola Diaz l’Italia dovrebbe portarlo come esempio.

Nico non applicava la legge pedissequamente, da automa, ma la interpretava e aiutava davvero le persone come dovrebbe fare lo Stato, sempre alla ricerca di una chimera come la giustizia, che spesso si perde in politica e interessi personali.

Nico era il poliziotto che speravi ti beccasse, consapevole che lui era in grado di capire. Perché Nico aveva una morale più alta, un senso di giustizia maturo ed era un amico sincero, non ti nascondeva nulla.

Oggi ho pianto pensando alla cattiveria della vita, che falcia senza meritocrazia, lasciando fare tutto al dominio del caos.

Le persone buone dovrebbero avere un destino differente, ma questa è purtroppo una speranza vana.

La mia unica speranza è che adesso abbia trovato un nuovo impiego in paradiso: il poliziotto addetto a controllare i documenti per entrare nel regno dei cieli. Magari riuscirà a fare ancora del bene, ammettendo qualche povera anima, chiudendo un occhio.

Ciao Nico, grazie di tutto.
Sergio

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