MolFest, LE PAROLE D’ELOGIO E I RINGRAZIAMENTI DEL SINDACO MINERVINI SULLA 1°EDIZIONE DEL FESTIVAL
Molfetta. Il Sindaco Tommaso Minervini:« Un evento all’insegna dell’inclusione che ha superato ogni aspettativa»
Molfetta - A trentacinque anni generalmente un pallavolista inizia a fare i primi bilanci della carriera o comunque a ricordarsi le belle soddisfazioni prese in tanti anni di carriera. Non ditelo però a giovanotti come Alessandro Giosa, che di smettere di giocare non ne vuol sentire nemmeno parlare: "Svolgere un lavoro che ti soddisfa e ti diverte nello stesso tempo, al giorno d'oggi non è cosa da tutti; io ho questa fortuna facendo tutto ciò con passione e professionalità. Finchè potrò continuerò a farlo".
Molfetta – A trentacinque anni generalmente un pallavolista inizia a fare i primi bilanci della carriera o comunque a ricordarsi le belle soddisfazioni prese in tanti anni di carriera. Non ditelo però a giovanotti come Alessandro Giosa, che di smettere di giocare non ne vuol sentire nemmeno parlare: “Svolgere un lavoro che ti soddisfa e ti diverte nello stesso tempo, al giorno d’oggi non è cosa da tutti; io ho questa fortuna facendo tutto ciò con passione e professionalità. Finchè potrò continuerò a farlo”.
E a noi questo sta più che bene!
Nella stagione scorsa Ale ha militato nelle fila del super Castellana Grotte conquistando la Coppa Italia nella finale di Andria, prima, e la promozione in A1 ai playoff battendo proprio la sua attuale squadra, poi.
I primi passi nel mondo della pallavolo li svolge nella sua terra natia, quella tarantina bagnata dal Mar Ionio, e soprattutto a Gioia del Colle che rappresenta la prima vera tappa importante della sua carriera. Appassionato di pesca, Ale inizia il suo tour per i palazzetti della A1 e dell’A2, mai allontanandosi molto da casa. Sarà che dichiara di essere un tipo molto legato alla terra d’origine e alla sua famiglia. Tant’è che per lui la Serie A1 arriva una volta a Gioia del Colle, tre volte a Taranto (con due vittorie del campionato nel 2000 e nel 2006) ed una a Latina, nell’Icom del 2003-2004. Di lì in poi la A2 si consolida sempre di più con le esperienze di Modugno, Taviano, Isernia e Castellana dell’anno scorso.
Di esperienza Giosa ne ha da vendere, e di questo sicuramente i suoi colleghi di reparto quest’anno ne beneficeranno: “Sono dei giovani sicuramente interessanti e di sicure doti e potenzialità”. La ricetta per andare avanti e magari provare a fare il salto di qualità, secondo Ale è molto semplice: “Per ottenere risultati si deve lavorare molto e seriamente con professionalità; tuttavia essendo uno sport ci si deve in primis divertire, catturando l’attenzione di chi guarda cercando di trasmettere loro il nostro stesso entusiasmo”. E di entusiasmo il pubblico biancorosso ne ha sin troppo, e fino ad ora costituisce un leitmotive per tutti i nuovi acquisti biancorossi. “Possiamo fare a Molfetta quanto di bello avvenuto a Castellana l’anno scorso… nulla è impossibile!”
Passando al campo il centralone ‘vecchia scuola’ di 198 cm è tecnicamente preparato a fare tutto: “Sicuramente riesco meglio nel ruolo di centrale, del resto lo sono sempre stato; la ‘sette’ è il mio colpo preferito come la battuta “salto float”.
E di colpi Molfetta ne ha visti tanti e ne ha fatti tanti. Il roster a disposizione di Juan Manuel Cichello prende sempre più consistenza in attesa degli ultimi botti di mercato. Il mortaio si va riempiendo sempre di più.
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