MOLFETTA. Presentato il libro “Il Regno di Op” di Paola Natalicchio

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Molfetta - Una Fabbrica di San Domenico gremita, si è voluta stringere attorno alla giornalista molfettese Paola Natalicchio e far sentire il calore della sua terra e degli affetti in occasione della presentazione del libro “Il regno di Op”, appuntamento questo, forse più impegnativo di altri per la scrittrice dal punto di vista emozionale, proprio perché alla presenza di tanti volti noti, che continuano a seguire con apprensione le vicende del piccolo Angelo. La serata, promossa in collaborazione con la Consulta Femminile e la FIDAPA, è stata introdotta da Elvira Zaccagnino, presidente del La Meridiana che ha spiegato il senso del libro: raccontare un mondo parallelo “il regno di Op” che coinvolge ogni anno 1500 famiglie italiane con bambini malati oncologici. Paola Natalicchio non ha inventato questo regno, ma si è trovata in una sera di maggio catapultata in questa nuova realtà che ha stravolto la sua vita e quella dei suoi cari, cambiando ritmi di vita, ribaltando priorità, capovolgendo prospettive.

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Molfetta – Una Fabbrica di San Domenico gremita, si è voluta stringere attorno alla giornalista molfettese Paola Natalicchio e far sentire il calore della sua terra e degli affetti in occasione della presentazione del libro “Il regno di Op”, appuntamento questo, forse più impegnativo di altri per la scrittrice dal punto di vista emozionale, proprio perché alla presenza di tanti volti noti, che continuano a seguire con apprensione le vicende del piccolo Angelo. La serata, promossa in collaborazione con la Consulta Femminile e la FIDAPA, è stata introdotta da Elvira Zaccagnino, presidente del La Meridiana che ha spiegato il senso del libro: raccontare un mondo parallelo “il regno di Op” che coinvolge ogni anno 1500 famiglie italiane con bambini malati oncologici. Paola Natalicchio non ha inventato questo regno, ma si è trovata in una sera di maggio catapultata in questa nuova realtà che ha stravolto la sua vita e quella dei suoi cari, cambiando ritmi di vita, ribaltando priorità, capovolgendo prospettive.

Il libro, che racconta i mille volti della malattia pediatrica oncologica, lancia un messaggio positivo:invita alla resistenza e alla speranza di farcela, dando voce a pazienti, famiglie e operatori sanitari che ogni giorno combattono il drago, per superare i sentimenti di vergogna e rassegnazione che ogni malattia porta con sé. Per tutta la serata la giornalista ha esaltato la buona sanità pubblica, la preparazione del personale medico che ha curato suo figlio,la prontezza delle cure che hanno permesso di intervenire subito, ma nello stesso tempo ha denunciato la mancanza di strutture per ospitare i genitori dei piccoli malati oncologici, le spese a cui si va incontro, la perdita del lavoro per i dipendenti precari, la difficoltà ad organizzarsi, i lunghi viaggi della speranza.

Paola Natalicchio grazie al blog creato durante la malattia del suo bambino, ha fatto rete con altre persone che avevano lo stesso problema facendosi forza a vicenda e superando il tabù delle parole vergogna e dolore, che in un primo momento inevitabilmente ti bloccano. Questo infatti, ha affermato la stessa scrittrice, vuole essere un libro di servizio a disposizione di chi, suo malgrado è stato catapultato nel “regno di Op”creando un ponte di comunicazione fra due universi paralleli. Ad intervistare la giornalista molfettese la collega dell’Unità Daniela Amenta, giunta per l’occasione da Roma, che ha esaltato le qualità professionali della scrittrice mettendo in luce il suo modo di scrivere diretto e di denuncia. Paola Natalicchio ha più volte ringraziato il marito marco per il supporto datole durante la malattia del piccolo angelo, certe situazioni infatti mettono a dura prova la coesione familiare. Il libro, che cerca di superare la linea del tabù, della paura di fare paura viene letto in tantissimi ospedali italiani perché è importante fare comunità. Molte case editrici, anche molto note le avevano offerto di pubblicarlo, ma lei ha preferito scegliere la Meridiana, a cui è legata da un vincolo di amicizia e perché avrebbe veicolato meglio il suo messaggio. “Il Regno di Op” non vuole infatti raccontare il privato, ma mettere a disposizione la sua esperienza, non sprecare il dolore, ma condividerlo e superarlo. E’ infatti giusto che l’ infanzia sia preservata , ma ci sono tante infanzie spesso cariche di dolore. Quando i medici diagnosticano una malattia rara significa essere lasciati soli anche dalle istituzioni e dalla politica. Ogni presentazione del libro è legata ad una lodevole iniziativa: per Molfetta è stata attivata una raccolta di firme denominata “Consultoriamoci” ([email protected]) per creare presso il locale consultorio ubicato presso l’Apicella, un percorso di screening neonatale, distaccando alcuni operatori sanitari dall’ ospedale di Molfetta per alcune ore, in modo tale da intervenire tempestivamente su eventuali malattie, cosa che è stata vitale per il piccolo Angelo. Inoltre insieme alla Consulta Femminile, così come riferito dalla sua presidente, si cercherà di sensibilizzare la popolazione alla donazione del cordone ombelicale, gesto questo che può salvare tante vite umane. Paola Natalicchio ha raccontato la sua odissea: dalle visite al consultorio romano alle chiacchiere con le future mamme, fino al momento in cui, proprio lì si accorsero che il bambino non cresceva e, quindi c’era qualcosa che non andava e nel giro di poche ore, si ritrovarono al Policlinico Gemelli, sede del regno di Op. Nell’occasione della presentazione, la giornalista ha denunciato i tagli alla sanità, le tredicesime non pagate a medici e infermieri, la difficoltà delle visite all’INPS, con il bambino gravemente malato, le carenze di strutture alloggiative, la mancanza di infermieri che facciano assistenza domiciliare oncologica pediatrica per alleviare le sofferenze ai più piccoli facendoli rimanere le loro ambiente. Ci vogliono da parte delle istituzioni politiche a sostegno delle famiglie, ha ribadito il marito Marco; la malattia fa parte della vita di tutti. Paola ha vissuto e affrontato da vicino la morte di tanti piccoli pazienti, ma non si è lasciata abbattere, il libro spinge alla speranza e insegna che anche dal Regno di Op dopo l’uragano si può tornare a casa, così come è accaduto al piccolo Angelo, che comunque dovrà sottoporsi ancora a cure ed esami dopo che da qualche mese ha terminato la chemioterapia. La serata è stata resa ancora più toccante, intensa e coinvolgente grazie alla lettura di alcuni capitoli del libro da parte di Francesco Tammacco, ringraziato dalla famiglia Natalicchio per la partecipazione e la compenetrazione con cui aveva reso vive le parole della scrittrice, una grande mamma, donna e professionista che in questa difficile situazione ha unito più ruoli dando il meglio di sé e sfoderando tanta grinta unità ad umanità non comune.

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