MolFest, LE PAROLE D’ELOGIO E I RINGRAZIAMENTI DEL SINDACO MINERVINI SULLA 1°EDIZIONE DEL FESTIVAL
Molfetta. Il Sindaco Tommaso Minervini:« Un evento all’insegna dell’inclusione che ha superato ogni aspettativa»
Molfetta - Un elettrizzante fuori programma ha movimentato, e non poco, il penultimo appuntamento della rassegna jazz “Notte di Stelle”, giunta alla ventiquattresima edizione, in corso a Molfetta presso l’anfiteatro di Ponente. Un vero è proprio nubifragio si è abbattuto sul numerosissimo pubblico, giunto anche da fuori città per applaudire due stelle del jazz internazionale: Stefano Bollani e Hamilton De Holanda. Subito dopo i primi goccioloni, la gente invece di andare via, si è tutta rifugiata, fra il fuggi fuggi generale, sotto la parte coperta del anfiteatro dove c’erano strumenti e artisti che, imperterriti, attorniati e osannati da tutti gli spettatori, hanno continuato a suonare come se niente fosse, incitati e acclamati come star.
Molfetta – Un elettrizzante fuori programma ha movimentato, e non poco, il penultimo appuntamento della rassegna jazz “Notte di Stelle”, giunta alla ventiquattresima edizione, in corso a Molfetta presso l’anfiteatro di Ponente. Un vero è proprio nubifragio si è abbattuto sul numerosissimo pubblico, giunto anche da fuori città per applaudire due stelle del jazz internazionale: Stefano Bollani e Hamilton De Holanda. Subito dopo i primi goccioloni, la gente invece di andare via, si è tutta rifugiata, fra il fuggi fuggi generale, sotto la parte coperta del anfiteatro dove c’erano strumenti e artisti che, imperterriti, attorniati e osannati da tutti gli spettatori, hanno continuato a suonare come se niente fosse, incitati e acclamati come star.
Sono quindi stati circondati dalla gente che ha apprezzato e preso il lato positivo della situazione: poter quasi abbracciare fisicamente i loro idoli e loro sono stati al gioco, scherzando con il pubblico, così come avevano fatto ad inizio concerto quando si erano presentati con una finta telefonata della mamma di Bollani. Il pianista, ancora una volta, oltre a mettere in mostra le sue indiscusse qualità di artista, ha colpito tutti per il suo modo di interagire con il pubblico e di presentare in maniera informale il programma della serata. Il pianista Bollani e il “bandolimista” De Holanda hanno rinnovato l’affascinante incontro tra Italia e Brasile. Il bandolim è il mandolino brasiliano, uno strumento dal tono aperto e luminoso, nobile congegno musicale che normalmente è uno dei protagonisti del “choro”, musica virtuosistica nata nel XIX secolo che poi dà origine al samba e alla bossanova. Come i precedenti appuntamenti, la serata è stata presentata da Luisa Moscato che ha fatto gli onori di casa e introdotto il critico musicale Ugo Sbisà che ha tratteggiato i tratti salienti degli artisti i quali, appena una settimana fa hanno aperto “Umbria Jazz”, la più importante rassegna del genere in Italia.
Il pianista, dopo aver realizzato il disco “Bollani Carioca”, incontra nuovamente De Holanda, che non esita a portare il suo strumento in territori vicini al jazz e alla musica improvvisata e aperta a molte influenze.
Di lui dicono i critici: “Il carisma, la forza comunicativa, il tocco impeccabile, pieno di sofisticata creatività, fanno di Hamilton uno dei musicisti di più grande rilievo della nuova generazione di interpreti e compositori della musica contemporanea brasiliana”.
De Holanda ha saputo costruire la sua personalità a partire da elementi presi dal suo ambiente naturale, da numerosi incontri interculturali e da un percorso ricco di esperienze importanti. Hamilton si ispira tanto al repertorio classico quanto a quello jazz o a della musica popolare brasiliana, sviluppando una sorta di polifonia completa e una espressività sonora e percussiva. La sua carica inventiva è inesauribile e il suono potente e preciso.
Di lui dicono che sia uno dei più grandi strumentisti del mondo. Stefano Bollani ha incantato e stupito, proponendo la rielaborazione di alcuni famosi pezzi del repertorio brasiliano di artisti viventi e non, ed eseguendo alcune sue composizioni quali: “Il Barbone di Siviglia”, “Il Bolero di Pietra”, ma anche grandi classici come “Guarda che luna”. Ha poi scherzato sulla Spagna, sull’esito degli Europei, sul nome dato alle sue interpretazioni, insomma ha dialogato con le persone che, ammaliate lo stavano ad ascoltare ma, nel momento in cui ha appoggiato le dita sul pianoforte, la teatralità ha lasciato spazio a una tecnica straordinaria e a un lirismo emozionante, che gli sono valsi il soprannome di “piccola orchestra Bollani”, a sottolineare la sua capacità, con il suo pianoforte di moltiplicare le note, come se suonasse più strumenti.
Stasera “Notte di Stelle“ chiude in bellezza, tempo permettendo, con “Musigalà d’Estate” che vedrà la magica esibizione di un mito del jazz: Al Jarreau e il suo gruppo. Anche Jarreau, come tanti altri artisti d’oltre oceano, affonda la sue radici nella migliore tradizione della musica afroamericana. Con lui suoneranno Joe Turano (sassofono e tastiere), John Calderon (chitarra), Mark Simmons (batteria), Chris Walzer (basso) e Larry Williams (tastiere).
foto: Antonio d’Agostino
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