MOLFETTA. Rino Lanza (FLI) commenta la crisi delle aziende a Molfetta e nella provincia di Bari

crisi finanziaria

Molfetta - Riceviamo e pubblichiamo:
2933 attività cessate nel corso del 2011, 663 delle quali solo nella città di Bari dove nel primo trimestre del 2012 sono state cessate già 252 attività. Sono numeri allarmanti quelli che emergono dai dati della Camera di Commercio di Bari. Numeri che esprimono con forza il momento di crisi che il Paese sta attraversando. I negozi chiudono, le attività cessano ad un passo dal fallimento, i locali rimangono desolatamente sfitti ed invenduti. Nessuno compra e l’economia è inchiodata. Non è solo la crisi globale la causa principale, altri fattori determinanti sono da ascrivere a il soffocamento del sistema fiscale e la morsa a tenaglia di Equitalia A sentir loro, si sopravvive solo grazie alla clientela affezionata. C’è chi poi, non trovando impiego migliore, percorre la strada dell’abusivismo per portare qualche soldo a casa. Per molti invece è la scure delle tasse che porta alla decisione di chiudere anche dopo decenni di attività.

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Molfetta – Riceviamo e pubblichiamo:
2933 attività cessate nel corso del 2011, 663 delle quali solo nella città di Bari dove nel primo trimestre del 2012 sono state cessate già 252 attività. Sono numeri allarmanti quelli che emergono dai dati della Camera di Commercio di Bari. Numeri che esprimono con forza il momento di crisi che il Paese sta attraversando. I negozi chiudono, le attività cessano ad un passo dal fallimento, i locali rimangono desolatamente sfitti ed invenduti. Nessuno compra e l’economia è inchiodata. Non è solo la crisi globale la causa principale, altri fattori determinanti sono da ascrivere a il soffocamento del sistema fiscale e la morsa a tenaglia di Equitalia A sentir loro, si sopravvive solo grazie alla clientela affezionata. C’è chi poi, non trovando impiego migliore, percorre la strada dell’abusivismo per portare qualche soldo a casa. Per molti invece è la scure delle tasse che porta alla decisione di chiudere anche dopo decenni di attività.

La cosa preoccupante è che è un trend difficilmente arrestabile, con tutti gli esercenti che abbiamo discusso a riguardo, abbiamo constatato lo scoraggiamento totale, essi si sentono abbandonati dalle istituzioni ed in taluni casi vessati, nessuno discute dei loro problemi, il Governo tecnico, invece di occuparsi di riforma fiscale vera e strutturale, non ha trovato modo migliore per incoraggiarli, ovvero la militarizzazione delle città da parte della Guardia di Finanza.

Non è più possibile andare avanti così, la bestiale censura che i media hanno posto ai drammi causati da Equitalia è vergognosa, ciò che accadeva all’inizio dell’anno (ricordate i tanti suicidi ), sta ancora avvenendo ed anche in aumento. Siamo alle soglie di una catastrofe sociale di proporzioni ininmaginabili, il nostro Presidente del Consiglio, invece di andare a far visita genuflessa negli Stati Uniti ai santuari della finanza, che hanno provocato la situazione attuale, o, invece di andare a trattare con le aziende russe, per cedere altra sovranità economica, scendesse dalla cattedra bocconiana e venisse a parlare con umiltà dei problemi delle nostre aziende.

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