MOLFETTA. Si è conclusa la mostra collettiva di fotografia sul tema “Le città (in)visibili”

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Molfetta - L’esclusiva cornice della chiesa della Morte, nel centro storico di Molfetta, ha ospitato in questi giorni una splendida mostra collettiva di fotografie denominata “Le città (in)visibili”. L’iniziativa artistica è stata patrocinata dal Comune di Molfetta, curata da Daniela Calfapietro che si è occupata della logistica e ha visto nella serata inaugurale l’intervento critico di Marco Caccavo, collaboratore del trimestrale “D’Ars” e autore del testo dell’opuscolo.

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Molfetta – L’esclusiva cornice della chiesa della Morte, nel centro storico di Molfetta, ha ospitato in questi giorni una splendida mostra collettiva di fotografie denominata “Le città (in)visibili”. L’iniziativa artistica è stata patrocinata dal Comune di Molfetta, curata da Daniela Calfapietro che si è occupata della logistica e ha visto nella serata inaugurale l’intervento critico di Marco Caccavo, collaboratore del trimestrale “D’Ars” e autore del testo dell’opuscolo.

Il tema scelto, molto stimolante, a detta degli artisti, è stato quello della città, visibile e invisibile, urbana e suburbana, reale o immaginaria dove Oriente ed Occidente si fondono per dare una immagine della città vista con gli occhi dell’anima più che con la lente dell’obiettivo. La città infatti non è solo una serie di architetture, edifici, abitazioni, ma un insieme di pulsioni sociali, di vita di chi la abita, quindi queste foto posso essere lette su più piani, è toccato al visitatore interpretarle e compenetrarsi nelle opere secondo differenti chiavi di lettura. Luoghi prima affollatati, densi di umanità che improvvisamente si svuotano, conservando le presenze umane, sensazioni, odori, segni del passaggio della razza umana. Strade, cattedrali, piazze che appartengono a varie parti del mondo, ma che ogni visitatore ha fatto proprie, trasferendo emozioni, sensazioni, pensieri, ricordi e riflessioni. I trenta artisti provenienti da tutta Italia, compresa Molfetta hanno saputo interpretare in modo unico e personale il tema proposto.

Alla serata inaugurale, molto affollata di artisti è visitatori, è intervenuto l’assessore al turismo Leo Petruzzella, che ha lodato la validità dell’iniziativa plaudendo l’indubbio valore dei fotografia. La location, suggestiva per la sua emozionante storia, ben si è sposata ad accogliere una iniziativa così pregevole dal punta di vista artistico, mirante alla valorizzazione dei talenti e a fare dei contenitori culturali di Molfetta dei poli di attrazione turistica. La curatrice, Daniela Calfapietro, ringraziando per la disponibilità l’assessore, ha introdotto e presentato la collettiva dando poi la parola al critico Caccavo il quale ha spiegato che è molto legato al tema della città intesa come:socialità, architettura e prospettiva di cambiamento. Ogni artista ha lavorato in maniera autonoma sulle tre direttrici, mentre la curatrice ha disposto le foto non sotto forma di catalogazione, ma mettendo in luce elementi comuni o motivi di vicinanza per argomento o sentimento suscitato. Per esempio i pescatori molfettesi possono essere accomunati per fatica, difficoltà che incontrano, mari solcati ai pescatori di tutto il mondo, senza distinzione di razza, paese o religione. In alcune foto pulsa la vita, in altre c’è la negazione della stessa, quasi a sottolineare una mancanza, in alcune è messo in luce il dinamismo in altre la lentezza, con un diverso concepire del fluire del tempo. La piazza, l’agorà, intesa come luogo fisico, di scambio, di incontri, di presenze, di umanità con il suo sentire e i suoi problemi. In ogni città ognuno fa parte del tutto, ogni cittadino fa parte di un tassello che costituisce e forma il puzzle. Ci sono foto che ritraggono architetture e geometrie, ognuno dal punto di vista dell’autore, sempre unico ed irripetibile. Ma le città sono anche entità astratte di pensieri, passaggi umani, migrazioni, altre sono state modellate e reinterpretate dai fotografi, grazie a tecniche particolari. Accanto ad ogni foto vi era un numero di riferimento, infatti i visitatori hanno votato quella che preferivano o che aveva suscitato in loro particolari emozioni. Al vincitore, decretato domenica 19 agosto, nell’ultima serata di apertura al pubblico, è stato attribuito un buono spesa che potrà utilizzare per comprare attrezzature per coltivare il suo amato hobby: la fotografia che presuppone oltre a tanta bravura e conoscenza delle tecniche, una sensibilità particolare. Un fil rouge ha unito tutte queste splendide visioni della realtà, un sentimento comune: l’esaltazione della bellezza che le accomuna.

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