MOLFETTA. Alla corte rinascimentale con “I Ferrabosco”

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Molfetta - È bastato chiudere gli occhi ai numerosissimi, molti infatti sono rimasti in piedi, spettatori accorsi presso l’auditorium del Museo Diocesano, per sentirsi proiettati indietro nel tempo, in una corte rinascimentale, grazie alle atmosfere magiche create dalla musica dei “Ferrabosco” che si sono esibiti a Molfetta nell’ambito del festival “Anima Mea - Musiche Mondi Memorie”. Come infatti scrive il curatore della rassegna, Gioacchino de Padova, “la musica è lontana dalla cronaca, essa ha a che fare con il passato e col futuro, rientra nell’universo della memoria e nella fantasia dei mondi possibili, parla da lontano e guarda lontano”.

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Molfetta – È bastato chiudere gli occhi ai numerosissimi, molti infatti sono rimasti in piedi, spettatori accorsi presso l’auditorium del Museo Diocesano, per sentirsi proiettati indietro nel tempo, in una corte rinascimentale, grazie alle atmosfere magiche create dalla musica dei “Ferrabosco” che si sono esibiti a Molfetta nell’ambito del festival “Anima Mea – Musiche Mondi Memorie”. Come infatti scrive il curatore della rassegna, Gioacchino de Padova, “la musica è lontana dalla cronaca, essa ha a che fare con il passato e col futuro, rientra nell’universo della memoria e nella fantasia dei mondi possibili, parla da lontano e guarda lontano”.

Il primo appuntamento di questo festival di musica antica ha richiamato moltissimi appassionati giunti da fuori città, ma anche tanti curiosi proprio per questa voglia di scrutare con sguardi nuovi tutta la musica europea del passato. Lo spettacolo “Doulce Memoire” ha dato la possibilità di ripercorrere una stagione straordinaria attraverso la riscoperta di melodie sollecitando la curiosità e il potere della rievocazione dei passi di danza, l’imitazione dei suoni della natura, grazie alla voce umana. La celebre Chanson di Pierre Sandrin è una delle melodie più utilizzate dagli strumentisti del Rinascimento e gioca con alcuni dei temi maggiormente ricorrenti nella poesia fra Rinascimento e Barocco. Il nome dell’ensemble è un omaggio alla celebre famiglia di musicisti italiani, che emigrando in Inghilterra, introdussero lì la viola da gamba, che sarebbe poi diventato lo strumento più amato, insieme al liuto, nel paese oltremanica. Ad esibirsi nella magica serata Paolo Pandolfo con la sua viola soprano, talento riconosciuto a livello internazionale, guida dell’ensemble “I Ferrabosco” composta anche da Alice Borciani (canto), Amèlie Chemin (viola tenore), Gioacchino De Padova (viola bassa), Claudio Mastrangelo (viola bassa), Andrea Lattarulo (violone) e Rosario Conte (liuto). L’ensemble è composta da violisti attivi in numerosi gruppi specialistici italiani ed esteri, formatisi tutti alla scuola di Paolo Pandolfo, punto di riferimento indiscusso in tutto il mondo per il suo strumento e protagonista di una visione creativa della musica antica. Durante la serata sono stati proposti brani tratti dalla tradizione inglese, tedesca e italiana molti dei quali accompagnati dalla splendida voce di Alice Borciani, diplomata in canto lirico con la specializzazione in quello barocco, vincitrice di numerosi concorsi nazionali ed internazionali, ha cantato, come solista, presso teatri italiani e stranieri, incidendo diversi cd. Il maestro Pandolfo, dopo aver avviato la sua ricerca nel campo della musica antica, vive entusiasmanti esperienze artistiche in contesti molto diversi, incide per varie etichette, suona ed insegna, in tutto il mondo; qualità che ne fanno una vera e propria star. Il festival “Anima Mea” ha lanciato una vera e propria sfida con un cartellone in cui accanto ad opere antiche, eseguite con strumenti storici, propone musiche nuove, in alcuni casi composte appositamente, ma sempre in un rapporto specifico con l’antico. Infatti, a conclusione di serata è stata proposta una vera e propria sorpresa che ha entusiasmato il pubblico: l’esecuzione della splendida canzone di Lucio Battisti “Emozioni” arrangiata dal compositore Vito Andrea Morra, in una versione inedita e del tutto innovativa, che dimostra quanto le contaminazioni musicali possano produrre risultati sbalorditivi e come la musica antica possa costituire un propulsore vitale per il futuro della musica colta occidentale, grazie alla riscoperta sia dei vocaboli musicali dimenticati, ma profondamente radicati nella nostra cultura, che nelle pratiche vitali come quella dell’improvvisazione.

Il festival “Anima Mea – Musiche Mondi Memorie” dà appuntamento ad appassionati, curiosi, ascoltatori, sperimentatori a venerdì 28 settembre, questa volta presso la chiesa di San Domenico con “La voce dal mondo”, un viaggio polifonico tra i continenti con gli Juvenes Cantores, il coro pugliese diretto dal maestro Luigi Leo, che sta riscuotendo consensi di pubblico e critica.

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