AL TEATRO BABILONIA DI MOLFETTA GIACOMO DIMASE IN “SPAIDERMEN”
Molfetta. Lo spettacolo fa parte della rassegna Trame Contemporanee e andrà in scena lunedì 8 luglio
Molfetta - Spettacolo emozionante ha colto al mattino della domenica 23 settembre la città di Molfetta con le dolci note della Fanfara degli Allievi della Guardia di Finanza di Bari, inquadrati lateralmente all’ingresso della nuova sede ANFI; sul lato destro schierate le bandiere di sezioni ANFI delle città vicine con il gonfalone della nostra città e la bandiera della associazione Eredi della Storia, sempre presente in questi eventi. La nuova sede è stata dedicata ad un nostro concittadino Cav. Angelo Alfonso Mezzina che oserei chiamare nobiluomo, per la grandezza d’animo che possedeva e per la sua rettitudine che traspirava dalla sua imponente figura. Uomo dei suoi tempi, uomo che tornato dalla prigionia quale IMI, senza documenti e quasi senza una identità, si rimbocca le maniche e senza rimpianti o lamenti ricostruisce la sua esistenza dal nulla, considerando che l’Italia, come la sua città, era distrutta sia nell’economia che nell’imprenditoria, aprendo una tipografia che con il tempo può vantarsi di essere considerata “storica”.
Molfetta – Spettacolo emozionante ha colto al mattino della domenica 23 settembre la città di Molfetta con le dolci note della Fanfara degli Allievi della Guardia di Finanza di Bari, inquadrati lateralmente all’ingresso della nuova sede ANFI; sul lato destro schierate le bandiere di sezioni ANFI delle città vicine con il gonfalone della nostra città e la bandiera della associazione Eredi della Storia, sempre presente in questi eventi. La nuova sede è stata dedicata ad un nostro concittadino Cav. Angelo Alfonso Mezzina che oserei chiamare nobiluomo, per la grandezza d’animo che possedeva e per la sua rettitudine che traspirava dalla sua imponente figura. Uomo dei suoi tempi, uomo che tornato dalla prigionia quale IMI, senza documenti e quasi senza una identità, si rimbocca le maniche e senza rimpianti o lamenti ricostruisce la sua esistenza dal nulla, considerando che l’Italia, come la sua città, era distrutta sia nell’economia che nell’imprenditoria, aprendo una tipografia che con il tempo può vantarsi di essere considerata “storica”.
Ebbene, anche dal racconto del sen. Antonio Azzollini, tutti gli astanti si sono sentiti vicini al nostro Alfonso, quasi fosse un parente stretto, un nonno per i più giovani, un amico per i più maturi; sempre pronto a dar consigli e a diffondere cultura ponendo al servizio della città la sua tipografia per dare visibilità a poeti, scrittori, medici, professionisti in genere, critici d’arte, ecc. con opere in vesti grafiche bellissime e spesso come contropartita un rimborso spese o addirittura con la gratuità delle pubblicazioni.
Un uomo che sentiva dentro di sé il senso del dovere e di appartenenza all’Arma (sempre in tuta da finanziere sia a colazione che utilizzarla come pigiama per la notte, quasi fosse una seconda pelle) e che sapeva riconoscere nei suoi clienti l’esistenza o meno della forza di volontà per emergere e crearsi un futuro. Questi venivano incoraggiati e sostenuti dal nostro cavaliere, specialmente giovani medici che dovevano pubblicare i loro lavori scientifici ma che da studenti o neolaureati dalle tasche vuote contavano sulla magnanimità di Alfonso per poter conquistare un posto al sole (testimonianza del prof. F. Schittulli, chirurgo oncologo, ospite d’onore).
Tutti i presenti conoscevano il nostro “tipografo” e tutti si sono commossi quando la parola è passata al primo presidente Col. Cav. Uff. Giuseppe Nappi della nuova sede ANFI, che si è dovuto interrompere nel suo eloquio per un momento di commozione mentre ricordava alcuni aneddoti sul personaggio Alfonso Mezzina.
In conclusione, il Gen. Di Corpo d’Armata Umberto Fava ha letto una allocuzione molto seria e delicata su ciò che significa l’apertura di una sezione ANFI nella città di Molfetta e per le nuove generazioni stimolo di onestà e di rettitudine, senso del dovere e di amor di patria, legame indissolubile con l’arma anche dopo il termine del servizio attivo, per essere sempre e comunque al servizio della città e della Nazione.
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