MOLFETTA. “Vorrei… vivere in una città di cui non dovermi vergognare”: la lettera aperta di un gruppo di donne molfettesi

lettera aperta

Molfetta - Dopo alcune conversazioni di fine estate un gruppo di donne, stanche dello stato di degrado della città e soprattutto dell'incapacità dei politici "di professione" di incontrarsi in progetti comuni di rinascita civile di Molfetta, ha deciso di scrivere e pubblicare una lettera aperta alla città.

"Non siamo espressione di nessun partito", affermano le autrici della lettera. "Solo qualcuna milita in formazioni politiche del centro sinistra. Siamo espressione di associazioni e movimenti culturali, di gruppi di impegno nel volontariato ma soprattutto donne, che vorrebbero con le loro sensibilità, con le loro esperienze di impegno in vari campi, con le loro delusioni verso i vecchi modi di far politica, portare un contributo fattivo alla rinascita della nostra città. Vi chiediamo di sottoscrivere, qualora la condividiate, la nostra lettera, che diventerà un manifesto pubblico, con le firme di tutte noi. In allegato c'è anche il modulo per il consenso all'uso delle vostre firme. Sono a vostra disposizione per qualunque chiarimento ma vi prego, facciamo sentire in qualche modo la nostra voce di cittadine".

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Molfetta – Dopo alcune conversazioni di fine estate un gruppo di donne, stanche dello stato di degrado della città e soprattutto dell’incapacità dei politici “di professione” di incontrarsi in progetti comuni di rinascita civile di Molfetta, ha deciso di scrivere e pubblicare una lettera aperta alla città.

“Non siamo espressione di nessun partito”, affermano le autrici della lettera. “Solo qualcuna milita in formazioni politiche del centro sinistra. Siamo espressione di associazioni e movimenti culturali, di gruppi di impegno nel volontariato ma soprattutto donne, che vorrebbero con le loro sensibilità, con le loro esperienze di impegno in vari campi, con le loro delusioni verso i vecchi modi di far politica, portare un contributo fattivo alla rinascita della nostra città. Vi chiediamo di sottoscrivere, qualora la condividiate, la nostra lettera, che diventerà un manifesto pubblico, con le firme di tutte noi. In allegato c’è anche il modulo per il consenso all’uso delle vostre firme. Sono a vostra disposizione per qualunque chiarimento ma vi prego, facciamo sentire in qualche modo la nostra voce di cittadine”.

Betta Mongelli, Franca Carlucci, Nunzia Scardigno, Lella Salvemini, Lella de Gennaro, Maddalena de Fazio, Serena de Gennaro, Dora Salvemini, Angela Sciancalepore, Teresa Mancini, Rossana de Gennaro, Giulia Finzi, Paola Natalicchio, Cinzia Sciancalepore, Antonella Zazza, Francesca La Forgia, Alina Gadaleta, Isa de Marco e Rosalba Gadaleta sono alcune delle donne promotrici dell’iniziativa.

Di seguito il testo della lettera:
“…in una città in cui il diritto al lavoro e alla sicurezza sui luoghi di lavoro non siano solo un’opinione;
…in una città in cui lo sviluppo economico non faccia violenza al territorio e alla sua identità storica, dove il litorale e la campagna non siano più oggetto di speculazione e il cemento non ci privi degli alberi, dei parchi, dell’aria da respirare o dei panorami da ammirare;
…in una città che sappia dar valore all’esistente e prendersi cura dei beni comuni, dove i cittadini non siano più sudditi e si sentano parte di una comunità, per poter fare scelte responsabili;
…in una “città della pace” che non veda in casa la guerra dell’illegalità diffusa; in cui i giovani possano sperimentare la dimensione sociale anche oltre il tavolino del bar; in cui gli anziani possano camminare per strada senza rischiare la vita; in cui i più deboli non debbano elemosinare o pretendere, ma possano trovare luoghi e spazi di riconoscimento.

Vorrei…
una città in cui sia possibile un’alternativa all’attuale classe dirigente;
una città in cui le scelte politiche non siano esclusivo appannaggio delle segreterie dei partiti ma il frutto di un coinvolgimento ampio dei cittadini;
una città in cui la politica culturale esprima, nei luoghi dove vivono le persone, le diverse anime della città e non sia solo esibizione sui palcoscenici dei luoghi storici, ridotti a pura scenografia;
una città in cui le voci dei cittadini non rimangano bloccate in gola come sassi, ma possano essere espresse e diventare pietre per costruire insieme una vita condivisa.
Noi ci crediamo!”

Per chi desidera partecipare all’iniziativa è possibile compilare e firmare il modulo scaricabile da qui. Benché le prime firmatarie siano tutte donne la proposta s’estende ovviamente a quanti se ne sentano e vogliano coinvolgersi.

Per contatti e informazioni potete scrivere all’indirizzo e-mail [email protected].

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