MOLFETTA. L’associazione Antiracket Antimafia di Molfetta esprime soddisfazione per la sentenza dell’operazione “Cheque to cheque”

giustizia martello

Molfetta - Si è giunti finalmente all’epilogo nell’udienza con rito abbreviato nell’ambito dell’operazione “Cheque to cheque” che nel 2006 aveva visto coinvolti sedici persone di Barletta imputate a vario titolo per aver perpetrato atti di usura ed estorsione ai danni di due imprenditori anche loro di Barletta. Le indagini, condotte dal pubblico ministero Giuseppe Maralfa, hanno avuto luogo proprio in seguito alla denuncia degli imprenditori che hanno deciso di intraprendere la strada della lotta ai propria aguzzini -e per questo sottoposti a programma di protezione per evitare ritorsioni all’epoca dei fatti-, una lotta in cui sono stati affiancati dall’Associazione Regionale Antiracket Antimafia di Molfetta.

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Molfetta – Si è giunti finalmente all’epilogo nell’udienza con rito abbreviato nell’ambito dell’operazione “Cheque to cheque” che nel 2006 aveva visto coinvolti sedici persone di Barletta imputate a vario titolo per aver perpetrato atti di usura ed estorsione ai danni di due imprenditori anche loro di Barletta. Le indagini, condotte dal pubblico ministero Giuseppe Maralfa, hanno avuto luogo proprio in seguito alla denuncia degli imprenditori che hanno deciso di intraprendere la strada della lotta ai propria aguzzini -e per questo sottoposti a programma di protezione per evitare ritorsioni all’epoca dei fatti-, una lotta in cui sono stati affiancati dall’Associazione Regionale Antiracket Antimafia di Molfetta.

Nel corso del processo, durato circa tre anni, e presieduto dal gip di Trani Volpe, tredici imputati hanno richiesto il procedimento con rito abbreviato in cui si è giunti a varie pene: il 33enne Luigi Lombardi a 4 anni di reclusione e a 1.200 euro di multa; il 49enne Antonio Di Paola ed il 60enne Lanotte Ruggiero a 3 anni e 6 mesi di reclusione e a 16mila euro di multa; il 49enne Sergio Di Paola, il 36enne Nicola Lacalamita ed il 38enne Antonio Filannino a 3 anni e 4 mesi di reclusione e a 14mila euro di multa; il 30enne Michele Vino a 3 anni e 4 mesi di reclusione ed a 800 euro di multa; il 60enne Francesco Lacalamita e la 56enne Rizzi Sterpeta a 2 anni ed 8 mesi di reclusione e a 12mila euro di multa.

Il gip ha altresì riconosciuto risarcimenti alle due vittime, difese dall’avvocato Maurizio Altomare e all’associazione Antiracket Antimafia che si è costituita parte civile e difesa dall’avvocato Marco Di Bartolomeo.

Una sentenza, questa, che risuona non solo come monito per i soggetti implicati in attività di usura ed estorsione, quanto più come un chiaro segnale dell’efficacia della macchina della giustizia.

L’associazione provinciale Antiracket Antimafia di Molfetta esprime, nella persona del presidente Renato de Scisciolo, ancora una volta la propria soddisfazione per tale risultato che diventa viva testimonianza di come l’iniziale atto di denuncia possa infine portare a qualcosa di concreto. Per questo è rinnovato l’invito a non nascondersi nell’ombra della paura ma a denunciare i propri aguzzini.

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