MOLFETTA. Datteri di mare: sequestro della Guardia Costiera di Molfetta

datteri in mare 13ott2012

Molfetta - Un cospicuo sequestro di datteri di mare è stato effettuato alle prime luci dell’alba di venerdì 12 ottobre dagli uomini della Guardia Costiera di Molfetta. I militari hanno notato, sulla banchina del porto, dei movimenti sospetti e, intervenuti prontamente, hanno recuperato i molluschi bivalvi che sono stati abbandonati da ignoti che si sono dileguati. Il sequestro odierno di 7 kg di datteri ha, quindi, sottratto al consumo un prodotto che avrebbe fruttato sul mercato un illecito e cospicuo guadagno.

È appena il caso di ricordare che il dattero di mare è un mollusco bivalve che si insedia all'interno di rocce calcaree corrodendole mediante delle secrezioni acide che secerne da apposite ghiandole. Per la sua cattura è necessario frantumare le rocce con martelli e scalpelli. Inoltre, la sua crescita è estremamente lenta, e, per raggiungere la lunghezza di 5 cm, sono necessari da 15 ai 35 anni. Molti degli esemplari recuperati erano di eccezionali dimensioni che andavano dai 5 fino ai 9 cm.

È evidente quale sia stato il danno prodotto all’ambiente marino dai responsabili di tale scempio ed è per tale ragione che il consumo, la detenzione, il commercio e la pesca di tale mollusco sono vietati in tutti i paesi dell'Unione Europea ai sensi dell'art.8 del Regolamento (CE) 1967/2006.

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Molfetta – Un cospicuo sequestro di datteri di mare è stato effettuato alle prime luci dell’alba di venerdì 12 ottobre dagli uomini della Guardia Costiera di Molfetta. I militari hanno notato, sulla banchina del porto, dei movimenti sospetti e, intervenuti prontamente, hanno recuperato i molluschi bivalvi che sono stati abbandonati da ignoti che si sono dileguati. Il sequestro odierno di 7 kg di datteri ha, quindi, sottratto al consumo un prodotto che avrebbe fruttato sul mercato un illecito e cospicuo guadagno.

È appena il caso di ricordare che il dattero di mare è un mollusco bivalve che si insedia all’interno di rocce calcaree corrodendole mediante delle secrezioni acide che secerne da apposite ghiandole. Per la sua cattura è necessario frantumare le rocce con martelli e scalpelli. Inoltre, la sua crescita è estremamente lenta, e, per raggiungere la lunghezza di 5 cm, sono necessari da 15 ai 35 anni. Molti degli esemplari recuperati erano di eccezionali dimensioni che andavano dai 5 fino ai 9 cm.

È evidente quale sia stato il danno prodotto all’ambiente marino dai responsabili di tale scempio ed è per tale ragione che il consumo, la detenzione, il commercio e la pesca di tale mollusco sono vietati in tutti i paesi dell’Unione Europea ai sensi dell’art.8 del Regolamento (CE) 1967/2006.

L’attività della Capitaneria di porto, iniziata nella notte, ha visto, poi, l’effettuazione di diversi controlli in mare ai pescherecci intenti in attività di pesca a strascico.

Un apposito team ispettivo è, di volta in volta, salito a bordo delle unità da pesca ed ha effettuato l’ispezione del pescato.

In un caso è stata accertata la cattura di esemplari di triglie sottomisura.

Di conseguenza è scattata la denuncia penale del comandante dell’unità, il sequestro del pescato e l’attribuzione di 5 punti di penalità sulla licenza di pesca (al raggiungimento dei 18 punti è prevista la sospensione della licenza di pesca per 2 mesi).

Nell’ambito della stessa operazione i militari hanno, poi, sequestrato presso il mercato ittico di Molfetta 30 kg di merluzzo sottomisura denunciandone alla procura i responsabili

Infine, è stato elevato 1 verbale amministrativo al conducente di un furgone-frigo per mancanza della documentazione sanitaria prevista per il trasporto di prodotto ittico.

Tutto il pescato confiscato è stato devoluto in beneficienza, tranne i datteri di mare che sono stati distrutti a mezzo schiacciamento.

Prosegue, dunque, l’attività di controllo della Guardia Costiera di Molfetta diretta a far osservare le norme in materia di pesca e sulla filiera di commercializzazione dei prodotti ittici, con una particolare attenzione per la tutela e salvaguardia dell’ambiente marino di cui le Capitanerie di porto sono da sempre le più attente “sentinelle”.

 

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