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Molfetta - Il circolo di Molfetta di Legambiente, sentiti i protagonisti della vicenda, chiede spiegazioni sul perché un luogo adibito a pubblico transito sia, al contrario, interdetto allo stesso. La galleria pedonale deve essere resa pubblicamente transitabile e questo sia in adempimento ai provvedimenti emessi sia a garanzia del rispetto di una giustizia pubblica.
Ancora controversie a Molfetta sulla questione della galleria pedonale di collegamento fra via Paniscotti e corso Margherita di Savoia. Una storia cominciata nel lontano 1989, data in cui veniva depositato al comune di Molfetta il primo progetto di “Restauro conservativo e recupero volumetrico” del fabbricato per il quale non venne, però in quell’occasione, ritirata alcuna concessione edilizia.
Molfetta – Il circolo di Molfetta di Legambiente, sentiti i protagonisti della vicenda, chiede spiegazioni sul perché un luogo adibito a pubblico transito sia, al contrario, interdetto allo stesso. La galleria pedonale deve essere resa pubblicamente transitabile e questo sia in adempimento ai provvedimenti emessi sia a garanzia del rispetto di una giustizia pubblica.
Ancora controversie a Molfetta sulla questione della galleria pedonale di collegamento fra via Paniscotti e corso Margherita di Savoia. Una storia cominciata nel lontano 1989, data in cui veniva depositato al comune di Molfetta il primo progetto di “Restauro conservativo e recupero volumetrico” del fabbricato per il quale non venne, però in quell’occasione, ritirata alcuna concessione edilizia.
A questo primo approccio ne seguì un successivo che vide la presentazione di un secondo progetto, in variante al precedentemente, al quale fu accordata, dal comune di Molfetta, la concessione edilizia n. 2298 del 28/11/1991 che attestava: “il nuovo corpo di fabbrica… consentirebbe di utilizzare l’ampia corte risultante anche ad uso pubblico”. Inoltre, la destinazione a pubblico passaggio era resa evidente dal fatto che si precisava: “il piano terra è completamente aperto, fatta eccezione per il vano portone e un locale tecnico e costituirà a tutti gli effetti uno spazio pubblico in parte porticato ed in parte scoperto collegato anche a c.so Margherita di Savoia attraverso l’ampio androne dell’edificio settecentesco”.
È chiaro che lo spirito che animava il progetto era, sin dalle sue battute iniziali, quello di creare una galleria pedonale di collegamento fra via Paniscotti e corso Margherita di Savoia che fosse fruibile dai pedoni.
Successivamente, con concessione edilizia n. 2674 dell’11/02/1994 si otteneva l’autorizzazione a realizzare una guardiania nel vano portone-androne. Al proposito veniva specificato che: “al piano terra, il carattere di galleria pedonale di collegamento tra corso Margherita di Savoia e via Paniscotti dato all’androne rende necessario una divisione tra percorsi pubblici e accessi alle unità residenziali dei piani superiori”.
È evidente, dalla lettura della relazione, che il carattere di galleria pedonale era già dato e non era, viceversa, subordinato alla creazione di strutture, la cui costruzione, comunque concessa, era volta a garantire la sicurezza dei condomini residenti ai pian superiori.
Parimenti è accaduto con la concessione edilizia n. 5294 del 26/11/1997 con cui, a sanatoria, si autorizzava il cambio di destinazione d’uso del locale originariamente adibito a guardiania. Anche tale struttura era stata richiesta per garantire la sicurezza dei condomini ed il Comune non aveva in alcun modo ostacolato la sua costruzione.
Anche in questo caso è palese che la creazione di un percorso privilegiato e il cambio di destinazione d’uso della guardiania lasciavano impregiudicata e salvaguardata la destinazione a pubblico passaggio pedonale precedentemente concessa.
In definitiva, né nella relazione tecnica relativa alla concessione n. 2674 dell’11/02/1994 né nella concessione n. 5294 del 26/11/1997 si è mai mutata la destinazione di pubblico passaggio pedonale della galleria.
E arriva, con provvedimento n. 1074 del 12/01/1999, la reazione del comune di Molfetta, il quale diffida i proprietari dello stabile ad osservare scrupolosamente le condizioni e le prescrizioni riportate nel progetto di ristrutturazione dello stabile ed in particolare di consentire il transito pedonale attraverso l’atrio del citato fabbricato, pena l’applicazione di sanzioni previste dalla normativa vigente.
Bene, a fronte di quanto sinteticamente riassunto, una domanda risulta necessaria; perché il passaggio pedonale, ad oggi, risulta ancora negato?
Il Liberatorio Politico ha cercato di sollecitare una risposta in merito al perché oggi quel passaggio risulti ancora chiuso ma dopo aver presentato un’istanza il 17 dicembre 2010, diffidato il Sindaco perché omissivo e non rispettoso dello Statuto Comunale e raccolto circa 400 firme di cittadini che hanno chiesto l’apertura del passaggio pedonale di via Paniscotti, la situazione è ancora ad un nulla di fatto.
Il circolo di Molfetta di Legambiente, sentiti i protagonisti della vicenda, chiede spiegazioni sul perché un luogo adibito a pubblico transito sia, al contrario, interdetto allo stesso. Lo stato dei fatti attuale continua a registrare la chiusura illegittima, continua e persistente dei cancelli posti all’ingresso dell’androne/galleria pedonale che pone in comunicazione le suddette vie, via Paniscotti e corso Margherita di Savoia, con il cortile interno al complesso condominiale e questo rendendo inaccessibile il libero passaggio pedonale attraverso la galleria.
In definitiva, bisogna far luce sia sul perché i condomini dell’immobile persistano tuttora nell’antigiuridica condotta consistente nell’inottemperanza di quanto disposto dagli enti competenti impedendo che la galleria sia destinata, di fatto, a pubblico transito e costringendo, per questo, i malcapitati pedoni, che da via Paniscotti intendono raggiungere corso Margherita di Savoia e viceversa, ad aggirare la galleria di collegamento percorrendo quel tratto di via Paniscotti che si restringe, tanto da rimaner privo di marciapiede, con grave ed evidente pericolo per l’incolumità fisica della cittadinanza, sia sul comportamento, di ingiustificata inerzia, dell’Amministrazione comunale che, per oltre un decennio, non ha sentito il dovere di far rispettare i propri provvedimenti emessi nell’interesse della collettività.
La galleria pedonale deve essere resa, in sostanza, pubblicamente transitabile e questo sia in adempimento ai provvedimenti emessi sia a garanzia del rispetto di una giustizia pubblica.
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