BARI. Sequestrati circa 400 tonnellate di olio di oliva per un valore commerciale di circa un milione di euro

guardia di finanza

Bari - Nella giornata di mercoledì 13 febbraio, nell’ambito di indagini delegate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani, sono state eseguite 37 perquisizioni presso aziende, uffici e depositi commerciali ubicati nelle province di Cosenza, Catanzaro, Crotone, Bat e Foggia, conclusesi con il sequestro di circa 400 tonnellate di olio di oliva, per un valore commerciale di circa un milione di euro, stoccato in due depositi di Andria (BAT) e Petilia Policastro (KR) nonche’ di documentazione e supporti magnetici utili alle indagini.

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Bari – Nella giornata di mercoledì 13 febbraio, nell’ambito di indagini delegate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani, sono state eseguite 37 perquisizioni presso aziende, uffici e depositi commerciali ubicati nelle province di Cosenza, Catanzaro, Crotone, Bat e Foggia, conclusesi con il sequestro di circa 400 tonnellate di olio di oliva, per un valore commerciale di circa un milione di euro, stoccato in due depositi di Andria (BAT) e Petilia Policastro (KR) nonche’ di documentazione e supporti magnetici utili alle indagini.

La massiccia operazione di servizio ha visto impiegati oltre cento finanzieri appartenti al gruppo Barletta, alla compagnia Trani, alle tenenze di Andria e Molfetta, al nucleo PT e alla compagna di Crotone, che hanno agito in collaborazione con funzionari dell’Ispettorato Centrale Qualità Repressione Frodi del Ministero delle Politiche Agricole e delle Agenzie delle Dogane di Bari.

Le indagini vertono sulle ipotesi di reato di “frode in commercio”, “vendita di sostanze alimentari non genuine dichiarate genuine”, “falsità di registri e documenti” e “associazione a delinquere”.

Le frodi, in particolare, sarebbero attinenti all’utilizzo di falsa documentazione e false etichettature, attraverso le quali l’olio extravergine di oliva di provenienza straniera veniva fatto risultare come “made in Italy”, e l’olio di oliva “non biologico” veniva fatto risultare come “biologico” e altre situazioni particolari sulle quali si sta indagando.

L’attività repressiva, svolta a tutela dei consumatori e degli operatori onesti del settore, ha consentito di sottrarre dal mercato una notevolissima quantita’ di olio avente indicazioni non veritiere.

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