MOLFETTA. L’Associazione Provinciale Antiracket ed Antimafia di Molfetta fa riaprire un bar

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Molfetta - L’Associazione Provinciale Antiracket ed Antimafia di Molfetta fa’ riaprire un bar Emozione, gioia, soddisfazione, la fine di un incubo, speranza per il futuro, voglia di riscatto: questi i tanti sentimenti che si potevano leggere negli occhi del signor Carmine al momento del taglio del nastro che significava la riapertura della sua attività commerciale. Una cerimonia veramente commuovente e densa di significati perché rendeva tangibile il fatto che con la denuncia il racket si può vincere, che si può ripartire da zero, che si può tornare a sperare e ritrovare la pace per sé e la propria famiglia.

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Molfetta – L’Associazione Provinciale Antiracket ed Antimafia di Molfetta fa’ riaprire un bar Emozione, gioia, soddisfazione, la fine di un incubo, speranza per il futuro, voglia di riscatto: questi i tanti sentimenti che si potevano leggere negli occhi del signor Carmine al momento del taglio del nastro che significava la riapertura della sua attività commerciale. Una cerimonia veramente commuovente e densa di significati perché rendeva tangibile il fatto che con la denuncia il racket si può vincere, che si può ripartire da zero, che si può tornare a sperare e ritrovare la pace per sé e la propria famiglia.

All’ importante serata dal forte impatto simbolico, non è voluto mancare proprio nessuno: dal presidente dell’ Associazione provinciale Antiracket di Molfetta, Renato de Scisciolo accompagnato da alcuni membri della stessa, ai responsabili della magistratura che sono stati vicini all’ imprenditore, dai comandanti delle forze dell’ ordine presenti sul territorio: carabinieri,guardia di finanza e polizia ai rappresentanti delle istituzioni, dal sacerdote che ha benedetto il bar a familiari ed amici. Ma ora ripercorriamo la storia del titolare dell’ esercizio di ristorazione vittima di estorsione: Carmine Loffredo, un commerciante di Barletta che dopo aver vissuto l’incubo dei suoi aguzzini e soprattutto dopo aver visto andare letteralmente in fumo in un attentato esplosivo nell’ottobre del 2003 la propria attività, il “Bar Toscanino”, frutto di impegno e sacrifici di una vita di duro lavoro, ha potuto finalmente riaprire la serranda. L’Associazione Provinciale Antiracket Antimafia di Molfetta ha ascoltato la richiesta di aiuto di Loffredo, accompagnandolo alla denuncia, sostenendolo nel delicato percorso che infine gli ha permesso di aver accesso al fondo a favore delle vittime di usura e estorsione (Legge 44/99), facendo sì che l’ imprenditore potesse riprendere in mano le redini della propria vita lavorativa e riacquistando dignità. Di dignità, di lavoro, di sacrificio, di voglia di ricominciare ha parlato il signor Carmine con tutti coloro che lo avvicinavano e, durante tutte le interviste rilasciate ai numerosi giornalisti, mostratisi molto sensibili al problema . Con uno sguardo rivolto al futuro e con tanta gratitudine nei confronti di chi ha supportato il suo lungo e difficile percorso, in primis l’ Associazione Provinciale Antiracket e il suo presidente,giovedì 21 febbraio, il signor Loffredo ha inaugurato la caffetteria “Toscanino” nella vicina Barletta – in via dei Pini 44/A, in una zona periferica, ma di passaggio rispetto al bar molto più grande e centrale distrutto dal racket. Ma l’ importante è ricominciare; questo bar rappresenta per lui una svolta importante, lo ha infatti intestato alla figlia che continuerà la tradizione familiare: A dimostrazione di ciò, faceva bella mostra la fotografia del nonno, fondatore della dinastia, a cui idealmente il signor Carmine ha dedicato questa inaugurazione. Tutti i discorsi, a cominciare da quello del Responsabile Regionale della FAI ( Federazione Antiracket Italiana) Renato de Scisciolo, sono stati molto toccanti. Egli, ancora una volta ha invitato a denunciare perché i risultati sono tangibili. Questa è la seconda attività,dopo un ristorante di Vieste, distrutto dal racket che torna ad operare sul territorio dopo aver ottenuto i fondi; altri esercizi commerciali, il cui iter è in dirittura di arrivo, presto riapriranno i battenti. A nome di tutta l’ Associazione, de Scisciolo ha rivolto a Carmine Loffredo un sincero augurio per la riapertura del bar ed ha espresso soddisfazione per l’ epilogo felice della vicenda; un risultato che decreta un lieto fine realmente possibile solo nel caso in cui le vittime decidano di denunciare i propria aguzzini mettendo la parola fine ad un incubo. La serata non poteva concludersi che con un brindisi offerto dal titolare, ma speriamo che da oggi in tanti affolleranno il bar per consumare cornetti e cappuccini e guardare negli occhi questo piccolo grande uomo che ha riconquistato il sorriso, capace di infondere speranza e fiducia nel futuro mentre serve un caffè. Ancora una volta giustizia e legalità hanno vinto.

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