MolFest, LE PAROLE D’ELOGIO E I RINGRAZIAMENTI DEL SINDACO MINERVINI SULLA 1°EDIZIONE DEL FESTIVAL
Molfetta. Il Sindaco Tommaso Minervini:« Un evento all’insegna dell’inclusione che ha superato ogni aspettativa»
MOLFETTA. Con un impegnativo ed attualissimo spettacolo, per i temi affrontati e portati sulla scena, si è concluso il corso di recitazione, diretto dal bravissimo Francesco Tammacco presso il “ Teatro del Carro”di Molfetta che ha visto calcare le tavole del palcoscenico ad una quindicina di giovani allievi. Lo spettacolo, intitolato “ SODOMA” ha voluto porre l’ accento sulla città biblica del peccato, punita da Dio; infatti sono stati messi in luce gli aspetti negativi dell’ adolescenza, da tutti i punti di vista che ben si rispecchiano in quello che sentiamo ogni giorno purtroppo nelle pagine di cronaca nera dei telegiornali. E’ infatti stato studiato a lungo il mondo dei ragazzi, nella città di Sodoma mancano e vengono meno tutte le certezze, anche gli adulti non rappresentano un punto di riferimento e confronto e anche il rapporto con i coetanei e conflittuale. Difficile il cammino della crescita, tormentato con molti punti oscuri, che rispecchia perfettamente la realtà che vivono tanti nostri adolescenti in una società dove manca il dialogo e la comunicazione, dove tutto viene affidato all’ apparire, dove mancano i valori,nella quale esisti solo se hai la tua fetta di visibilità, a tutti i costi, senza tener conto delle conseguenze, talvolta tragiche.
MOLFETTA. Con un impegnativo ed attualissimo spettacolo, per i temi affrontati e portati sulla scena, si è concluso il corso di recitazione, diretto dal bravissimo Francesco Tammacco presso il “ Teatro del Carro”di Molfetta che ha visto calcare le tavole del palcoscenico ad una quindicina di giovani allievi. Lo spettacolo, intitolato “ SODOMA” ha voluto porre l’ accento sulla città biblica del peccato, punita da Dio; infatti sono stati messi in luce gli aspetti negativi dell’ adolescenza, da tutti i punti di vista che ben si rispecchiano in quello che sentiamo ogni giorno purtroppo nelle pagine di cronaca nera dei telegiornali. E’ infatti stato studiato a lungo il mondo dei ragazzi, nella città di Sodoma mancano e vengono meno tutte le certezze, anche gli adulti non rappresentano un punto di riferimento e confronto e anche il rapporto con i coetanei e conflittuale. Difficile il cammino della crescita, tormentato con molti punti oscuri, che rispecchia perfettamente la realtà che vivono tanti nostri adolescenti in una società dove manca il dialogo e la comunicazione, dove tutto viene affidato all’ apparire, dove mancano i valori,nella quale esisti solo se hai la tua fetta di visibilità, a tutti i costi, senza tener conto delle conseguenze, talvolta tragiche.
A presentare i ragazzi e il lavoro svolto ci ha pensato Francesco Tammacco che dopo il dovuto omaggio a Franca Rame, un pilastro per chi fa’ teatro, in qualità di direttore artistico della compagnia il “Carro dei Comici “, ha affermato che lo spettacolo è stato cucito addosso ai ragazzi, dopo un lungo e attento studio di diversi testi. Fra gli altri alcuni vanno evidenziati:
AVE MARIA PER UNA GATTAMORTA di Mimmo Sorrentino che è << una telecamera lasciata aperta sugli adolescenti, senza censure, tagli, sospendendo ogni giudizio. Quando si vede il girato si resta sconcertati nel constatare che i protagonisti del dramma sono il naturale e scandaloso prodotto di una civiltà in cui il presente diventa onnipresente e non lascia speranza al futuro dei giovani. Per questo il testo di Ave Maria è un requiem cantato con sgrammaticati sms, improbabili e sgangherati>>.
LA PALESTRA DI Giorgio Scianna ,
nella quale pièce << la famiglia più civile diventa branco contro chiunque provi ad allungare le mani su uno dei loro membri. Non importa la legge, non importa quali siano i disastri commessi dai figli, non importano le vittime. Quando, come oggi ogni dimensione civile sparisce, la famiglia diviene l’unico simulacro rimasto in piedi, un altare a cui si deve sacrificare ogni cosa>>.
A coniugare i due testi principali c’è un collage di monologhi divertenti, impegnati, irriverenti, crudi che tratteggiano il tema dell’ omosessualità scoperta durante l’ adolescenza che può portare a tragiche conseguenze come i tentativi di suicidio, che ci riportano ultimamente i giornali; del bullismo in cui il branco vince sui più deboli, imponendo la sua legge; di una temibile quanto orrida indifferenza del racconto della morte che ne fa la televisione; della voglia di apparire degli adolescenti che si sovraespongono postando immagini spinte e porno su telefonini e social network senza tener conto della distruzione della reputazione di una persona e delle tragiche conseguenze a cui possono portare questi gesti sconsiderati. La crudezza dei temi, dei dialoghi e degli argomenti affrontati,viene ancora più sottolineata dalla scena spoglia e dal linguaggio non filtrato, denso di parolacce e termini gergali, propri del linguaggio giovanile. In tutti le varie scene domina l’ incomunicabilità non solo fra generazioni, ma fra gli stessi ragazzi che fondamentalmente si sentono soli, ognuno chiuso nel suo mondo virtuale, dove c’ è poco spazio per il dialogo. Ci sono anche i temi della contestazione dei giovani verso l’ autorità costituita, dell’ uso e abuso di anfetamine e alcool, realtà queste molto presenti nella nostra società,dei facili rapporti sessuali fra adolescenti, dello svilimento dei sentimenti, della mancanza di valori quali amicizia, rispetto, solidarietà. Un quadro veramente fosco dipinto con tutte le pennellate di nero e grigio senza tralasciare nulla di ciò che si sente ogni giorno in tv, che i ragazzi hanno reso al meglio, calandosi in questi ruoli tutti negativi, che rappresentano veramente la città di Sodoma, abbandonata da Dio. Non mancano i pezzi rap, anche questi per sottolineare il mondo adolescenziale, l’ uso ossessivo del telefonino a cui viene addirittura dedicata una preghiera, la voglia di apparire a tutti i costi (diete ossessive e il look in primo piano), sorvolando sull’ essere e dando importanza solo all’ avere, la ricerca difficile del lavoro spesso sottopagato e non qualificato, la scuola che pesa e viene spesso dai giovani abbandonata facendo venir meno prospettive lavorative gratificanti. Splendido spettacolo, superbi i giovani interpreti e curatissimo il lavoro di regia e coordinamento svolto dall’ insuperabile Tammacco. Un lavoro che alla fine lascia con l’ amaro in bocca, che apre poche prospettive per il futuro, che fa’ riflettere giovani ed adulti per i temi trattati. Sodoma, come la definisce Tammacco, è la città del presente, ancora non riscattato da Dio. Ma è proprio quello che vogliamo, vivere senza certezze e valori, senza un barlume di speranza? Dopo aver visto questo lavoro così impegnativo, rappresentazione della vita vera, il pubblico uscendo se lo è chiesto.
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