MOLFETTA. “L’INCIDENTE CHE NON DIMENTICO”: LA LEZIONE DI LEONARDO INDIVERI

crash test

Molfetta. - Un inno alla vita vissuta con sicurezza. È stato questo l’oggetto della manifestazione svoltasi, il 22 novembre a Molfetta, all’auditorium “Regina pacis”. L’Ipa (International police association), in collaborazione con il comando di polizia locale e con il patrocinio del Comune di Molfetta, ha presentato il progetto “Katedromos”, sponsor ufficiale dell’iniziativa è stata l’autoscuola “Futura” con sede a Molfetta e Bitonto.

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Molfetta. – Un inno alla vita vissuta con sicurezza. È stato questo l’oggetto della manifestazione svoltasi, il 22 novembre a Molfetta, all’auditorium “Regina pacis”. L’Ipa (International police association), in collaborazione con il comando di polizia locale e con il patrocinio del Comune di Molfetta, ha presentato il progetto “Katedromos”, sponsor ufficiale dell’iniziativa è stata l’autoscuola “Futura” con sede a Molfetta e Bitonto.

Si è trattato di una lezione/spettacolo sulla sicurezza stradale, a cui hanno partecipato vari studenti delle scuole medie superiori di Molfetta. Tutta la manifestazione è stata diretta da Leonardo Indiveri, istruttore di scuola guida con una toccante storia alle spalle, che ha raccontato come è nato tutto quello a cui i vari studenti hanno assistito nel corso della mattinata: “Trent’anni fa –racconta – decisi di aprire un’autoscuola in un piccolo paese e di fronte all’autoscuola abitava una famiglia che aveva un bambino piccolo, avrà avuto cinque anni. Questo bambino era stregato, affascinato dalla mia autoscuola: veniva, giocava con i miei modellini di auto. Lo aiutavo a fare i compiti e quando avevo un po’ di tempo ci giocavo anche, con lui. Arrivato a 18 anni me lo sono ritrovato come allievo dell’autoscuola, posso dire di averlo visto crescere, l’ho avuto tredici anni con me. È stato il più bravo, il più preparato allievo che io abbia avuto in autoscuola. Tre giorni dopo aver conseguito la patente si è caricato tre amici in macchina, ha preso la macchina del papà, una macchina vecchia, e mentre percorrevano la strada che li avrebbe portati in campagna per una giornata di puro e sano divertimento, affrontando una curva troppo velocemente, l’auto è uscita di strada e si è ribaltata più volte. Gli amici sono rimasti lievemente feriti ma lui non ce l’ha fatta, ha perso la vita in quell’incidente. Sono andato al funerale e quando sono entrato in quella casa piena di gente, la mamma non appena mi ha visto entrare si è alzata disperata e mi ha detto: hai fatto tutto ciò che era nelle tue possibilità per impedire che quella tragedia accadesse? Questa frase mi ha distrutto”.

Da quel momento Leonardo ha iniziato a compiere una serie di viaggi in Europa per imparare sempre più cose da trasmettere ai suoi allievi e per far capire quanto fosse importante il rispetto per la loro vita e per quella degli altri. Ma il tempo che ogni ragazzo restava in autoscuola era poco e per questo motivo Leonardo decise che sarebbe dovuto andare nelle scuole e parlare ai ragazzi, ancor prima che loro entrassero in un’autoscuola.

Durante l’evento è intervenuto anche il comandante della polizia municipale di Molfetta, Giuseppe Gadaleta che ha detto ai ragazzi: “Io vi chiedo a nome di tutti gli operatori della polizia stradale di alleggerire il nostro lavoro. Siamo stanchi di vedere ragazzi sull’asfalto, basta.” Tuttavia, non si è trattato di un normale incontro perché accanto ai numerosi e forti video sui vari incidenti stradali, ai ragazzi attraverso vari giochi è stato dimostrato come sia importante rispettare tutte le regole del codice stradale. Importante è stato anche il contributo di Luca Garofoli, proprietario dell’autoscuola Futura il quale ha sottolineato l’importanza delle regole sulla strada la quale non è un luogo di competizione. Ha continuato: “Sulla strada c’è un concetto che prevale ed è quello della tolleranza e quindi il vivere civile e il vivere con gli altri”. Gli studenti hanno dimostrato grande attenzione nei confronti dell’argomento trattato. L’incontro è continuato nel pomeriggio con una simulazione di crash test nella quale è stato ribadito ancora una volta, attraverso delle vere e proprie simulazioni, l’importanza del casco, della cintura di sicurezza, del corretto rispetto dei limiti di velocità.

È una realtà che riguarda tutti, nessuno escluso. Bisogna fare in modo che i 5mila morti e i 20mila disabili annui, dovuti a incidenti stradali, siano solo lontani numeri che pian piano si vadano azzerando sempre più. La strada è un’arma a doppio taglio che bisogna saper usare per evitare che faccia del male, e questa manifestazione ci è riuscita.

 

 

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