DOMANI A MOLFETTA “MI SEPARO”, LO SPETTACOLO DOVE SI ENTRA IN COPPIA E SI ESCE SINGLE
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Molfetta. - Lui per Molfetta è "Nano". Lei Nadia Gadaleta. Le loro strade si sono incrociate ma non per un fortuito caso, bensì per la caparbietà e determinazione di questa incontenibile animalista.
Molfetta. – Lui per Molfetta è “Nano”. Lei Nadia Gadaleta. Le loro strade si sono incrociate ma non per un fortuito caso, bensì per la caparbietà e determinazione di questa incontenibile animalista.
Ciò che accadeva nel canile-lager di Trani, il famoso “Dog’s Hotel” che è più appropriato chiamare “inferno Malcangi” è venuto finalmente a galla grazie alle segnalazioni di coraggiose volontarie e all’intervento dei Nas che hanno posto sotto sequestro la struttura. Tutto è ormai di portata nazionale data la gravità dei fatti. Ne stanno parlando i giornali, i network, le tv (per citarne uno ricordiamo il servizio di qualche giorno fa di Edoardo Stoppa inviato di “Striscia la notizia”). Le indagini proseguono, i volontari lavorano senza sosta per alleviare le pene dei circa 500 poveri cani malati, maltrattati e sofferenti che versano in una condizione davvero precaria.
Ciò che accadeva in quell’inferno circolava sottovoce già da un po’ tra i volontari resi però inermi dinanzi all’impossibilità di poter accedere al canile perennemente sotto chiave e ben difeso dal suo proprietario che, per ovvie ragioni, si è sempre rifiutato d’aprire le porte a volontari, visitatori e adottanti infrangendo ogni tipo di regolamentazione. Da lì nessun cane usciva. Nessun cane aveva una speranza. Nessuno, tranne Nano. Lui è stato uno di loro. Per questo vale la pena raccontare la storia di Nano e Nadia con la speranza che ognuno di quei cani possa avere da oggi la stessa possibilità di rinascita. Tutto accadeva precisamente un anno fa quando la nostra concittadina, volontaria della Lega nazionale per la difesa del cane, sezione di San Ferdinando, è venuta a conoscenza della situazione in quella struttura e della presenza di un cagnolino nero. La piccola taglia di Nano è stata determinante perché lo rendeva più facilmente adottabile. Nadia era determinata, voleva assolutamente tirarlo fuori dal lager, iniziando da lui e continuando con tutti gli altri. Sin da subito però i buoni propositi si son scontrati con la scomoda realtà dei fatti: entrare nel canile era impossibile, i rapporti con Malcangi son stati complicati e pericolosi. La volontaria però non ha mollato, ha passato ore e ore dietro quel cancello rivendicando il suo diritto all’accesso, i piantonamenti si sono ripetuti nei giorni insieme alle telefonate e agli incontri con l’uomo che ha cercato di dissuaderla in ogni modo ma senza riuscirci. Dopo un grosso impegno da parte della ragazza, Malcangi ha ceduto. Nano è arrivato a Molfetta. Hanno fornito un grande aiuto i veterinari della Lega del cane di Molfetta che si sono occupati meticolosamente delle condizioni di salute del piccolo che fortunatamente si sono rivelate positive. Il cane, come si può ben immaginare, era sprovvisto di ogni tipo di documento e di microchip.
Sul cammino della rinascita di questo cagnolino oltre a Nadia sono apparse due splendide persone di Cremona che senza nemmeno conoscerlo si sono subito proposte per l’adozione. Nano è stato ribattezzato “Balaki” ed ora vive con la sua fantastica famiglia circondato da amore e attenzioni. Il viaggio da Molfetta a Cremona è stato lungo, ma ne è valsa la pena.
A Nadia va il merito d’essere riuscita in un’impresa che sembrava impossibile e la riconoscenza per il suo impegno animalista che quotidianamente si rinnova accanto al gruppo di “Fronte animalista”.
Questa storia porta un lieto fine, lo stesso che ci auguriamo abbiano gli altri cani.
A tal proposito ricordiamo che si sta effettuando una raccolta di materiale, coperte, medicinali d’ogni genere per aiutare questi poveri cani. Chi volesse dare il suo supporto può contattare i volontari della Lega del cane anche attraverso la pagina Facebook.
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