MOLFETTA. BOTTA E RISPOSTA TRA D’INGEO E IL MOVIMENTO “LINEA DIRITTA”

DINGEO

Molfetta. - In merito alla nota pubblicata sul blog del movimento Linea Diritta del 24 novembre, “Linea diritta risponde alle interrogazioni del Liberatorio Politico”, il Liberatorio politico ritiene opportuno esprimere alcune riflessioni sui contenuti della stessa.

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Molfetta. – In merito alla nota pubblicata sul blog del movimento Linea Diritta del 24 novembre, “Linea diritta risponde alle interrogazioni del Liberatorio Politico”, il Liberatorio politico ritiene opportuno esprimere alcune riflessioni sui contenuti della stessa.

 Tollerare il bivacco in una zona a ridosso della Capitaneria di porto (dal 13 al 18 agosto e non solo il giorno di ferragosto) in cui vige l’ordinanza balneare della Regione Puglia del 23 aprile 2013, tollerare la presenza di una postazione abusiva, di un bar, sfornita delle necessarie autorizzazioni alla vendita e dei permessi igienico-sanitari, tollerare un’indecorosa tendopoli con tanto di sedie, letti, materassi ed ombrelloni nel più totale abbandono e sporcizia, essendo la zona sprovvista di strutture attrezzate, significa di fatto smentire quelle coordinate di legalità e di restituzione alla vita decorosa tracciate dal movimento Linea Diritta prima del voto di giugno. Significa anche non aver saputo restituire la dignità a quelle persone, che se ne sono inconsapevolmente private, autorizzandole a permanere di fatto in quello stato di degrado.
Citare “lo sguardo dei bambini” come motivazione principale che avrebbe spinto l’amministratore e i tutori dell’ordine pubblico a derogare alle regole vigenti è, semmai, un’aggravante posto che l’assessore Maralfa, delegato alla Socialità e Polizia municipale, ricoprendo anche il ruolo di vicesindaco, avrebbe dovuto senza esitazione allontanare i minori e impedirne la permanenza in quel luogo insalubre e di diffusa illegalità.
Non si possono disapplicare le regole in nome del buonismo. Questo deve essere possibile solo allorquando non vi siano altre vie, non prima di aver tentato tutte le strade, certo non come modo per sfuggire alle responsabilità. Ed è di questa resa incondizionata che vogliamo parlare perchè il buonismo è l’altra faccia dell’ indifferenza. È la paralisi della volontà. È una modalità per evitare di esporsi e di andare al cuore del problema. Serve a deresponsabilizzarsi e autoassolversi.
Ben presto, infatti, alla ricerca continua di mediazioni e disapplicazioni delle regole, l’amministratore dovrà adeguarsi alle tante richieste che gli si pareranno innanzi e che i più spregiudicati saranno abili a strumentalizzare impadronendosi, di fatto, della libertà di azione della persona stessa.
Pertanto, rilanciamo questa nota al movimento Linea Diritta per aprire una riflessione cittadina, e al loro interno, sulle illegalità, sul loro contrasto, sulle arroganze e le sottovalutazioni che l’illegalità diffusa porta con sé; inoltre invitiamo lo stesso movimento a rispettare il ruolo del Liberatorio politico che, coerentemente, da 8 anni porta avanti il suo impegno civico e di tutela del diritto alla legalità dei cittadini a “360 gradi”.

 

 

 

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