MOLFETTA. PUÒ UN GIOVANE ATLETA A CAUSA DEL “VINCOLO SPORTIVO” DIVENTARE PROPRIETÀ DI UNA SOCIETÀ SPORTIVA ? LEGGETE LE CONSIDERAZIONI DI UN GENITORE.

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MOLFETTA - Rilanciamo lo sfogo di un genitore che a causa di un comportamento a quanto pare "comune" applicato da una società sportiva sta vedendo svanire l'entusiasmo del proprio figlio verso lo sport. Non ci sono nomi ne riferimenti alla disciplina ma probabilmente questa cattiva abitudine è attualmente radicata e riscontrabile in più ambiti sportivi locali. Segue la lettera integrale:

Quando si parla di "vincolo sportivo", cosa vi viene in mente? A cosa si fa effettivamente riferimento?
La storia è questa: si parla di un ragazzo, giovane, bravo, ma di cui non si dirà il nome (perché minorenne) che ha giocato per una società sportiva (di cui non si dirà il nome perché....sconveniente) che non può e non vuole più fare sport a causa (diciamo) del "vincolo sportivo", del famoso cartellino.

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MOLFETTA – Rilanciamo lo sfogo di un genitore che a causa di un comportamento a quanto pare “comune” applicato da una società sportiva sta vedendo svanire l’entusiasmo del proprio figlio verso lo sport. Non ci sono nomi ne riferimenti alla disciplina ma probabilmente questa cattiva abitudine è attualmente radicata e riscontrabile in più ambiti sportivi locali. Segue la lettera integrale:

Quando si parla di “vincolo sportivo”, cosa vi viene in mente? A cosa si fa effettivamente riferimento?
La storia è questa: si parla di un ragazzo, giovane, bravo, ma di cui non si dirà il nome (perché minorenne) che ha giocato per una società sportiva (di cui non si dirà il nome perché….sconveniente) che non può e non vuole più fare sport a causa (diciamo) del “vincolo sportivo”, del famoso cartellino.

Si sa che un giocatore viene tesserato per una società sportiva e per questa è vincolato per un tempo determinato, ma è mai successo che la società metta in condizioni il giocatore, anzi adotti un comportamento per cui il genitore suggerisca al figlio (perché di tratta di un 14enne) di lasciare, non solo la società per la quale è tesserato, ma addirittura lo sport per il quale ha speso parte della sua gioventù?. La qual cosa succede quando, ad esempio, lo sportivo di turno venga scelto per giocare per un’altra squadra o egli stesso avrebbe deciso di cambiare (giust’appunto) società e quest’ultima non solo non libera, non svincola, il giovane giocatore, ma per mezzo di un sedicente responsabile dice “il ragazzo è nostro e qui rimane”: alla faccia dell’elasticità. Ebbene è successo. Il motivo, comunque c’è, e il sedicente lo ha anche detto: serve
A questo punto cosa resta da fare? O scegliere vie alternative legittime chiaramente, (prestito e così via) o lasciare definitivamente anche perché i termini vincolano (appunto) l’atleta e, motivo più umano, viene meno quel rapporto tra sportivo e società che s’instaura all’inizio, ma niente. Neppure con le buone, legittime e previste dalla federazione succede nulla. Ok. Stop. Fermo. Basta.
Ma allora cosa s’intende per vincolo sportivo soprattutto quando vi sono norme federali che prevedono altre ipotesi? Vuol dire danneggiare non solo sportivamente un ragazzo? Vuol dire essere proprietari nel senso più ampio, di un ragazzo e della sua vita sportiva più del genitore stesso? Vuol dire approfittarsi del “vincolo” e, ad esempio, chiedere il riscatto del cartellino. Cosa deve fare un genitore per ritornare tale?
Sul “cartellino” sul “vincolo sportivo” si è scritto molto; con riferimento all’atleta di minore età, anche. In tutti i casi si è fatto il bene del ragazzo e i motivi sono talmente semplici che sarebbero inutili (ma per la società di riferimento forse sarebbe opportuno ricordarli) ripeterli.
Allora perché comportarsi così? Un consiglio ai genitori: verificate tutte le norme federali e statutarie (n.d.r. di questa società non si trovano) prima che vostro figlio cambi……genitore con una sola vostra firma…..

 

 

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