MOLFETTA. CENTRALE A BIOMASSE: CHIESTI 6MILIONI DI RISARCIMENTO DOPO IL “PASTICCIOTTO AMMINISTRATIVO”

sabinalenoci

MOLFETTA - "CENTRALE A BIOMASSE: ALTRO PASTICCIOTTO AMMINISTRATIVO". Questo è il titolo dell'articolo pubblicato da questa testata il 26 giugno u.s. sul dininego relativo alla costruzione di una centrale termoelettrica a biomasse. In quell'articolo, scrivemmo: "E non basterà la sola personale contrarietà della Lenoci ad evitare un possibile contenzioso anche su questo versante. Purtroppo a  pagare in caso di soccombenza saranno i molfettesi, sia quelli favorevoli che quelli contrari alla centrale." Purtroppo, è arrivata la conferma (l'ennesima):  la Renovo Bionergy ricorre al Tar e chiede al Comune di Molfetta un maxi risarcimento di oltre 6 milioni. La domanda risarcitoria relativa al danno ingiusto causato alla ricorrente è quantificata in €. 257.000,00 a titolo di danno emergente e in € 6.000.000,00 a titolo di lucro cessante.

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MOLFETTA – “CENTRALE A BIOMASSE: ALTRO PASTICCIOTTO AMMINISTRATIVO”. Questo è il titolo dell’articolo pubblicato da questa testata il 26 giugno u.s. sul dininego relativo alla costruzione di una centrale termoelettrica a biomasse. In quell’articolo, scrivemmo: “E non basterà la sola personale contrarietà della Lenoci ad evitare un possibile contenzioso anche su questo versante. Purtroppo a  pagare in caso di soccombenza saranno i molfettesi, sia quelli favorevoli che quelli contrari alla centrale.” Purtroppo, è arrivata la conferma (l’ennesima):  la Renovo Bionergy ricorre al Tar e chiede al Comune di Molfetta un maxi risarcimento di oltre 6 milioni. La domanda risarcitoria relativa al danno ingiusto causato alla ricorrente è quantificata in €. 257.000,00 a titolo di danno emergente e in € 6.000.000,00 a titolo di lucro cessante.

Con Determina Dirigenziale Nr. 1101, del Settore Affari Generali e Innovazione del 05/11/2014, pubblicata sull’albo pretorio il 13 novembre u.s. il Comune di Molfetta ha nominato per la difesa l’avvocato Felice Eugenio Lorusso di Bari. Nella medesima Determina, è previsto un preventivo di massima per le competenze del legale del Comune di Molfetta di €. 10.000,00 più oneri fiscali. 

Un “no” alla costruzione della centrale che, nella conferenza di servizi, era stato motivato indicando carenze informative nel piano di approvvigionamento della biomassa (non erano indicati i costi, i consumi e le emissioni legate ai trasporti). Un no che potrebbe costare molto caro al Comune di Molfetta. La Renovo, dalla sua, ha il parere favorevole dell’Arpa e il nulla osta del Ministero dello Sviluppo Economico.

L’arch. Sabina Lenoci (leggi anche, sull’ex Dirigente del Settore Urbanistica e Territorio: “ERA SBAGLIATA LA DIFFIDA DEL COMUNE SUL PRESUNTO “PASSAGGIO PEDONALE) espresse il suo formale diniego alla centrale perché «Il Piano di approvvigionamento dell’impianto – così è scritto nel verbale pubblicato nell’albo pretorio -, contenuto all’interno dell’elaborato “Relazione descrittiva del progetto” non risponde ai contenuti minimi previsti dall’allegato 1 al Regolamento Regionale (che disciplina la materia ndr) in quanto non definisce compiutamente le modalità di approvvigionamento della biomassa, non valuta i costi, i consumi e le emissioni legate al trasporto della biomassa; non contiene copia dei contratti di approvvigionamento, coperti da garanzia fideiussoria bancaria. Non risulta documentato l’uso produttivo, per fini civili o industriali, della maggior parte del calore residuo associato alla produzione di energia elettrica, ai sensi dell’art. 4, comma 5, del citato R. R. attraverso convenzioni, contratti o accordi stipulati con aziende. Inoltre non risulta acquisito il nulla-osta del Ministero dello Sviluppo Economico stabilito dagli articoli 95, 97 e 98 del D. Lgs, 1 agosto 2003, n. 259 e dal Testo Unico di Leggi sulle acque e impianti elettrici 11 dicembre 1933, n. 1775, per la linea elettrica a servizio dell’impianto.» 

Per la Renovo Bioenergy invece «il piano degli approvvigionamenti già presentato in data 30/04/2013 è contenuto nella “Relazione” – mancherebbe quindi – solo la fidejussione bancaria, la cui contrazione è possibile solo dopo l’autorizzazione dell’opera e l’inizio dell’attività operativa». La Renovo, inoltre chiarì che «l’impianto funziona a biomasse vergini soprattutto di potatura, come si rileva dal piano di approvvigionamento e dalla lettera di intenti.»

Non solo, ma il dott. De Berti della Renovo produsse anche note di alcune aziende del territorio molfettese dalle quali risultava chiaramente e senza ombra di dubbio l’interesse manifestato alla fornitura di energia termica. Inoltre c’era il nulla osta del Ministero dello Sviluppo Economico. Non ci fu nulla da fare in quella Conferenza. A nulla servì il parere favorevole dell’Agenzia Regionale per l’Ambiente (Arpa).  

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