MOLFETTA. ENNESIMO RICORSO AL TAR PUGLIA CONTRO IL COMUNE DI MOLFETTA

rosalba gadaleta molfetta

MOLFETTA - "Ai posteri l'ardua sentenza", è proprio il caso di dire. Fra qualche mese, al più tardi qualche anno, le sentenze ci saranno per davvero.
Nessuno oggi con certezza, al di là delle "lamentationes" quasi generalizzate di tutti gli operatori dell'edilizia molfettese, può sapere fino a che punto sia giusta o sbagliata la politica sin qui seguita dall'Amministrazione in questo importante comparto dell'economia molfettese.

Oggi, de facto, l'edilizia a Molfetta è bloccata pressoché totalmente con tutto il suo indotto. L'Assessore al ramo, già avvocato di legambiente, secondo la sua parte politica ha "il merito" di aver bloccato la cementificazione del territorio; secondo altri, invece, ha bloccato immotivatamente iter procedimentali già avviati. Non è possibile oggi, assegnare torti o ragioni in maniera definitiva. Quello che è certo oggi, è che questa politica sta generando una marea di ricorsi, oltre ad aver già gettato sul lastrico intere famiglie, soprattutto quelle degli operai edili. Questi sono già fatti.

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MOLFETTA – “Ai posteri l’ardua sentenza”, è proprio il caso di dire. Fra qualche mese, al più tardi qualche anno, le sentenze ci saranno per davvero.
Nessuno oggi con certezza, al di là delle “lamentationes” quasi generalizzate di tutti gli operatori dell’edilizia molfettese, può sapere fino a che punto sia giusta o sbagliata la politica sin qui seguita dall’Amministrazione in questo importante comparto dell’economia molfettese.

Oggi, de facto, l’edilizia a Molfetta è bloccata pressoché totalmente con tutto il suo indotto. L’Assessore al ramo, già avvocato di legambiente, secondo la sua parte politica ha “il merito” di aver bloccato la cementificazione del territorio; secondo altri, invece, ha bloccato immotivatamente iter procedimentali già avviati. Non è possibile oggi, assegnare torti o ragioni in maniera definitiva. Quello che è certo oggi, è che questa politica sta generando una marea di ricorsi, oltre ad aver già gettato sul lastrico intere famiglie, soprattutto quelle degli operai edili. Questi sono già fatti.

Prima o poi, questi contenziosi amministrativi sfoceranno in sentenze definitive. E anche questi sono fatti. Sarà allora che si potranno tirare le somme, al di là dei fiumi di parole pro e contro questa politica e questa amministrazione. Quando questi iter processualli saranno giunti al loro epilogo, si potranno allora emettere giudizi definitivi anche sul piano politico, si potrà dire con certezza se la politica seguita da questa Amministrazione, sia stata scellerata oppure lungimirante. 

Certo se questa politica dovesse tradursi fra qualche anno in un enorme danno per le casse del Comune (si pensi solo alla richiesta di risarcimento di oltre 6milioni di euro chiesti dalla Renovo Bionergy), oltre al danno sul fronte dell’economia cittadina, oggi già percepibile, occorrerà capire fino a che punto ci sia stata responsabilità erariale, oppure il contrario, di tutte le persone coinvolte in questo tipo di politica (Amministratori e Consiglieri comunali di maggioranza, ovviamente). 

Esistono delle precedute che in ogni caso vanno rispettate, al di là delle convinzioni ideologiche. Spesso amministrazioni di destra hanno ereditato iter amministrativi già avviati e non più arrestabili, di amministrazioni di sinistra, eppure queste procedure hanno visto comunque il loro epilogo, anche quando riguardavano opere pubbliche non gradite, pensate e progettate da amministrazioni precedenti di diverso colore politico. Si può tranquillamente fare anche l’esempio inverso, la sostanza comunque non muta.

Troppi ricorsi, troppo alta la probabilità statistica, senza dover necessariamente “scomodare” il merito dei ricorsi stessi, che qualche giudizio possa dare ragione ai ricorrenti. Dov’è finito il principio di continuità dell’azione amministrativa? E’ possibile che questa amministrazione si sia piuttosto impegnata scientificamente a creare problemi anche laddove non ce ne erano al solo scopo di demonizzare i presunti nemici? A queste domande, oggi, non può seguire risposta certa. La risposta, certa, arriverà dai Tribunali. Nell’ultimo ricorso, notificato al Comune di Molfetta in data 1.8.2014, viene contestato l’illegittimità del silenzio serbato dal Comune di Molfetta in ordine alla richiesta di provvedere, inoltrata l’11.2.2014 e reiterata con atto di diffida notificato il 4.6.2014, agli adempimenti necessari alla stipula della convenzione urbanistica accessiva al Piano particolareggiato del Comparto B2.1, 

I ricorrenti, con ricorso al TAR Puglia, chiedono anche la condanna del Comune al risarcimento del danno conseguente all’inosservanza del termine per la conclusione del procedimento e, comunque, il pagamento dell’indennizzo per il ritardo ai sensi dell’art. 2 bis della legge n. 241/90. L’udienza per la discussione è stata fissata per il 26 novembre 2014. 

Con Determina Dirigenziale Nr. 1145, Settore Affari Generali e Innovazione, del 17/11/2014 il Comune di Molfetta ha deciso di resistere dinanzi al TAR PUGLIA, al ricorso promosso dai sigg.ri SPAGNOLETTI Giuseppe, CONSIGLIO Francesco e SPADAVECCHIA Silvio Giuseppe, conferendo incarico di patrocinare e difendere il Comune di Molfetta nel citato giudizio agli avv.ti Corrado Mastropierro e Ida Maria e prevedendo un preventivo di massima per le competenze di 4.000,00, oltre gli oneri fiscali.

Si apre un altro fronte dagli esiti incertissimi. Anche in questo caso, l’esito non è scontato. Anche questa volta si contesta un anomalo immobilismo, cosa che viene contestata anche da alcuni esponenti politici critici nei confronti di questa Amministrazione, di minoranza ma anche di maggioranza. Non una mera casualità. Indizi piuttosto che lasciano intravvedere elementi di ragionevolezza nelle ragioni dei critici della politica sin quei senguita da questa Amministrazione e soprattutto dall’Assessore al ramo, in questo importante comparto dell’economia locale. 

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