MOLFETTA. “UN PROGETTO SBAGLIATO”. ANTONELLO MASTANTUONI SCRIVE UNA LETTERA PUBBLICA ALL’ASSESSORE GIOVANNI ABBATTISTA

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MOLFETTA. "Caro Giovanni Abbattista - così inizia la lettera pubblica che Antonello Mastantuoni rivolge all'Assessore ai Lavori Pubblici Giovanni Abbattista - l’Amministrazione comunale, di cui sei un autorevole rappresentante, ha spesso sottolineato che la discontinuità con quanto fatto dalle amministrazioni di centro destra è la bussola della propria azione amministrativa." Segue la pubblicazione del resto dell'articolata lettera pubblica.

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MOLFETTA. “Caro Giovanni Abbattista – così inizia la lettera pubblica che Antonello Mastantuoni rivolge all’Assessore ai Lavori Pubblici Giovanni Abbattista – l’Amministrazione comunale, di cui sei un autorevole rappresentante, ha spesso sottolineato che la discontinuità con quanto fatto dalle amministrazioni di centro destra è la bussola della propria azione amministrativa.” Segue la pubblicazione del resto dell’articolata lettera pubblica.

Come ci viene spesso ricordato dal sindaco Natalicchio, «con la sua prima delibera» ha scelto di rilanciare l’attività di Agenda 21 a livello locale, ponendo dunque il principio di “sostenibilità” a fondamento della propria politica e indicando nella partecipazione dei cittadini alle scelte il principio fondante della cittadinanza. 

Più recentemente ha posto grande attenzione al ruolo che i centri di aggregazione sociale possono svolgere nella rivitalizzazione del tessuto urbano, sottolineando il ruolo che anche gli esercizi pubblici, quali bar e pub, possono svolgere per sostenere una buona qualità della vita. 

Lodevolmente l’Amministrazione comunale ha anche intrapreso la tanto sospirata ristrutturazione dei locali che attualmente ospitano la Scuola popolare di musica Dvořák che da anni svolge il meritorio compito di divulgare la cultura musicale nella nostra città. 

Lo stabile, com’è noto, sorge nel quartiere Catecombe, una parte della città che si trova a svolge un difficile ruolo di interconnessione fra il Centro storico, l’area portuale e la città più recente. Spesso ingiustamente poco considerato nei suoi aspetti storici, urbanistici e architettonici, il quartiere Catecombe ha negli anni scorsi subito numerosi insulti, dalla vergognosa “risistemazione” di Largo Domenico Picca, alla antenna per telefonia mobile piazzata nel cuore del quartiere in spregio a ogni legge paesaggistica, alla arrabattata sistemazione della stessa Piazza delle Erbe, alla incomprensibile scelta di ristrutturare Piazza Minuto Pesce per riconfermarne l’uso mercatale (un monastero del XIII secolo!). Tutti questi interventi non solo sono improvvidi in sé, ma dimostrano l’assoluta incapacità che le amministrazioni che si sono succedute hanno avuto di vedere il quartiere nel suo insieme.

Il complesso in cui ha trovato dimora la Scuola Popolare di Musica costituisce senza dubbio il più rilevante fra quelli presenti nella zona e le attività didattico musicali hanno in questi anni svolto un fondamentale ruolo di socializzazione, di apertura delle istituzioni verso un quartiere che presenta numerose problematicità sociali. Il progetto di ristrutturazione di fatto gira le spalle al quartiere e marginalizza Piazza delle Erbe.

Si è infatti scelto di spostare in via Cifariello l’ingresso allo stabile e di spostare il palco della sala concerti ostruendo le finestre che si affacciano su Piazza delle Erbe rendendo così impossibile l’uso del balcone che si affaccia sulla piazza e costringendo all’uso della luce artificiale anche nelle ore diurne (bella scelta davvero per chi ha fatto della sostenibilità ambientale una bandiera). Inoltre, a dispetto dell’impegno preso nei confronti della città con l’istituzione del Forum di A21 il progetto non è stato pubblicamente discusso, se non in forme assai ridotte durante le quali l’atteggiamento dei progettisti è stato sempre poco disponibile ad ascoltare le ragioni dei portatori di interesse. 

«È già in fase esecutiva» mi è stato riferito che tu avresti risposto a chi, non più di qualche giorno fa, ti chiedeva un supplemento di riflessione sul progetto. Ma si tratta di un progetto che presenta scelte sbagliate, che persevera nel solco degli altri progetti che l’hanno preceduto, e che porta incomprensibilmente a un ulteriore svilimento di una parte pregevolissima di città. Non è mai troppo tardi per rimediare agli errori. 

Fermatevi e lasciateci continuare a credere che la superficialità con cui fu steso l’asfalto davanti al Duomo sia stato un errore irripetibile.

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