MOLFETTA. “LA REGIA MARINA NELLA GRANDE GUERRA”. SABATO LA CONFERENZA ALLA SALA FINOCCHIARO

bozza 30 novembre

MOLFETTA - Sabato 13 dicembre 2014 alle ore 18,00 presso la sala Finocchiaro all'interno della Fabbrica di San Domenico, si terrà una conferenza multimediale sulla “REGIA MARINA NELLA GRANDE GUERRA”. 

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MOLFETTA – Sabato 13 dicembre 2014 alle ore 18,00 presso la sala Finocchiaro all’interno della Fabbrica di San Domenico, si terrà una conferenza multimediale sulla “REGIA MARINA NELLA GRANDE GUERRA”. 

2-3 14-1Interverranno: il com.te CF (CP) Lagrasta Flavio Stefano della Capitaneria di Porto, il dr. Spadavecchia Michele pres. Ass. Eredi della Storia, il dr. Malvasi Francesco del Gruppo Editoriale Ars Illuminandi. La proiezione di filmati d’ epoca e la esposizione di ben 20 pannelli esplicativi nel chiostro dell’ ex Convento faranno da cornice alla manifestazione. Si discuterà intorno alle motivazioni dell’ entrata in guerra dell’ Italia, dei riflessi sulla città di Molfetta, dell’ eroismo dei suoi marinai. Autorità civili e militari e rappresentanze delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma affolleranno la sala Finocchiaro. Per l’ organizzazione è doveroso ringraziare la Fondazione A.N.-M.I.G. nella persona del suo Presidente Regionale Avv. Nico Bufi, l’ ass. Eredi della Storia, l’ Ist. Del Nastro Azzurro, e la Ass. Combattenti e Reduci, per il contributo in materiale d’ epoca e documentazione.

Al momento dell’entrata in guerra dell’Italia contro gli Imperi centrali il 24 maggio 1915, la Regia Marina fu impegnata in azioni di pattugliamento dell’Adriatico, di supporto all’ala destra dell’esercito impegnato sull’Isonzo e di blocco del litorale austro-ungarico e del canale d’Otranto. 

Nel corso del conflitto venne dato notevole impulso, sul fronte dei mezzi a disposizione, allo sviluppo della componente aerea della Marina. Furono infatti utilizzati, da quest’ultima, oltre agli aerei e ai dirigibili di stanza a terra anche idrovolanti installati a bordo e furono inoltre concepiti ed approntati nuovi mezzi d’assalto e mezzi veloci: -tra i primi la Torpedine semovente Rossetti detta “mignatta”: un siluro guidato da un equipaggio e dotato di due cariche esplosive da 175 kg ciascuna; -come mezzo veloce d’assalto venne invece sviluppato il Motoscafo Armato Silurante (MAS), cioè un’unità leggera, veloce, fornita di mitragliera, con siluri e bombe anti-sommergibile, sviluppata allo scopo di compiere azioni di sabotaggio dei porti nemici dell’alto Adriatico e di contrastare i sommergibili.

L’Italia inoltre costruì e mantenne in servizio diverse corazzate, ma queste non parteciparono ad alcuna battaglia navale degna di nota. Per la maggior parte della durata del conflitto le marine italiana ed austriaca mantennero infatti una sorveglianza relativamente passiva verso la controparte. Entrambe le parti compirono comunque alcune azioni di rilievo: il sommergibile tedesco UB 14, in quel momento operante come l’austroungarico U.26 in quanto la Germania non aveva ancora dichiarato guerra all’Italia, affondò l’incrociatore Amalfi, con soli 67 morti su un equipaggio di oltre 1300 uomini[62]; Le corazzate Benedetto Brin a Brindisi il 27 settembre 1915 e Leonardo Da Vinci a Taranto il 2 agosto 1916 affondarono a seguito di esplosioni, una delle possibilità prese in considerazione per spiegare questi episodi, è che siano state sabotate dagli Austriaci; nella battaglia del canale di Otranto, tra il 14 e il 15 maggio 1917, alcune unità austriache, gli incrociatori Novara, Helgoland e Saida, scortati da due cacciatorpediniere e tre sommergibili, tentarono il forzamento della barriera ma furono contrattaccati da una formazione alleata al comando dell’ammiraglio italiano Alfredo Acton, composta dagli incrociatori inglesi Dartmouth e Bristol, appoggiati da cacciatorpediniere italiani e francesi; 14 pescherecci antisommergibile vennero affondati dalle navi austriache, ma il Novara rientrò gravemente danneggiato a Cattaro a traino del Saida, e solo per la protezione offerta dalle altre unità che costrinsero le navi alleate ad interrompere l’inseguimento.

9 dicembre 1917 – porto di Trieste: Luigi Rizzo provocò l’affondamento della corazzata austriaca Wien. 10 febbraio 1918 – beffa di Buccari: Costanzo Ciano, Luigi Rizzo e Gabriele d’Annunzio provocarono l’affondamento di quattro piroscafi; l’azione ebbe notevole risonanza e contribuì a risollevare il morale delle truppe per il lancio su Vienna, da parte di d’Annunzio, di bottiglie contenenti un messaggio ed ornate di nastri tricolori. 10 giugno 1918 – impresa di Premuda: il tenente Luigi Rizzo e il guardiamarina Giuseppe Aonzo alla guida dei MAS 15 e 21 provocarono l’affondamento della corazzata austriaca Szent István. Questa azione è tuttora ricordata e celebrata con la Festa della Marina. 1º novembre 1918 – impresa di Pola: con una “mignatta” il maggiore Raffaele Rossetti e il tenente medico Raffaele Paolucci affondarono la corazzata Viribus Unitis.

Marinai combatterono anche a terra: infatti una brigata di fanteria di marina venne schierata nei ranghi della 3ª armata del duca d’Aosta e varie batterie costiere appoggiarono la fanteria dell’esercito; la brigata non era costituita come reparto ufficiale, tanto che la Fanteria di Marina verrà riformata solo a guerra finita, ma compagnie di “marinai fucilieri” (che era il nome della specializzazione dopo la riforma Brin) combatterono a Grado e a Cortellazzo[64] (“Cortellazzo” è appunto il nome del battaglione logistico dell’attuale reggimento “Carlotto”, che svolge funzioni di scuola e logistica, abbinato al “San Marco” nella “Forza da Sbarco della Marina Militare”); inoltre un gruppo di artiglieria fu creato con i marinai superstiti dell’affondamento dell’incrociatore Amalfi ed impiegato con l’XI corpo d’armata sul Carso e un “raggruppamento Artiglieria Marina” con 100 cannoni venne creato ed inquadrato nel VII corpo d’armata che operava sul fianco destro della 3ª armata[64]. Successivamente, all’inizio del 1918, le varie compagnie vennero raggruppate in un reggimento costituito da tre battaglioni di fanti di marina, “Grado”, “Caorle” e “Monfalcone”, cui se ne aggiunse un quarto, il “Golametto”, e un reggimento di artiglieria su otto gruppi. Il “Monfalcone” verrà il 9 aprile 1918 intitolato al suo ex comandante, MOVM alla memoria Andrea Bafile. Inoltre imbarcazioni leggere pattugliarono i fiumi contro le infiltrazioni austriache e unità leggere coprirono dal mare le operazioni costiere.

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