MOLFETTA. PORTO DI MOLFETTA: L’INGRESSO NELL’AUTORITÀ PORTUALE DEL LEVANTE S’HA DA FARE PER PER NATALICCHIO E ABBATTISTA

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Molfetta chiede l’ingresso nell’Autorità portuale del levante. L’assessore alle opere pubbliche Abbattista: “Nei primi mesi del 2015 cominciano i lavori di messa in sicurezza. Nessuna richiesta di dissequestro se non arrivano le risposte su cassa di colmata e salvaguardia del diritto alla salute”. Il sindaco Natalicchio: “Con l’adesione all’Autorità Portuale del Levante usciamo finalmente dalla visione localistica e autarchica”

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Molfetta chiede l’ingresso nell’Autorità portuale del levante. L’assessore alle opere pubbliche Abbattista: “Nei primi mesi del 2015 cominciano i lavori di messa in sicurezza. Nessuna richiesta di dissequestro se non arrivano le risposte su cassa di colmata e salvaguardia del diritto alla salute”. Il sindaco Natalicchio: “Con l’adesione all’Autorità Portuale del Levante usciamo finalmente dalla visione localistica e autarchica”

“Non ci siamo mai sottratti dalla discussione con la città sul porto e lo abbiamo dimostrato anche ieri in consiglio comunale. La nostra posizione è semplice: portare avanti l’opera per quanto è al momento possibile, continuando la bonifica e avviando i lavori di messa in sicurezza. E inserire da subito il nostro porto in una  strategia di business di cui nessuno ha parlato per anni. A cosa serve il grande Porto? Noi pensiamo che per rispondere a questa domanda sia necessario ragionare in una logica di rete ed è per questo che ieri abbiamo votato l’adesione all’Autorità Portuale del Levante. Il nostro Porto entra in un sistema di cui fanno parte già Bari, Barletta e Monopoli, per intercettare i traffici più appetibili e garantire un rilancio immediato alla nostra portualità oltre che una più efficiente manutenzione delle aree portuali e maggiori servizi per gli operatori”. Il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio prova a sintetizzare le conclusioni della lunga discussione sul porto che ha impegnato ieri fino a tarda ora il Consiglio Comunale.  

“Sul mio rapporto con il Grande Porto se ne dicono tante. Io non avrei mai scelto di costruire un’opera del genere in uno specchio acqueo pieno di bombe. Ma non voglio lasciare l’opera a metà né smontarla, come qualcuno insinua con continue battute o strumentali raccolte firme – continua il sindaco. Certo non possiamo far finta che nell’ottobre di un anno fa non sia successo niente. Ci sono ombre su quell’appalto, fotografate dalla più grande indagine penale che abbia mai coinvolto il comune di Molfetta nella sua storia. Criticità ambientali e un procedimento amministrativo che stiamo faticosamente rimettendo in piedi, anche con l’aiuto di un importante studio legale romano che ci assiste per gestire questa enorme complessità. Ma non siamo fermi. Ci siamo spesi, nonostante il sequestro, per il completamento della bonifica, che su nostra sollecitazione abbiamo ripreso, oltre che esteso anche all’area di Torre Gavetone. E la bonifica è fondamentale per riprendere correttamente i lavori, senza pagare ancora milioni di euro in transazioni e riserve. Lo ripeto: chi ci ha preceduto ha progettato la terza opera in acqua più grande d’Italia su aree non disponibili, più precisamente su un mare di bombe. La città ha già pagato una transazione da 7,8 milioni di euro per i continui ritardi nella realizzazione legati alla presenza di una quantità di bombe inaudita nel 2010 e a luglio del 2013 abbiamo trovato sulle nostre scrivanie, appena insediati, altre richieste della società appaltatrice per 22 milioni. Dobbiamo proteggere i soldi dei cittadini da ulteriori sprechi e fare le cose con serietà e ponderazione”.

Sui lavori entra nel merito l’assessore alle opere pubbliche Giovanni Abbattista: “Noi lavoriamo perché l’opera possa proseguire. Nei primi mesi del prossimo anno partiranno i lavori di messa in sicurezza per circa 6 milioni di euro. Saranno necessari dai 10 ai 12 mesi, a seconda delle condizioni meteo marine. Nei prossimi giorni i progettisti incaricati ci consegneranno il progetto. I lavori ricalcano per oltre il 96% quelli dell’appalto dell’opera. Si tratta di mettere in sicurezza la banchina di nordovest, fissando i 14 cassoni liberi, della chiusura della testa di molo e della protezione lato mare della bretella di collegamento con la diga Salvucci, per evitare i danni legati al moto ondoso. Ci siamo mossi in questo ultimo anno nel campo stretto delimitato dall’inchiesta penale, ottenuto tutte le autorizzazioni ambientali e non chiederemo il dissequestro finché non si farà chiarezza sulla cassa di colmata. Dinnanzi alla ipotesi che lì siano stati commessi reati ambientali occorre avere tutte le risposte perché prima di tutto viene la tutela del diritto alla salute. E per gli accertamenti abbiamo invitato a fornirci risposte i tecnici del Ministero e l’Ispra. Questi sono i presupposti da cui ogni ragionamento responsabile sul porto deve partire”. 

Il Consiglio Comunale ha anche approvato a maggioranza un protocollo d’intesa con la Regione Puglia e l’Autorità portuale del levante, atto propedeutico al riconoscimento da parte del Ministero delle Infrastrutture del porto di Molfetta all’interno della giurisdizione della stessa autorità. 

“Usciamo finalmente – spiega il sindaco Natalicchio – dalla visione localistica. Abbiamo messo in liquidazione la società Molfetta porto poiché la tentazione autarchica di gestire su scala comunale  i traffici portuali sarebbe stata un ostacolo all’espressione piena delle potenzialità del nostro porto in termini commerciali, pescherecci e turistici. Qualcuno dice che stiamo perdendo sovranità e indipendenza. Non è così. Non c’è nulla da temere, stiamo riportando Molfetta e il suo porto in collegamento con un sistema che, in tempi di crisi, ci garantisce la possibilità di agganciare nuove opportunità”. 

 

“Come ho avuto modo di spiegare nella mia relazione al consiglio – puntualizza l’assessore Abbattista – i volumi dei traffici dell’attuale porto commerciale di Molfetta negli ultimi sette anni sono stati in flessione, toccando la punta del 42% nel 2013. Abbiamo bisogno delle occasioni di rilancio che l’Autorità portuale potrà fornirci. Inoltre attualmente tutto ciò che attiene i traffici portuali, come ad esempio concessioni e tariffe, passa dall’Autorità marittima, nella quale l’ente Comunale non è rappresentato. L’autorità portuale prende invece le sue decisioni all’interno del Comitato portuale e del Comitato territoriale, in cui i Comuni aderenti (Bari, Barletta e Monopoli) siedono rappresentati dal Sindaco. Non perderemmo sovranità ma al contrario acquisiremo opportunità di inquadrare  il nostro scalo all’interno dei traffici del Mediterraneo. Solo così potrà generarsi buona economia e nuova occupazione”.

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