MolFest, LE PAROLE D’ELOGIO E I RINGRAZIAMENTI DEL SINDACO MINERVINI SULLA 1°EDIZIONE DEL FESTIVAL
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MOLFETTA - Dopo 7 anni di restauro, l’opera è ritornata nella Chiesa di san Bernardino in Molfetta. Bonificato e consolidato, il Polittico è stato inaugurato dopo la celebrazione eucaristica “In Nativitate Domini”.
Oltre cinquecento anni di storia sono ritornati nella Parrocchia san Bernardino di Molfetta. Donato da Amedeo Lepore nel 1483 per la cappella che si andava erigendo nella chiesa conventuale di san Bernardino, il Polittico, prima presente nell’Altare della Madonna degli Angeli, poi ricollocato nella Cappella Passari, è stata riconsegnato alla Parrocchia san Bernardino dopo quasi 7 anni di lavoro per il suo restauro (ora affisso sul lato destro della Cappella del Santissimo). L’opera restaurata è stata inaugurata dopo la celebrazione eucaristica “In Nativitate Domini”.
MOLFETTA – Dopo 7 anni di restauro, l’opera è ritornata nella Chiesa di san Bernardino in Molfetta. Bonificato e consolidato, il Polittico è stato inaugurato dopo la celebrazione eucaristica “In Nativitate Domini”.
Oltre cinquecento anni di storia sono ritornati nella Parrocchia san Bernardino di Molfetta. Donato da Amedeo Lepore nel 1483 per la cappella che si andava erigendo nella chiesa conventuale di san Bernardino, il Polittico, prima presente nell’Altare della Madonna degli Angeli, poi ricollocato nella Cappella Passari, è stata riconsegnato alla Parrocchia san Bernardino dopo quasi 7 anni di lavoro per il suo restauro (ora affisso sul lato destro della Cappella del Santissimo). L’opera restaurata è stata inaugurata dopo la celebrazione eucaristica “In Nativitate Domini”.
Si tratta di un’opera straordinaria e singolare, il cui fascino storico e artistico è stato riportato alla luce attraverso il lavoro di disinfestazione e consolidamento realizzato dalla ditta Lorenzoni Restauri srl di Polignano a Mare, su autorizzazione del direttore della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Bari, dott.ssa Rosa Lorusso.
Bonificata la struttura dagli attacchi degli insetti xilofagi (si nutrono di legno vivo o morto), è stato necessario ripristinare la pellicola pittorica e fissare il Polittico su una struttura adeguata, ovvero un pannello piano di color beige oliva chiaro, che ne facesse godere tutta la sua bellezza artistica (in passato, le 6 tavole erano collocate su un piano metallico). Durante i lavori di restauro, è stata rimossa la vernice ossidata per riconferire luminosità al colore originale dell’opera e sono state riequilibrate le integrazioni pittoriche dell’ultimo restauro.
Quella del Polittico è una storia molto particolare, passata di restauro in restauro. Attribuito prima al Vivarini e dopo a Tuccio d’Andria, Il Polittico è stato accostato alla maniera del Maestro dei S.S. Severino e Sossio. Gli scomparti dell’opera, forse giuntaci incompleta, raffigurano al centro la Visitazione, a destra S. Bernardino e a sinistra S. Francesco d’Assisi. In alto, in due piccoli ovali, sono dipinti S. Ludovico di Tolosa e Sant’Antonio da Padova, mentre nella predella gli Apostoli affiancano il Cristo benedicente.
L’opera si inserisce nel clima culturale franco-catalano di derivazione partenopea, mentre la predella sembra arricchirsi di spunti e colorismi antonelleschi.
Nel Seicento (1676-1689) intorno alla tavola centrale fu dipinto un motivo a tralcio riemerso nel 1980 durante gli ultimi interventi di pulitura, sotto le sagome lasciate da una settecentesca (1756) cornice dorata, già eliminata nel 1950, che racchiudeva tutte le tavole.
Il primo restauro documentabile è del 1919. La necessità di un ulteriore intervento si verificò al rientro del polittico da Castel del Monte, dove era stato conservato durante il periodo bellico (1940-45). Il polittico già esposto alla Mostra dell’Arte in Puglia dal Tardo Antico al Rococò (1964), è stato presentato alla mostra Restauri in Puglia 1971-81 (Bari, 1982), dopo un ulteriore restauro curato da Michele Giove della Soprintendenza di Bari.
La comunità parrocchiale di san Bernardino gioisce per il “ritorno a casa” di un’opera così prestigiosa, che arricchisce notevolmente il suo patrimonio artistico-spirituale.
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