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MOLFETTA – “Leggo dalla stampa, in questi giorni, dell’animato dibattito che precede l’approvazione del nuovo Piano di riordino ospedaliero regionale e, con spirito costruttivo ho deciso di scrivere al Presidente Michele Emiliano e al direttore della Asl Vito Montanaro per descrivere la situazione dell’Ospedale di Molfetta”. Il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio ha deciso di rendere pubblica la sua lettera preoccupata dalle indiscrezioni di stampa che accompagnano questa decisione strategica della Regione Puglia che è anche al vaglio del Ministero della Salute.
Pur se non tra quelli per cui è prevista la chiusura l’Ospedale don Tonino Bello di Molfetta potrebbe subire alcuni tagli e per questo motivo il sindaco ha deciso di offrire il suo contributo trasmettendo la grande preoccupazione del personale sanitario e dei cittadini relativa soprattutto sui reparti di Urologia, Cardiologia e l’ambulatorio di pediatria.
“Oltre all’ottimo lavoro fatto nei reparti di Chirurgia, Ortopedia, Medicina e Pronto Soccorso – scrive Paola Natalicchio – la nostra Urologia è sostanzialmente l’unico reparto chirurgico specialistico dell’Ospedale. Serve l’intero nord barese, con 15 posti letto e numeri di interventi assolutamente in linea con gli standard nazionali. Un reparto produttivo, stimato, punto di riferimento territoriale, costruito in trent’anni di lavoro, che rischia – da quanto apprendiamo da indiscrezioni che auspichiamo essere infondate – di essere declassato ingiustamente ad ambulatorio a favore dell’hub del San Paolo, dove ad oggi l’Urologia non esiste. Noi proponiamo di fare la cosa più logica e più giusta: mantenere il reparto di Urologia a Molfetta e costituire un ambulatorio al San Paolo, anche alla luce della esistenza già al Di Venere e al Policlinico, nonché ad Acquaviva di reparti urologici, che renderebbero del tutto inutile e insensato andare a insediare lo stesso servizio su un territorio già servito, sguarnendo il nord barese del suo riferimento.
Aggiungo che tra le specialità della nostra urologia c’è la capacità di intervento nefro-urologico, vista la specialità della nostra unità di Nefrologia e la presenza a Molfetta di un reparto di dialisi, ben funzionante e di comprovata qualità, oltre che di un Centro Trasfusionale che vanta tra i numeri più alti di Puglia. Smantellare l’Urologia di Molfetta per tenere un semplice presidio ambulatoriale sarebbe incomprensibile, poiché parliamo di un reparto chirurgico-specialistico con livelli ottimali di prestazione. Chiuderla costituirebbe un impoverimento irreversibile per l’Ospedale.
Grande preoccupazione desterebbe anche la chiusura o il ridimensionamento dell’area cardiologica critica. La nostra Cardiologia proviene da una UTIC e conta, oggi, 8 posti letto: 4 monitorizzati di area critica e 4 di degenza. L’Ospedale, grazie alla Cardiologia, è dotato anche di guardia cardiologica 24h, una figura indispensabile per il nostro Pronto Soccorso. Ridurre il reparto di Cardiologia a semplice Servizio costituirebbe un regresso importante, anche perché la Cardiologia è funzionale ai tre reparti chirurgici di Ortopedia, Chirurgia e Urologia, poiché in grado di assicurare in fase pre e post operatoria il rispetto di un protocollo di rischio cui viene sottoposto ogni paziente ospedalizzato in ragione di un intervento. Evidenzio anche l’importanza, per un’area territoriale come quella di Molfetta, di poter intervenire prontamente sui casi di patologia acuta o urgente come l’infarto: sguarnire Molfetta dalla Cardiologia significherebbe davvero assistere ad un crollo della sicurezza sanitaria cittadina, generando non solo disservizio ma anche preoccupazione sociale diffusa.
Mi spendo, infine, come ho già fatto in altre occasioni per il mantenimento a Molfetta di un presidio ospedaliero di Pediatria. Grazie alla serietà del Direttore Montanaro, che ha prestato ascolto alle istanze di cui mi sono fatta sovente portavoce, da qualche mese il nostro ambulatorio pediatrico è stato potenziato con l’arrivo di una nuova unità. Ritengo che tale struttura vada difesa, se non rafforzata ulteriormente con una guardia pediatrica in pronto soccorso. Molfetta, infatti, nono comune dell’intera Puglia per dimensioni, ha già subito nel 2001 la chiusura per noi ancora inspiegabile dei reparti di Ginecologia e Pediatria, “a favore” del territorio di Bisceglie. I tanti genitori della città e del vicino comune di Giovinazzo (il bacino, dunque, è di oltre 80 mila persone) devono già sottostare al disagio di dover raggiungere Bisceglie, Corato o Bari per assicurare ai propri bambini gli interventi di pronto soccorso, ma possono ad oggi comunque contare sull’ambulatorio per i prelievi di sangue (che coinvolgono molti bambini, soprattutto con disabilità o patologie croniche, per i quali la minimizzazione del disagio nel quotidiano è fondamentale), per le prime osservazioni cliniche e per le prove allergiche, che sono la specialità del nostro servizio. Il segnale di una chiusura dell’Ambulatorio di Pediatria sarebbe per Molfetta doloroso, poiché darebbe la chiara sensazione di una smobilitazione dei servizi ospedalieri per l’infanzia della nostra città”.
“Spero – conclude il sindaco – che nella redazione di un atto fondamentale per il futuro della sanità pugliese ci si metta in ascolto dei territori, salvaguardandone le specificità e il diritto alla cura dei cittadini”.
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