MolFest, LE PAROLE D’ELOGIO E I RINGRAZIAMENTI DEL SINDACO MINERVINI SULLA 1°EDIZIONE DEL FESTIVAL
Molfetta. Il Sindaco Tommaso Minervini:« Un evento all’insegna dell’inclusione che ha superato ogni aspettativa»
MOLFETTA – Caro don Mimmo,
è con la voce tremante di emozione che, a nome dei sindaci della Diocesi e della città tutta questo piccolo Sindaco ti dà il suo benvenuto.
Ed è dal tuo motto che voglio partire. Da quel monito allegro di San Bernardo che scandisci: servire e letizia.
Entri in città, don Mimmo, con due parole semplici e potenti. Precise. Che disegnano una missione collettiva nella quale ci sentiamo immediatamente arruolati. Invochi una postura di generosità, di abnegazione, di abbandono di egoismi, individualismi e negatività. Il tuo inno all’impegno e alla gioia rende il nostro benvenuto ancora più convinto e pienamente fiducioso.
Ti aspettavamo, don Mimmo. Aspettavamo proprio te, come ti ho detto al telefono la mattina che ci è giunta, finalmente, la notizia della tua chiamata. E finalmente, oggi, possiamo liberare davanti a te le nostre braccia aperte e il nostro sollievo.
Sono ancora fresche, per Molfetta e per la diocesi, le ferite del nostro tormentato 2015. La scomparsa di don Gino Martella, della sua presenza gentile. La perdita ingiusta di don Mimmo Amato, una manciata di settimane dopo. La nostra Cattedrale scossa dalla tristezza e dalla malinconia. Il peso forte di domande inspiegabili e risposte insufficienti sulle spalle dei nostri parroci, delle confraternite, delle associazioni. Il nostro Palazzo Città privato per mesi del dialogo costruttivo e fecondo con il Seminario Vescovile, nonostante gli sforzi così importanti di don Ignazio Di Gioia, che abbraccio forte, fortissimo, con riconoscenza a nome di tutta la città.
Abbiamo tenuto duro, don Mimmo. Ci siamo tenuti stretti. Ma abbiamo atteso con pazienza una carezza, un risarcimento, una presenza. A lenire il nostro sconcerto è arrivato dapprima un Capodanno speciale e di pace, salutato anche da Papa Francesco a Piazza San Pietro. Lo abbiamo fortemente voluto, insieme a Pax Christi, alla CEI, alla Caritas Italiana, all’Azione Cattolica, alle associazioni scout ma anche ai ragazzi e alle ragazze del Forum Molfetta Accogliente. La conoscerai presto questa parte straordinaria delle nostre città che è il nostro mondo del dell’associazionismo e del volontariato.
Abbiamo marciato insieme per chiedere nonviolenza, giustizia sociale, dialogo tra le religioni, accoglienza, solidarietà. Valori universali prima ancora che religiosi. Che hanno unito credenti, non credenti e diversamente credenti in un beneaugurante abbraccio di cooperazione, amicizia, positiva collaborazione verso il bene comune.
Poi l’attesa di questo nostro incontro. Emozionata e, lo confesso senza timidezza, carica di aspettative.
Ti consegniamo, don Mimmo, tutta la nostra fragilità e tutto il nostro coraggio. Insieme alla nostra voglia di costruire una comunità inclusiva, aperta e capace di coinvolgere le periferie sociali e urbane cittadine – quelle che tu conosci bene, quelle che hai servito ad Altamura e nella Daunia – in un percorso di promozione responsabile della felicità di tutti.
Ti consegniamo anche la nostra storia. Fatta di sensibilità grandi, di amore per le sfide alte e di orizzonti aperti. Noi siamo pronti a unirci al tuo impegno: essere al servizio di questa comunità, farlo con gioia ed entusiasmo. Di questo ha bisogno la nostra ripartenza: delle nostre mani, del nostro sorriso e da oggi anche della tua guida.
Andiamo, allora. Rimettiamoci in marcia, don Mimmo.
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