MOLFETTA. “FONDAMENTI DI DIRITTO INTERNAZIONALE PENALE, D.I.PE.”, NUOVO MANUALE DELL’ISPETTORE SERGIO RICCHITELLI

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MOLFETTA – Un nuovo manuale, un altro approfondimento e la possibilità, per noi non addetti ai lavori, di vederci più chiaro su questioni poco documentate per via della scarsità letteraria a riguardo. Ancora una volta, è l’Ispettore della Guardia di Finanza, Sergio Ricchitelli, ad aprirci quegli spiragli di luce in un universo fermamente presente nel vissuto quotidiano ma poco conosciuto dal lettore comune. Attraverso il suo editore La Nuova Mezzina di Molfetta, il Maresciallo Capo Sergio Ricchitelli, ha pubblicato un nuovo libro di natura giuridica dal titolo “FONDAMENTI DI DIRITTO INTERNAZIONALE PENALE (D.I.Pe.) – Definizione, oggetto, partizioni della materia”, arricchito dal colto e raffinato contributo dato dalla prefazione a cura del dott. Carlo Maria Capristo, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trani ed dall’introduzione a cura del Prof. Giuseppe Cataldi, Ordinario di Diritto Internazionale presso l’Università degli studi di Napoli “L’Orientale” e Direttore del “Centro di eccellenza Jean Monnet sulla tutela dei diritti dei migranti nel Mediterraneo”.                 

Sostanzialmente le ragioni giustificative dell’opera, l’autore le rinviene in relazione a  taluni aspetti essenziali (e problematici) del Diritto Internazionale in sede di coordinamento con le discipline penalistiche e la convinzione di una sempre più avvertita necessità di sistematizzazione di taluni aspetti pertinenti, quantomeno alle materie giuridiche fondamentali sotto il versante dell’armonia ed omogeneità, con precipuo riguardo agli assetti linguistici e terminologici.

Diritto Internazionale è un sintagma dalla valenza plurima; esso invero, per opinione comune, è il diritto “comune delle genti”; oggi il diritto che si occupa dei rapporti giuridici tra gli Stati intesi quali soggetti della Comunità Internazionale.

Le discipline giuridiche si alimentano nelle loro definizioni di sintagmi di tal fatta; Diritto Privato è un sintagma, lo è Diritto Civile, lo è Diritto Penale e così via. Non avrebbe senso discostarsi dall’impiego puro e semplice di tali sintagmi definitori se non in quanto tale discostamento non si riveli incontrovertibilmente necessario.

In quest’ottica, ad esempio, non ha senso oggi adoperare tout court l’espressione sintagmatica Diritto Processuale, intesa quale insieme di norme strumentali per il conseguimento di un risultato sostanziale, a fronte dell’evoluzione del sistema giuridico che ormai impone un impiego di una terminologia distintiva funzionale alla comprensione dell’oggetto della disciplina cui ci si intende riferire.

E’ dunque indispensabile parlare di Diritto Processuale Civile (o Procedura Civile), Diritto Processuale Penale (o Procedura Penale), e poi via via delle altre discipline processualistiche elaboratesi nel corso degli ultimi decenni, Processuale Amministrativo, Processuale Tributario, etc..

Analoga sistemica attinge altresì il diritto materiale. Ed infatti oggi ad esempio non ha più senso parlare del solo Diritto Civile contrapposto al Diritto Commerciale; il primo occupantesi della Proprietà, del Contratto, della Responsabilità, etc.; il secondo del Diritto Societario, del Diritto dell’Impresa, delle Procedure Concorsuali, etc.; l’elaborazione successiva ha portato sul proscenio degli studi giuridici, il Diritto del Lavoro, del Diritto Sindacale, il Diritto Amministrativo e nell’ambito di quest’ultimo, ad esempio, ha elaborato il Diritto Urbanistico, etc..         

Tali considerazioni sistematiche emergono ancor più nitide lì dove si ponga mente proprio alle due discipline che il libro in parola rende oggetto della propria analisi: il Diritto Internazionale e il Diritto Penale.

Uno strumentario interpretativo critico-funzionale porta a comprendere, secondo l’autore, quanto sia importante offrire a chi si occupa ex professo di temi giuridici un chiaro quadro di riferimento generale circa la natura, l’oggetto, le partizioni, le nozioni fondamentali, le definizioni, etc., della materia onde renderla massimamente intellegibile a tutti coloro che per ragioni di carattere lavorativo o per mero gusto di studio scientifico ne devono approcciare.

Orbene il tema delle relazioni definitorie e degli spazi condivisi e/o finitimi tra il Diritto Internazionale ed il Diritto Penale, non risulta sia mai stato approfonditamente indagato e/o allorquando ciò è avvenuto non è mai avvenuto conseguendo un risultato di, ancorché tendenziale, compiutezza definitoria.

Nel lavoro culturale che si presenta, l’autore si propone un obiettivo invero assai ambizioso: elaborare un contributo scientifico fattivo per la costruzione di una nuova disciplina caratterizzata da propria autonomia scientifica e didattica nell’ambito del Diritto Pubblico generale ed, in seno ad esso, particolarmente nell’area del Diritto Internazionale.

L’opera sostanzialmente traccia i profili delle due discipline appena citate e fa emergere con nitore i criteri differenziali tra l’una, il Diritto Internazionale Penale, quale ramo del Diritto interno dello Stato e il Diritto Penale Internazionale, quale ramo del Diritto Pubblico generale estero; raggiunti i capisaldi in  materia, poi rassegna gli aspetti più rilevanti del Diritto Penale Internazionale nel mondo contemporaneo, e tale rassegna ha un valore, per così dire, per differentiam: infatti serve esclusivamente a meglio demarcare i confini tra le discipline in disamina.

Da tutto quanto sopra, l’autore ha pertanto ritenuto di coniare il D.I.Pe. (Diritto Internazionale Penale) che mutua principi di elaborazione penalistica ed internazionale nell’ambito della sua sfera di azione e si ripartisce in D.I.Pe. sostanziale e D.I.Pe. processuale.

L’elaborazione dell’idea di un’autonoma disciplina degli studi giuridici denominata D.I.Pe. trova precise ragioni di forma e di sostanza. Ed infatti il D.I.Pe. sostanziale trova, ad avviso dell’autore, aggancio normativo di genesi nell’art. 3 del Codice Penale vigente in Italia; così come il D.I.Pe. processuale trovi aggancio normativo genetico nel capoverso dell’art.696 del Codice di Procedura Penale vigente in Italia.

Orbene queste ad avviso dell’autore sono le due disposizioni che consentono di sviluppare un autonomo discorso sul D.I.Pe. innestandosi su di esse tutto il filone della disciplina sostanziale dei rapporti di Diritto Internazionale Penale e Processuale, per i medesimi rapporti.     

NOTA BIOGRAFICA DELL’AUTORE

Sergio Ricchitelli, nato l’ 11 aprile 1966 a Bisceglie (BT) è ispettore della Guardia di Finanza, con il grado di Maresciallo Capo e presta servizio presso la Tenenza della Guardia di Finanza di Molfetta. Ha conseguito le lauree magistrali in Economia Aziendale e in Giurisprudenza, nonché n.2 master rispettivamente in “Studi Giuridici Comparati” e “Security ed intelligence”, dove nel primo ha dissertato una tesi in tema di Diritto Costituzionale dal titolo “Le libertà costituzionali”.

E’ autore di diverse pubblicazioni di natura giuridica, tra gli scritti principali si ricordano sulla rivista giuridica online Diritto e Giustizia, “Reati societari e indagini patrimoniali: tecniche di investigazione e metodi di accertamento” e ultima in ordine di tempo l’instant-book in materia di riciclaggio dal titolo “La fattispecie di autoriciclaggio nel sistema penale italiano: una prima lettura”, non appena fu trascritta la Legge n.186 del 15.12.2014, pubblicata in G.U. n.292 del 17.12.2014 entrata in vigore il 1° gennaio 2015. 

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