AL TEATRO BABILONIA DI MOLFETTA GIACOMO DIMASE IN “SPAIDERMEN”
Molfetta. Lo spettacolo fa parte della rassegna Trame Contemporanee e andrà in scena lunedì 8 luglio
Molfetta. Interessante ed educativo incontro, anzi una vera e propria lectio magistralis, quella tenuta dal procuratore aggiunto Pasquale Drago, a distanza di venti anni dall’ operazione “ Reset” che azzerò la centrale della droga di Molfetta con al suo attivo un ingente giro di soldi.
Se ne è parlato presso la Sala Finocchiaro, grazie ad una iniziativa promossa dal presidio di Molfetta di Libera che ha voluto fare il punto della situazione, esaminando le conseguenze dell’ operazione sul tessuto sociale ed economico cittadini, insieme al coordinatore della direzione distrettuale antimafia (DDA).
Durante la serata sono state ricordate le modalità ingegnose dello spaccio, le oltre trentacinque persone arrestare, le pesanti pene detentive comminate, le regioni coinvolte dal traffico illecito, le vedette mobilitate, il noto blitz che tanto scalpore fece in città e che seguì le due operazioni: “ Primavera” e “Reset”. Furono smantellate intere famiglie criminali e nel febbraio del ’97 113 dei 116 imputati furono rinviati a giudizio. Gli arrestati erano accusati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico, alla detenzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Nel processo si costituì parte civile il Comune di Molfetta. In primo grado il dibattimento si concluse con 111 condanne per complessivi 1.403 anni di carcere; le pene furono dimezzate in secondo grado, ma fu comunque un risultato che rimase nella storia locale e regionale.
Non si è parlato però solo delle due grandi operazioni; l’ attenzione poi è stata puntata sull’ omicidio Carnicella del ’92 e del clima in cui era maturato questo delitto il cui movente, il concerto negato, fu sicuramente solo un pretesto. Fra gli organizzatori vi erano alcuni malavitosi coinvolti nell’ operazione antidroga.
Quindi era una questione legata al predominio del territorio e alle famiglie che cercavano di affermare il proprio potere anche se, come ha affermato il procuratore, pur dipendendo per l’ approvvigionamento delle sostanze stupefacenti dai clan di Bari, non hanno mai avuto un peso tale da poter dettare legge.
Durante la serata è stata ricordata la solitudine del sindaco Carnicella, la reazione che ebbe la città al ripristino della legalità, le conseguenze psicologiche e sociali dopo gli arresti: tanti figli con genitori in carcere e famiglie private di un reddito che stazionavano presso gli sportelli della socialità.
Secondo il procuratore Drago attualmente non vi sono legami con la criminalità barese e anche l’ ultimo omicidio avvenuto in città, pur riguardando un personaggio noto, è scaturito da problemi e situazioni familiari.
Bisogna poi distinguere, ha continuato, fra criminalità organizzata che minaccia il tessuto sociale, e criminalità comune che può creare problemi, ma è fisiologica ed interessa anche Molfetta.
Proprio su educare alla legalità, partendo dai giovani, è stato l’ argomento su cui ha puntato Franca Carlucci, referente di Libera e che ha trovato il completo sostegno del procuratore Drago.
C’è infatti una illegalità diffusa, che parte dai piccoli gesti, come non vidimare presenze a corsi, non portare caschi, non rispettare i giorni della raccolta differenziata, che sta sempre prendendo piede nella nostra società. Il fenomeno è preoccupante perché porta a passare sopra tutte le regole, a far prevalere il più forte, a creare la cultura “ mafiosa”.
In questa ottica di educazione partiranno anche degli incontri di formazione promossi dall’ Associazione degli Avvocati presso i licei cittadini per inculcare al rispetto delle regole, iniziando proprio dai giovani, le nuove generazioni del futuro.
Paola Copertino
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