DOMANI A MOLFETTA “MI SEPARO”, LO SPETTACOLO DOVE SI ENTRA IN COPPIA E SI ESCE SINGLE
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Molfetta. Domenica 11 dicembre, in un auditorium “Salvucci” piacevolmente gremito di un pubblico di
diverse età, ha avuto luogo la presentazione della mostra “Corrado Giaquinto e Filippo Cifariello.
Nuovi inediti e contributi” promossa dal Museo diocesano di Molfetta.
La mostra, come ha spiegato nell’introduzione don Michele Amorosini, direttore della struttura, nasce dalla ricerca che il prof. Gaetano Mongelli, curatore della collezione Piepoli-Spadavecchia, ha condotto su due opere acquisite nel 2013 ed oggi parte dell’esposizione: un pregevole busto in terracotta raffigurante “Una Cocotte” di Cifariello ed il dipinto del “Sant’Ercolano” di Giaquinto.
Entrambe le opere, presentate in un evento pubblico nel dicembre 2013, sono state indagate e
raffrontate con opere di pari fattura sinora ignorate dalla storia dell’arte.
Come ha spiegato don Michele, la mostra è stata resa possibile grazie al supporto ed alla
disponibilità di alcuni privati che hanno concesso le proprie opere per lo studio e l’esposizione.
Mentre è mancata la collaborazione dell’amministrazione comunale che, come dicono gli organizzatori, non ha concesso il prestito dell’ “Immacolata con Angeli” della Fabbrica di San
Domenico, utile a raffronti stilistici con altre due opere in mostra raffiguranti “Il miracolo di San Nicola che salva i naufraghi” di cui una proveniente da una collezione privata e per la prima volta attribuita alla mano del pittore molfettese.
L’occasione della mostra, inoltre, è stata offerta dalle ricorrenze degli 80 anni dalla morte dello scultore (1864-1936) ed i 250 del pittore (1703-1766).
In un’ampia presentazione, il prof. Mongelli ha presentato le 17 opere in mostra, spiegando di ognuna la collocazione artistica, in raffronto ad altre opere note, e la datazione attribuita in ragione delle vicende dei due artisti. Si scopre così che rimandi alle opere in mostra sono nei più prestigiosi luoghi d’Europa e del mondo. Dalla chiesa di San Giovanni Calibita in Roma al Metropolitan di New York, dalla Pinacoteca Provinciale di Bari al Museum of Fine Arts di Boston. E poi rimandi agli affreschi di Giaquinto al Palazzo Reale di Madrid e ad altri pittori di grande fama come Guido Reni. Per Cifariello le opere mostrano una storia altrettanto prestigiosa che vanta presenze al Salon delle Esposizioni di Parigi alle mostre della Biennale di Venezia, con raffronti a Gemito ed Achille d’Orsi. Pregevole anche il gesso dell’ “Edile” di Cifariello, poi realizzato nel 1934 per il Palazzo del Provveditorato delle Opere pubbliche di Bari, in piena epoca fascista, a pochi anni dalla tragica fine dello scultore morto suicida.
Al termine della presentazione i partecipanti si sono riversati nelle sale della Pinacoteca dove sono state allestite le esposizioni in due sale attigue e curate per l’occasione. Due pannelli enormi, con le biografie dei due artisti, accolgono i visitatori ed elaborati pannelli didattici, accanto alle opere, sintetizzano i contenuti delle ricerche in attesa della pubblicazione del catalogo che, dicono, avverrà in gennaio.
La mostra durerà due mesi, dall’11 dicembre all’11 febbraio, in tempo per un’altra ricorrenza per la quale il Museo diocesano tramite i social annuncia i lavori in corso: i 60 anni dalla morte di Giulio Cozzoli (1882-1956), altro illustre esponente dell’arte molfettese.
Un’occasione, nuova, per scoprire le bellezze custodite nel prezioso scrigno che è il Museo diocesano di Molfetta.
Paola Copertino
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