MOLFETTA. NUOVO PORTO COMMERCIALE. L’INTERVISTA A LEO MUROLO

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Molfetta. L’argomento principale della campagna elettorale, è stato il nuovo porto commerciale. Tutti gli schieramenti politici, hanno puntato sul porto e sull’economia del mare, proponendo soluzioni e nuove infrastrutture, al fine di indirizzare il confronto, su questa annosa tematica. Al termine della campagna elettorale e dopo la proclamazione del nuovo sindaco Tommaso Minervini, abbiamo intervistato sull’argomento, un’eccellenza della nostra città. L’Ing. Leo Murolo progettista navale di fama internazionale, famoso all’estero per i suoi progetti navali green. Murolo rappresenterà l’Italia al convegno Internazionale dello SNAME a Shangai il 6 Dicembre 2018. 

Ing. Murolo, si è parlato tanto di economia del mare e del beneficio che la nostra città può ricevere da essa, può dirci la sua opinione a riguardo.
Si è parlato tanto di economia del mare e del beneficio che la nostra città può ricevere da essa, può dirci la sua opinione a riguardo?
In Italia la cosiddetta “economia del mare” è un mondo complesso che coinvolge città, porti, armatori, imprese di trasporti, infrastrutture e logistica. La Puglia ha un potenziale vantaggio rispetto alle altre regioni perché è geograficamente la naturale “porta d’ingresso” delle merci che entrano in Europa dai Balcani, attraverso il corridoio otto.
E’ “un vantaggio geografico enorme” che andrebbe sfruttato meglio, e per questo motivo, abbiamo la necessità di avere nella nostra regione, dei porti moderni e polifunzionali, che sappiano intercettare e asservire questo flusso di merci, avvantaggiandosi del profitto economico da loro generato.

Il futuro porto di Molfetta avrà successo, nonostante la vicinanza del porto di Bari?
La settorialita’ del porto di Brindisi e la saturazione periodica del porto di Bari non permette la fluida ricezione delle merci, obbligando così le navi, a sostare in rada, nell’attesa di disponibilità delle banchine attrezzate, già occupate in operazioni di carico-scarico.
Questa situazione obbliga sia armatori che noleggiatori a dirottare le loro navi in altri porti, generando ulteriori costi di trasporto, oltre che ambientale, a carico della comunità e delle nostre imprese. Quindi la necessità di un ulteriore porto commerciale come il nostro, nel basso Adriatico, ha una ragione specifica e ben definita. Pertanto futuro del porto di Molfetta avrà successo anche grazie al supporto del porto di Bari.

Ritiene il nuovo porto idoneo a ricevere il traffico marittimo internazionale?
La competitività di un porto si sostanzia nella capacità dell’insieme dei soggetti pubblici e privati che in esso operano, di proporre un’offerta qualitativamente elevata di infrastrutture e servizi, che siano effettivamente in grado di rispondere alle esigenze di mercato, sostenendo efficacemente la concorrenza di altri porti presenti nei differenti contesti territoriali. L’auspicio è quello che il nuovo porto possa essere completato, tenendo conto dei nuovi scenari e tipologia traffico, identificando una nuova visione, che sicuramente si differenzia da quella originale, e su cui ha volto l’intero progetto.

Quale benefico avrà Molfetta con il nuovo porto?
Un recente studio effettuato dal Censis, ha nuovamente evidenziato che il rapporto tra la percentuale di traffico merci marittime nei porti meridionali, è in stretta correlazione con le variabili quali il PIL regionale. Fattori che confermano come la ricchezza del sistema portuale sia una garanzia per lo sviluppo del territorio, ma soprattutto consente la penetrazione di altri e nuovi mercati.

Quindi un’impronta prettamente commerciale del porto, ridarà la vitalità perduta alla nostra marineria?
Un porto di successo, deve essere innanzitutto duttile e polifunzionale. Cioè, deve tener conto della ciclicità e tipologia del traffico commerciale, che cambia a secondo gli aspetti socio economici nazionali e internazionali. Allo stesso tempo deve collimare con la specificità del territorio, nel nostro caso quella della pesca . E’ da tempo che ascolto diverse opinioni a riguardo il decadimento della nostra flotta e della nostra pesca in genere. Le posso assicurare che questo comparto è nuovamente in crescita, anche se con qualche difficoltà. Molfetta ha molte aziende di pesca che si sono innovate e che vendono il loro pescato tramite i social. Abbiamo giovani che hanno intrapreso questo nobile lavoro e sono state commissionate due nuove imbarcazioni da pesca in legno. I nostri cantieri sono dissequestrati e si è riavviato lo studio relativo alla loro nuova ubicazione, che gli darà slancio e competitività. Insomma una serie di segnali positivi che fanno ben sperare.
Tuttavia pensare di dare al porto un’impronta prettamente commerciale rischierebbe di tralasciare comparti che compongono la nostra marineria. Il nuovo porto turistico per esempio di forte crescente interesse a possibili scenari futuri trova sempre più partecipazione da parte dei concittadini. Vedasi ad esempio nuove progettualità proposte da più fronti che hanno costituito e costituiranno argomento di confronto e discussione propositiva dei prossimi mesi. Lo stesso dicasi per il porto peschereccio.

Quindi un futuro roseo per i nostri operatori?
Il campanilismo non ha mai portato niente di buono. Credo sia giunto il momento di accantonare alcune ideologie regresse che sono in parte responsabili dell’attuale situazione. La coesione sarà la chiave del loro successo, il futuro è nelle loro mani. Il cambio generazionale, ma soprattutto un’amministrazione più attenta alle loro esigenze, gli darebbe il supporto che aimè è mancato in questi anni.

Quale ruolo giocherà la futura amministrazione in questa area produttiva?
Uno degli argomenti preponderanti, della recente campagna elettorale è stato il futuro del nostro porto. In alcuni casi si è parlato, anzi proposto soluzioni infrastrutturali che nulla hanno a che vedere con il buon senso e le problematiche tecniche che ne concernano. Mi riferisco ad una proposta del porto turistico, necessario più che mai, ma che non tiene conto dei nostri pescherecci, oltre che deturperebbe irrimediabilmente il nostro splendido bacino portuale. Bene, credo che la nuova amministrazione dovrebbe partire proprio da qui’. Cioè evitare errori, come quelli commessi in passato, di cui ne stiamo pagando il conto. Lo sblocco dei lavori della messa in sicurezza darà sicuramente slancio al completamento dell’opera. Quindi l’auspicio è quello che i nuovi amministratori possano promuovere iniziative che provengano dal basso, dagli operatori, approfittando della competenza dell’associazionismo presente nel settore. Commettere nuovi errori, sarebbe veramente imperdonabile. Tuttavia al netto di tanti slogan politici, mi sembra che si vada nella giusta direzione, vedremo.

Quale suggerimento può dare ai nuovi amministratori?
Chi governa ha il dovere , oltre che la responsabilità, di intraprendere soluzioni che generino crescita e benessere nella comunità. Il nostro sistema mare non può e non deve essere scisso tra portualità, pesca, diportistica, cantieri, coste, waterfront, turismo balenale, ecc. ma necessita di una visione unica dell’insieme, che sia nel contempo lungimirante. Auspico che i nuovi amministratori, sappiano coniugare queste aree, con una visione intrinseca del nostro sistema mare.

E alla città?
In un certo senso Molfetta ha perso il suo rapporto ancestrale che aveva con il mare. Forse a causa delle vicissitudini legate al nuovo porto e alla crisi che attanaglia il settore della pesca. Si è creduto che l’opera portuale fosse la causa di tutti i mali, ma così non è. Anzi è una opportunità straordinaria che inserita nel sistema portuale del basso adriatico, porterà dei benefici alla città e alle nostre imprese. Quindi suggerisco di guardare il futuro con un po’ più di ottimismo e riconquistare l’amore che noi tutti abbiamo con questa grande risorsa.
Un grande scrisse : Basta aprire la finestra e si ha tutto il mare per sé, e non è poco..

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