MOLFETTA. XVIII FESTA DI LIBERAZIONE – 21/22 OTTOBRE PIAZZA PARADISO

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Molfetta. Torna la Festa di Liberazione a Molfetta con la sua diciottesima edizione, organizzata da Rifondazione Comunista Molfetta e dai Compagni di strada in piazza Paradiso il 21 e 22 ottobre.

Una due giorni ricca di appuntamenti.

La novità di quest’anno è il ritorno il Piazza Paradiso in cui da oltre vent’anni risiedono con il loro circolo.

IL PROGRAMMA:

SABATO 21 OTTOBRE

Ore 18:00 inaugurazione mercatino

apertura sala giochi popolare

Ore 18:30 Da Benedetto Petrone al Donbass proiezioni video e foto

ore 18:00 Compilazione collettiva e assistenza graduatorie ATA III Fascia

Ore 19:00 Presentazione del libro “Non è lavoro, è sfruttamento””

Interverranno:

– Marta Fana autrice del libro Ricercatrice in economia presso l’istituto di studi politici di Sciences Po, Parigi

– Maurizio Acerbo Segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista

– Militante Ex OPG Occupato – Je so’ pazzo Napoli

Ore 20:00 Sagra della “Parmigiana”

Ore 21:00 Concerto Fabulanova Molfetta (musica e danze popolari).

DOMENICA 22 OTTOBRE

ore 11:00 sala giochi popolare

ore 11:00 Esposizione di Auto d’epoca a cura dell’associazione “Mezzi d’altri Tempi” Terlizzi

ore 17:00 Laboratorio di giochi e lettura “Libri e pensieri in erba”

ore 18:00 Giochi in piazza con la Lutoteca Luditerraneo Gioco Meridiano”

ore 18:00 “L’amore non è una Favola” laboratorio teatrale sulla violenza di genere a cura del Liceo “Vito Fornari” Linguistico delle Scienze Umane Economico e Sociale

ore 18:30 Danze Popolari in piazza a cura di Leda Folk (gruppo Danze Bisceglie)

ore 19:30 La Piazza, per condividere le idee. Assemblea Cittadina

ore 21:00 Concerto dei The Good Ole Boys

Andiamo con ordine:

Sabato 21 ottobre alle ore 19:00 si terrà la presentazione del libro “Non è lavoro è sfruttamento” di Marta Fana ricercatrice in economia presso l’istituto di studi politici di Sciences Po a Parigi. A presentare il suo volume ci saranno il segretario nazionale del Prc Maurizio Acerbo e i compagni dell’ Ex OPG Occupato – Je so’ pazzo di Napoli, interverranno inoltre lavoratori e lavoratrici metalmeccanici, dei call center e della grande distribuzione.

Il Libro:

Non è lavoro è sfruttamento indaga sulle condizioni di lavoro e non lavoro in Italia, tra analisi e racconto.

Giovani e meno giovani costretti a lavorare gratis, uomini e donne assuefatti dalla logica della promessa di un lavoro pagato domani, lavoratori a 3 euro l’ora nel pubblico e nel privato: questa è la modernità che paga a cottimo. Sottoccupazione da un lato e ritmi di lavoro mortali dall’altro. Diritti negati dentro e fuori le aziende per quanti non vogliono cedere al ricatto. Storie di ordinario sfruttamento, legalizzato da vent’anni di flessibilizzazione del mercato del lavoro. Malgrado la retorica della flessibilità espansiva e del merito come ingredienti indispensabili alla crescita sia stata smentita dai fatti, il potere politico ha avallato le richieste delle imprese. Il risultato è stato una cornice legislativa e istituzionale che ha prodotto uno sfaldamento del mondo del lavoro. Da un lato, il ridursi dei redditi da lavoro a favore dei profitti e delle rendite del capitale, nonostante i lavoratori siano più produttivi che mai. Dall’altro, facchini, commesse, lavoratori dei call center, addetti alle pulizie in appalto procedono in ordine sparso, non sentono più di appartenere alla medesima comunità di destino.

L’avanzare di vere e proprie avanguardie dello sfruttamento, del lavoro povero, caratterizza in modo pervasivo quasi tutti i settori economici, ma nessuno deve parlarne. La rappresentazione del lavoro, della fatica, della frustrazione di lavorare sempre di più e guadagnare sempre meno, della quotidianità dei lavoratori è scomparsa dall’immaginario, dalla cultura. Quel che rimane sono le parole d’ordine “produttività”, “efficienza”, “crescita” e nessuno mai che si interroghi per chi o per cosa. La realtà ci dice che troppo va ai pochi, quell’1% o 10% più ricco e troppo poco a chi invece lo produce.

La questione del lavoro in Italia come altrove rimane una questione di rapporti di forza tra sfruttati e sfruttatori, tra oppressi e oppressori.

Questi i temi affrontati nel libro attraverso l’analisi di alcuni settori chiave, i racconti dei lavoratori che quotidianamente subiscono la violenza del dominio di impresa. Nonostante ricostruire l’immaginario del lavoro sia una vera e propria discesa agli inferi, è importante non lasciarsi pervadere dalla rassegnazione: è possibile ribaltare lo stato di cose presenti, interrogandosi e dando risposte precise all’interrogativo di sempre, “che fare?”.

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