MolFest, LE PAROLE D’ELOGIO E I RINGRAZIAMENTI DEL SINDACO MINERVINI SULLA 1°EDIZIONE DEL FESTIVAL
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Molfetta. Giovedì 25 gennaio 2018 alle ore 18,30 presso la sede dell’ANEB (Associazione Nazionale Educatori Benemeriti) di Molfetta, il prof. Gianni Antonio Palumbo terrà una prolusione su “Modelli e personaggi della narrativa di appendice di Carolina Invernizio”. Continua così con grande apprezzamento dei soci e dei simpatizzanti, il programma delle iniziative culturali programmate per il mese di gennaio.
Carolina Invernizio (1851-1916) è stata una scrittrice italiana, fra le più popolari autrici di romanzi d’appendice tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.
L’esordio letterario di Carolina Invernizio avvenne nel 1876 con la novella “Un autore drammatico”, pubblicata dall’editore Barbini di Milano. Nel 1877 uscì il primo romanzo, “Rina o L’angelo delle Alpi”, pubblicato dall’editore fiorentino Salani e nel 1879, ancora per Barbini, Pia de’ Tolomei. Ne seguirono molti altri, pubblicati a puntate su giornali quotidiani come l’Opinione Nazionale di Firenze o La Gazzetta di Torino.
Nel 1907 si legò in esclusiva all’editore Salani, per il quale scrisse, in una carriera durata quarant’anni, 123 libri, molti dei quali col sottotitolo “romanzo storico sociale”, che furono
pubblicati in una collana a lei intitolata: “I Romanzi di Carolina Invernizio”.
Fra i suoi innumerevoli romanzi si ricorda “La fidanzata del bersagliere”, scritto alla vigilia della morte, nel corso della prima guerra mondiale, ispirandosi alla vicenda di Luigia Ciappi.
I romanzi di Carolina Invernizio, con le loro trame intricate dai colori forti e le loro improbabili – o quantomeno non sempre verosimili – storie di amore e odio, si collocano nella tradizione del romanzo d’appendice o feuilleton . Mostrano infatti tutte le tematiche consuete del genere e la tipica contrapposizione netta fra eroi positivi e personaggi diabolici. Un gusto per il mistero e l’horror è evidente nei titoli di molti suoi romanzi, come “Il bacio d’una morta” (1889), “La sepolta viva” ( 1896 ), “L’albergo del delitto” ( 1905 ), “Il cadavere accusatore” ( 1912), e non mancano le ambientazioni che in qualche modo precorrono il genere poliziesco.
Regina della narrativa italiana d’appendice, Carolina Invernizio è stata oggetto di costante demolizione da parte della critica letteraria. Gramsci, per citare solo un esempio, definì i romanzi della scrittrice «illogici, complicati, tenebrosi» ed etichettò l’autrice come «onesta gallina della letteratura popolare». Seguendo le diverse fasi della ricezione critica della produzione dell’Invernizio (particolarmente importanti sono stati i convegni di Cuneo – 1986 – e Govone –2006), l’intervento del Prof. Gianni Antonio Palumbo, relatore dell’incontro ANEB sul tema “Modelli e personaggi della narrativa di appendice di Carolina Invernizio”, cercherà di evidenziare elementi tipici e moduli ricorrenti nelle trame della scrittrice e interverrà sui modelli letterari assunti dalla stessa.
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