MOLFETTA. IL CONSIGLIO COMUNALE HA ACCOLTO MONSIGNOR CORNACCHIA

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Molfetta. L’azione dinamica del servizio, il concetto vero di accoglienza e poi l’esempio di un capo che scende e si fa popolo. Il significato della visita del Vescovo della Diocesi, monsignor Cornacchia, al Consiglio comunale

Seduta celebrativa del Consiglio comunale di Molfetta, venerdì 18 gennaio, alle 17, in occasione della Visita pastorale di S. E. Monsignor Domenico Cornacchia, ai comuni della Diocesi di Molfetta, Giovinazzo, Terlizzi, Ruvo di Puglia. Un incontro, per certi versi storico, come ha ricordare il presidente del consiglio comunale, Nicola Piergiovanni, in apertura dei lavori, perchè arriva a molti anni di distanza dall’ultimo avvenuto con don Tonino Bello.

«Questo incontro –ha sottolineato il sindaco, Tommaso Minervini – significa accogliere. E’ l’incontro di un capo della chiesa locale che si fa popolo e viene nella istituzione laica della sua comunità e noi lo accogliamo. E il significato di questo incontro, per quanto mi riguarda – ha continuato – è uno stimolo all’accoglienza, a ritenere le istituzioni e gli organismi altri come parti fondanti di essere comunità. Un capo che scende e si fa popolo.

Un monito per me per tutti quelli che sono a capo di un esecutivo che devono ricordarsi di scendere e di farsi popolo».

Ma c’è dell’altro. C’è «l’ascolto attivo che – ha continuato Minervini – si fa servizio e quindi il significato di questa sera e di questo incontro è un significato di come si fa servizio» L’intervento del sindaco è stato preceduto dagli interventi dei consiglieri comunali, Isa De Bari, Leo Binetti, Gianni Porta, Nicola La Forgia e Carmela Minuto.

«Pensare di essere qui, nel cuore della nostra città – ha commentato il vescovo, monsignor Cornacchia – è motivo di grande impegno, di onore, di gioia che sicuramente non merito. Epi-scopeo vuole dire osservare dall’alto e voi siete qui in un episcopio. Abitiamo di fronte, abitiamo vicini e il vostro è un lavorio che si deve trasformare in servizio e non basta essere dei buoni osservatori, un bravo medico, un bravo chirurgo non è soltanto colui che diagnostica è colui che fornisce anche la giusta terapia. Quello che noi vogliamo fare è- ha concluso – cercare di capire che l’uomo è anima e corpo, è tempo e spirito»

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