MOLFETTA. VITTORIO SGARBI A MOLFETTA, OSPITE DELLA FONDAZIONE VALENTE

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Molfetta. Un segugio dell’arte, un cacciatore di reliquie storiche. Amato, contestato, osannato da folle di generazioni trasversali, noto alle più giovani per i suoi mantra, per la sua talvolta ingestibile irascibilità ossia quella del “personaggio” mediatico dei talk show intrisi di invettive e spesso bruscamente interrotti. Ma quando il chiacchierato ruolo televisivo lascia il posto alla genetica veste di storico dell’arte, è allora che emerge la vera essenza di Vittorio Sgarbi, lo studioso e critico a cui tutti, indistintamente, riconoscono doti di ineguagliabile conoscitore dell’antico nelle sue molteplici forme e soprattutto quella legata al mondo della pittura. Al cospetto di un Mazzolino del 1505, indugia un attimo se possa piuttosto datarsi 1510, ma poi, lapidario dopo qualche attimo di riflessione ed uno sguardo risolutivo per il tramite del suo arnese più fedele, una pila tascabile imprescindibile appendice della sua giacca, sentenzia : “Mazzolino del 1505”. Scriveva nel 1991 a proposito dello storico e critico d’arte Roberto Longhi: “Illustrare un quadro non deve essere spiegazione di quello che si vede, ma rivelazione di quello che non si vede. E attraverso ciò che non si è ancora visto, spesso, ma non necessariamente, inedito, si contribuisce alla comprensione della storia nei sui perfetti simulacri che sono i dipinti”.

Ospite della Fondazione Musicale Vincenzo Maria Valente e del suo presidente l’avv. Rocco Nanna, Vittorio Sgarbi è stato protagonista dell’evento musicale “Le meraviglie d’Italia” con l’Orchestra della Magna Grecia diretta dal maestro Michele Nitti, tenutosi nel Duomo di Molfetta lo scorso 19 gennaio. E’ stato un viaggio didascalico tra alcuni importanti tesori pittorici e scultorei d’Italia, che hanno legato lembi della costa Adriatica (così Matera e Venezia), Jonica e Tirrenica, cavalcando il periodo rinascimentale con l’analisi di opere collegamenti da Mantegna a Michelangelo, da Raffaello a Cesare Da Sesto, da Leonardo a Capodimonte. Il prof. Sgarbi ha in epilogo dato lettura dello scritto di Giuseppe Marinelli dell’XVI secolo, “Bizzarria di vento et impeto d’onde”, dedicato alla città Molfetta.

Alla spasmodica caccia di chiese da visitare, la breve visita di Sgarbi a Molfetta, seguito dalla charmante ed elegante compagna Sabrina Colle, è stato un momento di grande importanza per la Città, che ha potuto godere della trascinante presenza di uno dei più noti critici dell’arte viventi che ben sa come Molfetta sia immancabilmente legata alla figura del pittore Corrado Giaquinto a cui dette i natali l’8 febbraio del 1703. Le sue visite hanno coinvolto la Cattedrale di Molfetta, il Museo Diocesano, le statue del Purgatorio di Cozzoli e quelle della chiesa di Santo Stefano, attraversando via Dante senza che mai, dopo pochi passi, negasse una foto, un autografo o una stretta di mano alle innumerevoli persone che ne acclamassero il nome, o che lo immortalassero con lo smartphone dal finestrino dell’auto.

Ospite, altresì, della casa museo settecentesca di Don Peppino Poli affacciata sul porto di Molfetta, ne ha elogiato l’amore e la cura profusi nel corso del tempo per la conservazione di un simile patrimonio, “con la concreta sensazione che il proprietario si comporti come dovrebbe fare lo Stato con i suoi beni ma spesso non fa”, come ha dichiarato nella breve intervista nell’occasione rilasciata a Telenorba.

Vittorio Sgarbi, che attualmente riveste anche la carica di primo cittadino di Sutri, è stato, tra le altre ricoperte, assessore ai beni culturali della regione Sicilia e sottosegretario di Stato al Ministero dei beni e delle attività culturali. E’ oggi anche professore a contratto di storia dell’arte all’Università per stranieri di Perugia.

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