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Molfetta. Giovanni Impastato presenta il suo libro “Mio fratello.Tutta una vita con Peppino”
L’incontro con Impastato fa parte di un percorso educativo- formativo sulla legalità ed è stato organizzato, per gli studenti, dal liceo classico L. da Vinci in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Trani e l’Associazione Avvocati Molfetta.
Ad aprire l’incontro è stato l’Avvocato Tullio Bertolino, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Trani.
Bertolino, rivolgendosi agli studenti presenti ha sottolineato l’importanza storica di Peppino Impastato, il quale tramite la testimonianza di suo fratello Giovanni deve essere «un faro-guida per tutti coloro che hanno a cuore, non solo la propria vita e il proprio futuro», ma anche quello dell’intera comunità. «Conoscere testimonianze come quella di Peppino Impastato, il quale per amore della legalità e della verità è stato disposto a sacrificare la propria vita, deve essere un esempio per chiunque», conclude l’ Avv. Bertolino, passando la parola al moderatore dell’incontro, l’Avv. Mauro Palma, Vice -Presidente dell’Associazione Avvocati Molfetta.
Il tema di partenza è la legalità che nel suo libro,”Mio fratello. Tutta una vita con Peppino“, Giovanni Impastato definisce come “non il semplice rispetto delle leggi, ma la realizzazione della dignità umana, anche là dove le leggi, eventualmente ingiuste, non fanno abbastanza o fanno male. Ancora una volta io e Peppino insegniamo che occorre essere non, semplicemente buoni cittadini o cittadini onesti, ma che occorre diventare cittadini partecipi“.
E cittadini partecipi si può diventare solo con l’istruzione, leggendo, studiando, perché solo in questo modo si può alimentare lo spirito critico, necessario per formare una coscienza individuale e collettiva che ci permetta di combattere la mafia e quindi tutto ciò che è ingiusto e illegale.
Per Giovanni Impastato non si tratta solo di rispettare le leggi, ma di rispettare la dignità umana. Solo chi pensa, lotta, studia, e non si omologa può cambiare qualcosa.
Il cambiamento, conclude Impastato deve e può avvenire anche costruendo una solida memoria e preservando le “testimonianze concrete“, e quindi non abbattendo, non cancellando i luoghi in cui si sono compiute le nefandezze di mafia. «Avevano intenzione di abbattere il casolare in cui Peppino fu ucciso, ma noi ci siamo imposti fermando le ruspe: nessuno deve poter dire che l’omicidio ce lo siamo inventati noi, in questo modo abbiamo testimonianza di un luogo materiale». Per formare delle brave cittadine e bravi cittadini è necessario non piegarsi a ciò che non è giusto e non è dignitoso. “Siate critici e non piegatevi“, seguiamo l’esempio di Peppino e Giovanni per abbattere la mafia che tutti i giorni vediamo anche nella nostra meravigliosa terra pugliese.
L’incontro con Giovanni Impastato si è poi concluso nella mattinata di ieri con la messa in scena de “Il Visionario” uno spettacolo di teatro civile e di denuncia, di e con Antonio Fanelli e Valentina Pierro. Alla rappresentazione curata dall’associazione tarantina Mama Dunia è seguito il dibattito con lo stesso Giovanni Impastato mediato dalla Prof.ssa Avv. Anna Maria Caputi.
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