DA MOLFETTA A TOURS: LA STORIA DI ARIANNA E GIUSEPPE VOLATI IN FRANCIA PER LAVORO

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Molfetta. Lei violinista e lui medico, si sono trasferiti nella Valle della Loira per dare seguito alla loro brillante carriera

molfettaariannaegiuseppe14022022Arianna Di Savino e Giuseppe Farinola hanno salutato Molfetta e sono partiti alla volta di Tours, ridente cittadina nella Valle della Loira. Lei violinista e lui medico, i due coniugi si sono trasferiti in Francia per lavoro, dando seguito alla loro brillante carriera iniziata in Puglia.

Arianna, originaria di Trani ma trapiantata a Molfetta per amore di Pino, come lo chiamano i suoi amici molfettesi, ha collaborato fino a un mese fa con la Fondazione Petruzzelli e, appena le è stato possibile, ha raggiunto suo marito a Tours. Qui Giuseppe, dopo sedici anni di lavoro nel settore riabilitativo, esercita la sua professione nella prestigiosa clinica di riabilitazione cardiologica “Bois Gibert”, che lo ha contattato a dicembre del 2019 per offrirgli una collaborazione continuativa. Lavora presso il centro medico da novembre scorso e un mese e mezzo dopo è stato raggiunto da Arianna, che adesso collabora con l’Orchestra Sinfonica e l’Accademia di Belle Arti di Tours, e con il Théâtre d’Orléans ad Orléans.

Ma non è tutto, le opportunità per Arianna Di Savino, che in Puglia ha lavorato al Petruzzelli e anche in Rai, sono sempre più numerose. «In occasione dei recenti festeggiamenti per il Capodanno cinese nella Chinatown di Parigi – racconta Arianna sono stata invitata al Festival Internazionale Orientale e Occidentale tenutosi il 29 gennaio a Parigi, collaborando con prestigiosi artisti provenienti da tutto il mondo: Cina, Corea, Giappone, Austria e Francia. Inoltre, è stata programmata dalla stessa organizzazione, per la stagione primaverile ed estiva, una Tournée di Concerti a Parigi, Giappone e Cina in collaborazione con l’Accademia di ricerca Euroasiatica superiore di Parigi e l’Accademia cinese delle Arti di Parigi. Infine, il Conservatorio di Saint Denis a Parigi mi ha proposto un incarico come docente di violino offrendomi, per il momento, un contratto a tempo determinato di 12 ore settimanali».

Dopo aver ascoltato la testimonianza di Nico Di Gennaro, molfettese trapiantato a Valencia, è toccato ad Arianna e Giuseppe rispondere alle domande della Redazione del Il Fatto Molfetta, da sempre attenta ai concittadini che, sebbene lontani, restano legati a doppio filo con il territorio cui appartengono per nascita.

Si dice che i molfettesi siano ovunque nel mondo e che, in generale, amino viaggiare. Vi ci ritrovate?

«Sì certo, amiamo entrambi viaggiare. Lo facevamo molto prima del Covid e forse per questo non ci ha spaventato l’idea di un trasferimento all’estero. E appena la pandemia lo permetterà, torneremo ad essere cittadini del mondo».

Cosa vi ha spinto a stabilirvi nel posto in cui attualmente vivete?

«Tours l’abbiamo scelta perché nel 2019 abbiamo fatto una vacanza per visitare i castelli della Loira e ci aveva colpito la bellezza della natura, l’eco-sostenibilità e il calore della gente. Successivamente si è presentata un’occasione lavorativa interessante per Pino a Tours che è ottimamente collegata a Parigi e questo mi permette di poter facilmente lavorare nella Capitale e allo stesso tempo nella Valle della Loira, così ricca di cultura e attenzione per l’arte».

Vi manca Molfetta? Per quali persone/situazioni provate più nostalgia e per quali meno?

«Molfetta ci manca. Le nostre famiglie in primis anche se non perdiamo occasione per sentirci costantemente e vederci grazie ai social, che permettono davvero di accorciare le distanze. Ci mancano molto i nostri amici, anche se sappiamo che fanno il tifo per noi. A me – aggiunge Ariannamanca moltissimo anche Trani e ciascuno dei miei favolosi amici e colleghi di tutta la Puglia, molti dei quali mi hanno incoraggiata a fare l’arduo passo. E poi il mare. Il mare ci manca tantissimo! Non ci manca sicuramente la insufficiente attenzione all’ambiente che purtroppo penalizza la città di Molfetta e gli atti di scarso senso civico a cui purtroppo ti “abitui ” quando li vivi quotidianamente».

Come vi sembra Molfetta guardata da Tours?

«Ci sembra come un diamante grezzo che potrebbe essere molto più valorizzata così come fanno i francesi nei confronti di Tours. La preservano, la rendono ricca di attrazioni e servizi, la rispettano, la valorizzano anche sulla base dei consigli e pareri dei singoli cittadini. Ci auguriamo che in futuro possa accadere lo stesso per la nostra Molfetta».

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