LA LIBERTÀ DI RIDERE: DIALOGO SULLA NECESSITA’ DELL’UMORISMO CON SERGIO SPACCAVENTO

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Molfetta. Il professionista molfettese racconta del suo viaggio alla ricerca della libertà di ridere partendo dai momenti di confronto con i più grandi umoristi contemporanei raccolti nel suo libro “Che cazzo ridi?”

ChecazzoridicontentSergio Spaccavento, molfettese di nascita, milanese di adozione, per sbarcare il lunario e sopravvivere in una delle città più costose d’Italia fa moltissimi lavori. Alcuni di questi sono seri e di un certo rilievo, è creativo del marketing, docente universitario e conferenziere internazionale. Dice inoltre di essere un Chief Creative officer (nessuno sa cosa sia un Chief Creative officer, ma senza dubbio deve trattarsi di un mestiere di un certo spessore) ed è partner dell’agenzia di comunicazione Conversion-E3.

Tra i lavori meno seri che Sergio svolge si annoverano quelli di autore televisivo e radiofonico. Un esempio? Gli sketch che ha scritto per lo ZOO di 105, uno dei programmi radiofonici più seguiti a livello nazionale ed è stato co-soggettista e co-sceneggiatore dei film Italiano Medio e Omicidio all’italiana, nonché coautore delle acclamate serie Tv Mario e Mariottide del famoso attore comico Maccio Capatonda.

Dunque, creatività e comicità sono il pane quotidiano di Sergio Spaccavento che, scherzi a parte, è una persona brillante e piacevole con cui chiacchierare. Noi de il Fatto abbiamo avuto l’onore di intervistarlo in veste di saggista, o come meglio lo stesso Spaccavento lo ha definito, “un libro tra il serio e il faceto” dal titolo “Che cazzo ridi?“.

Nel volume, l’autore applicando il metodo socratico dialoga e investiga discutendo con una serie di personaggi, guru dell’umorismo italiano come Nino Frassica, Claudio Bisio, Flavia Mastrella, Antonio Rezza, Renzo Arbore, Piero Chiambretti, e moltissimi altri. Ma ha anche interrogato e conversato con fumettisti, giornalisti, personaggi del web, dei videogiochi e dell’arte.

Sergio Spaccavento un po’ come Dante nel mezzo, se non oltre, sicuramente oltre, del cammin della sua vita, si ritrovò in una selva oscura ché la diritta via verso la comicità era smarrita. Così decise di fare ordine nell’uso della comicità.

Sulle motivazioni che lo hanno spinto a intraprendere questo “viaggio alla ricerca della libertà di ridere”, Sergio ci dice di essere partito da una sua curiosità ed esigenza professionale e cioè quella di capire se esistono delle “regole universali e sociali” che possono limitare l’oggetto del far ridere e che prima di iniziare questa “odissea” era dell’idea che “si potesse e si dovesse ridere liberamente di tutto”. « Poi col tempo, lavorando nel settore, ogni tanto pensavo se una certa battuta fosse fuori luogo e mi chiedevo chi potesse decidere se quella battuta potesse essere inopportuna o meno. Ho sempre rimandato la risposta, fino a quando mi sono dato coattivamente un obbligo, e ho iniziato a studiare. Poi ho pensato che un’altra maniera di approcciarmi a questo studio potesse essere il confronto con altre persone che per mestiere nelle varie arti hanno avuto a che fare con l’umorismo, la censura, la satira, le cause, i tribunali e così via».

Va da sé che la scelta del dialogo, per la stesura del suo libro si è rivelato lo strumento più consono in quanto questa forma di conversazione permette di superare delle opinioni iniziali e arrivare a delle verità condivise da rimettere sempre in discussione, come ci ha insegnato il buon Socrate. E difatti Sergio grazie alle consulenze con quelli che ha chiamato i suoi “Caronte” è riuscito a riveder le stelle e ad arrivare «a trarre delle conclusioni nettamente diverse da quelle iniziali, che vanno a consolidare dal punto di vista pragmatico un perimetro che può aiutarti a rispondere alla domanda che dà il titolo al libro» .

Lo studio matto e disperato di Sergio ha portato alla nascita di questo curioso libro uscito il 6 maggio 2021, edito da Sagoma Editore. Che cazzo ridi?” è seriamente un libro da leggere perché con leggerezza affronta il tema del comico e del tragico che sono elementi peculiari di noi esseri umani. Nella nostra esistenza e per la nostra sopravvivenza abbiamo bisogno di equilibrare il riso e il pianto per poter vivere una vita accettabile. Una volta un intellettuale francese ha detto: «il comico è il tragico visto di spalle» o, come ha replicato Sergio Spaccavento: « il dolore è un elemento necessario all’interno dell’umorismo, perché nasce come attività di catarsi, attività balsamica. Perché se il mondo non è giusto e prendiamo tutto sul serio non miglioreremmo comunque la situazione e avremmo una vita tremenda».

E dunque perché non comprare e leggere “Che cazzo ridi?” per riflettere in modo leggero e divertente su cosa o no essere liberi di ridere? Vi sono anche altri motivi per acquistare il suddetto libro, ecco un breve elenco. Uno. È divertente e ha un cast eccezionale. Due. È interattivo, all’interno ci sono dei QRcode che vi permetteranno di vedere film, sketch, siti e libri citati dall’autore.
Tre. Acquistando il libro si contribuirà a una onesta e giusta causa. Infatti parte del ricavato della vendita sostiene un progetto di pace e di grande solidarietà: ResQ, gioco di parole che significa “soccorso”. ResQ è un progetto promosso da Cecilia Strada, è una nave di soccorso che insieme alla flotta civile nel Mediterraneo si pone il nobile obiettivo di salvare chi è costretto a trovare salvezza attraversando il mare.

Grazie Sergio.

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