RIENTRA IL BUS DELLA SOLIDARIETA’, DON GINO: «SIAMO CONTENTI»

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Molfetta. Rientro previsto per domani sera a Molfetta, domattina l’arrivo alla frontiera italiana. A bordo 47 persone, un neonato e un cagnolino

molfettabussolidarietaUn altra notte trascorsa in viaggio, fortunatamente quello del rientro, per la delegazione molfettese guidata da don Gino Samarelli. Il bus della solidarietà ha raggiunto il suo obiettivo: lasciare derrate alimentari agli Orionini e portare in Italia un gruppo di profughi, con un neonato e un cagnolino: «A bordo siamo in 47 (un cieco ha rinunciato) 4 persone scendono dopo la frontiera. Viaggiano con noi fino all’Italia in 43», precisa don Gino nel suo aggiornamento WhatsApp delle 14,33.

Nonostante le difficoltà riscontrate all’ingresso al centro di accoglienza alla frontiera ungherese di Beregsuràmy, una piccola luce di speranza per il gruppo a bordo del Pullman “Fiore” si accende mentre scendono verso l’Italia. «L’accoglienza è fatta da ragazzi militari armati fino ai denti – dice don Gino in un audio inviato alla Diocesi alle ore 21,30 – che controllano con molta severità chi arriva. Il nostro problema è stato quello di riuscire a intenerire questi ragazzi perché ci permettessero di entrare dentro la frontiera».

Ovviamente l’accesso agli uffici è negato, anche perché da quei passaggi si esce, ma non si entra. «All’interno c’è il punto di raccolta dove i gruppi che arrivano vengono controllati. La mia preoccupazione è che io avevo preparato un cartello, girato a don Egidio, (con scritta “Foggia”, ndr) il quale lo aveva fatto vedere a tutto il gruppo che ha accompagnato alla frontiera come segno di riferimento. I profughi avrebbero dovuto rivolgersi a quel cartello. Ma l’uscita dal centro non è stata contemporanea per tutti i componenti del gruppo costituito e ci sono volute oltre due ore di lavoro con un freddo cane, un freddo gelido, ma siamo riusciti finalmente a ricomporre tutto il gruppo e poterci mettere in cammino».

Con una voce indebolita dal freddo, Samarelli conclude contento: «Adesso siamo nel viaggio di ritorno che ci porterà domani mattina intorno alle 8 alla frontiera italiana e di lì, scendendo, cominceremo la “consegna” su tutto lo stivale, fino a Molfetta. Spero che la mia voce tenga, ma tutto sommato siamo contenti».

Molfetta attende la delegazione con i primi nuclei familiari che saranno accolti in città. A partire dal 21 marzo la Caritas Italiana sarà impegnata nella gestione di un “ponte aereo” che favorirà l’arrivo, dalla Polonia, di profughi di guerra di cittadinanza ucraina e non; di conseguenza la Diocesi Molfetta – Ruvo – Giovinazzo – Terlizzi, tramite la Caritas diocesana, sarà coinvolta maggiormente in questa missione umanitaria.

 

 

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