IN MARCIA PER I DIRITTI UMANI, MOLFETTA INVOCA LA PACE IN UCRAINA E NEL MONDO

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Molfetta. La società civile molfettese calcando le orme di don Tonino Bello si è mobilitata in massa per continuare a costruire la Pace

molfettapaxucraini180322E mentre il mondo rotola, ieri sera nella città della pace, la bella Molfetta, tanta gente singolarmente o stretta sotto il nome delle parrocchie e delle associazioni cittadine ha manifestato contro le guerre nel mondo e gli atroci soprusi che uomini fanno subire ad altri uomini e soprattutto a donne e bambini, ad esseri della stessa specie e non solo. Perché le guerre che sono tante e che ogni giorno devastano e negano la vita a milioni di persone, interessano anche l’ ambiente e gli altri coinquilini del nostro pianeta, gli animali. 

Tutto ha avuto inizio alle ore 19, sul sagrato della chiesa, nota ai concittadini con il nome di San Filippo Neri. Bandiere di tanti colori e di nessuna nazione, accarezzate da un vento gentile,ma ancora freddo, sì sono presentate come vessilli di tutte le associazioni presenti, Libera, Amnesty International, con una particolare predominanza delle bandiere della pace.

A dare inizio alla manifestazione gli intervenuti introdotti dai rappresentanti delle Reti dei Diritti Negati, tra questi Rosa Siciliano, direttore di redazione di “Mosaico di pace”, Don Renato Sacco, amico di don Tonino Bello e coordinatore nazionale di Pax Cristi e in fine il magistrato Nicola Colaianni, già consigliere della Corte di cassazione e ordinario di diritto ecclesiatico dell’Università di Bari. 

Poi la marcia ha avuto inizio, percorrendo via Giovinazzo, piazza Garibaldi e corso Dante. A passo sostenuto e con le voci dei bambini che invocavano e cantavano la pace si è giunti davanti al sagrato della Cattedrale dove il corteo si è riunito nuovamente per riflettere insieme su ciò che sta accadendo in Ucraina e anche in Russia, con le censure sull’informazione come hanno riportato delle attiviste di Amnesty International. «Siamo qui a causa della crisi dei diritti umani – hanno dichiarato due attiviste molfettesi di Amnesty International – le persone muoiono, compresi i bambini e molte migliaia di vite sono a rischio. Il personale di Amnesty International ha verificato denunce e filmati di attacchi indiscriminati ai civili in tutto il Paese, attacchi vietati dal diritto internazionale umanitario. Abbiamo documentato attacchi ad ospedali e scuole, l’uso indiscriminato di armi come missili balistici e armi vietate come le bombe a grappolo, proibite dal 2008 dalla Convenzione delle Nazioni Unite, cui peraltro né la Russia, né l’Ucraina hanno aderito. I civili stanno morendo e le truppe russe stanno commettendo potenziali crimini di guerra. Il conflitto nell’Ucraina orientale ha provocato tra il 2014 e il 2015 una crisi dei diritti umani di ampie proporzioni, le cui conseguenze si avvertono ancora oggi. Milioni di persone sono state costrette a lasciare le loro abitazioni e chi è tornato vive un’esistenza precaria, poiché l’economia della regione già devastata. Vi sono state centinaia di esecuzioni extragiudiziali, nonché torture, rapimenti, sparizioni forzate e arresti arbitrari, sia da parte dei separatisti, che delle forze governative. Vi sono stati 13mila morti e il numero è ancora in aumento. Nei conflitti armati i civili devono essere protetti, chiunque commetta violazioni deve essere chiamato a renderne conto. Amnesty International monitora da vicino la situazione per denunciare violazioni del diritto internazionale umanitario ad opera di tutte le parti. Amnesty condanna fermamente la mancanza di rispetto per il diritto internazionale delle truppe russe anche in altri contesti, rimasta impunita. Amnesty International invita quindi le autorità russe a rispettare il diritto internazionale, a proteggere i civili e a fermare l’aggressione russa in Ucraina».

A seguire don Gino Sammarelli che ha riportato la sua testimonianza, raccontando ai presenti alcuni significativi dettagli della missione di solidarietà condotta andando e tornando da Leopoli per portare in salvo 47 vite umane.

In chiusura, la viva voce del popolo ucraino, rappresentato a Molfetta da un piccolo gruppo di ucraini che hanno intonato in coro l’inno nazionale del loro amato Paese. Grande la commozione dei presenti, raccolti in silenzio in una grande preghiera laica. La manifestazione si è poi conclusa sulle note di Imagine di John Lennon interpretata e musicata dal vivo da alcuni membri della nota scuola di musica Dvorak di Molfetta.

 

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