EMERGENZA UCRAINA, MOLFETTIAMO: «QUAL E’ IL PIANO DEL COMUNE?»

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Molfetta. Il gruppo politico costituitosi a febbraio scorso chiede chiarimenti rispetto al piano di accoglienza che l’amministrazione comunale ha disposto per accogliere i rifugiati ucraini

molfettamolfettiamoMolfettiamo, gruppo politico nato a febbraio scorso con lo scopo di sensibilizzare la comunità locale alla cittadinanza attiva, diffonde una nota indirizzata al sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, e all’amministrazione comunale, in cui chiede precisazioni e chiarimenti rispetto al piano operativo disposto per accogliere i rifugiati ucraini.

Il movimento politico fa riferimento al Consiglio comunale monotematico celebratosi lo scorso 14 marzo, che ha approvato all’unanimità il documento in cui sono confluite alcune istanze da parte di un gruppo di associazioni, con particolare riferimento al punto n.3 “esprimere la volontà e la disponibilità della Città di Molfetta ad aiutare concretamente i cittadini ucraini residenti nel nostro territorio e a pianificare un piano di accoglienza per i profughi ucraini”.

«Si ritiene, infatti, che – si legge nella nota di Molfettiamoa oltre un mese dall’inizio della guerra in Ucraina, non sia ancora chiaro come il Comune intenda gestire l’emergenza per quanto di sua competenza e nelle sue intenzioni e possibilità. Finora, sia per aiuti materiali sia per donazioni sia per l’accoglienza, ci si è, infatti, affidati ad iniziative di singoli cittadini o associazioni, avendo come effetti più evidenti ed immediati una dissipazione di energie ed un senso di disorientamento di chi, singoli, famiglie e piccole realtà, ancora oggi non sa come poter contribuire al meglio.

Pertanto, al fine di ottimizzare e migliorare la gestione della situazione attuale senza che trascorra ulteriore tempo, si chiede al Comune:

1. di comunicare in modo chiaro se e come la cittadinanza possa contribuire con beni materiali, deperibili o meno;

2. di specificare quale/i sia/ano il/i canale/i da utilizzare per le donazioni in denaro e, se possibile, a quali scopi esse verranno destinate;

3. di rendere noti alla cittadinanza quali siano le possibilità e gli orientamenti in merito all’accoglienza dei profughi, precisando il loro numero massimo, gli eventuali enti preposti (con relativi eventuali costi extra di gestione), le modalità di “recupero” (dal territorio di guerra) e di gestione, i tempi.

Per tutti e tre i punti sopra specificati si sollecita ad una costante e concreta collaborazione con la Caritas diocesana e cittadina e con le altre associazioni operanti nel territorio, al fine di coordinarsi al meglio e di poter costituire, per la cittadinanza tutta, un riferimento chiaro ed univoco cui rivolgersi.

A tale scopo si suggerisce anche l’istituzione di un numero unico telefonico e di una mail da poter contattare per tutte le richieste e i dubbi in merito.

Si confida in una celere risposta utilizzando i canali specificati a piè di pagina o a mezzo organi di stampa».

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