MARIA SS DEL CARMELO, PROGRAMMA DELLE CELEBRAZIONI NELLA CHIESA DI SAN PIETRO A MOLFETTA
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Molfetta. Con la processione dell’Addolorata di venerdì 8 aprile si entrerà nel vivo della Settimana Santa molfettese
Ecco, tutto è pronto. Dopo due anni tornano per le strade della nostra città le tanto amate, seguite e sentite processioni della Settimana Santa, antichi riti che si collocano tra culto devozionale e tradizione.
In Puglia come in tutto il Mezzogiorno e in altri Paesi del Mediterraneo le processioni in genere, ma in particolare, quelle della Settimana Santa coinvolgono non solo i credenti, ma tutta la collettività per la ricchezza e il valore culturale di cui sono portatrici.
Dopo l’uscita della Croce avvenuta a mezzanotte tra il martedì grasso e il mercoledì delle Ceneri, rito che scandisce l’inizio della penitenza e della riflessione, venerdì 8 aprile si entrerà nel vivo della Settimana Santa con la processione della Beata Vergine Addolorata.
A precedere la processione vi è il Settenario dell’Addolorata che dura una settimana e termina il giovedì precedente l’uscita della Madonna.
Il Settenario si svolge in tutte le chiese di Molfetta, anche se è presso il Purgatorio e la chiesa di Santo Stefano che il rito viene celebrato in forma più solenne.
In questi sette giorni si svolgono rituali di preparazione che vanno dalla vestizione e allestimento dell’effige, agli incontri di preghiera che si svolgono nelle ore mattutine e serali. Le litanie sono accompagnate da canti e dall’esecuzione di brani musicali dei principali autori molfettesi come Vincenzo Valente, Saverio Calò, Sergio Panunzio.
Terminato il Settenario, nella giornata del venerdì della settimana precedente alla Pasqua, l’effige della Beata Vergine viene portata in processione dalla Arciconfraternita della Morte dal Sacco nero. Si parte dalla chiesa di Santa Maria Consolatrice degli Afflitti, nota come chiesa del Purgatorio e a passo cadenzato, la ‘nzecat, per circa 8 ore il simulacro attraversa le strade del centro storico e delle principali vie della città per poi ritornare nella chiesa del Purgatorio intorno a mezzanotte.
Alla sacra rappresentazione partecipano oltre i confratelli anche le donne della Pia Associazione di Maria S.S. Addolorata vestite di nero che, insieme ai fedeli, scandiscono il tempo della processione con litanie alle quali si alternano le marce funebri, altre protagoniste importanti della tradizione pasquale della nostra città.
La statua dell’Addolorata che attualmente viene portata in processione è di importante produzione artistica e fu modellata dal noto scultore molfettese Giulio Cozzoli.
L’effige risale al 1957 ed esordì in processione il venerdì di passione del 1958 senza che il suo autore potesse ultimarla e vederla in quanto morì il 15 febbraio del 1957. A completare il lavoro fu il nipote dello scultore Maurangelo Cozzoli.
Ciò che colpisce del Simulacro della Madonna è il volto che esprime verosimilmente tutto il dolore che una donna, una madre può provare per la perdita del proprio figlio.
Cozzoli, che si ispirò a sua nipote Marianna per la realizzazione del volto della Vergine, la ritrae con gli occhi rivolti all’insù, a guardare il figlio morente sulla croce e con le braccia aperte in un gesto che simboleggia la rassegnazione e l’accettazione del disegno divino.
Sembra piangere vere lacrime quella Madonna Addolorata, con gli occhi arrossati, lacrimosi e stanchi per il troppo dolore che da personale e intimo diventa comunitario.
Dopo due anni difficili segnati e aggravati dalla situazione pandemica probabilmente il ritorno e la possibilità di rivivere le processioni della Settimana Santa sarà per molti concittadini un modo di ritornare a rivivere un’antica “normalità”.
Foto gentilmente concessa da Luigi Gadaleta
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