EMERGENZA UCRAINA, GIUNTI A DESTINAZIONE I BENI RACCOLTI A MOLFETTA NELLA CHIESA SAN PIO X

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Molfetta. I tantissimi beni di prima necessità raccolti presso la Chiesa San Pio X hanno raggiunto la città ucraina di Kamyanka-Buzka

molfettasanpioxperucrainahomeÈ andata a buon fine la missione di solidarietà compiuta dalla Parrocchia San Pio X di Molfetta, che ha inviato alla popolazione colpita dalla guerra tantissimi beni di fondamentale utilità per chi è rimasto in Patria. Bende medicali, garze, intimo termico, pannolini, e soprattutto lacci emostatici. Ma anche cibo, farmaci e materiale medico-sanitario.  

Tutta questa roba, chiusa all’interno di scatoloni di cartone in Chiesa, ha raggiunto nelle scorse ore la città di Kamyanka-Buzka, situata nella Regione di Leopoli, a pochi chilometri dal capoluogo. Due uomini ucraini, il marito di una delle due donne appartenenti alla famiglia ospitata presso la casa canonica del parroco di San Pio X, don Vincenzo Di Palo, è arrivata a Molfetta a bordo di un ampio furgone che è stato caricato per poi tornare in terra ucraina.

«Grazie mille per il carico umanitario per la nostra comunità dall’Italia – si legge nel post pubblicato sulla pagina Facebook del Consiglio comunale di Kamyanka-Buzka – alla Parrocchia San Pio X Molfetta e a don Vincenzo Di Palo. Attraverso la mediazione di Vitaliy Bilous e Volodymyr Rat, la nostra comunità ha ricevuto aiuto umanitario sotto forma di medicinali, prodotti alimentari, abbigliamento, intimo. Tutta l’assistenza è distribuita nelle aree più prioritarie: militari, cittadini sfollati interni, comunità bisognose e alle frontiere. Uniamoci per la vittoria».

«La generosità dei molfettesi è stata senza pari – spiega don Vincenzo Di Paloqui abbiamo raccolto tutto il materiale richiesto da chi è rimasto in Ucraina. Tra gli oggetti indispensabili per chi si sta difendendo dall’attacco dei militari russi, anche i walkie talkie, di cui ne abbiamo inviati a decine per aiutare questi uomini coraggiosi a sentirsi tra di loro senza il rischio di essere intercettati. Oltre all’intimo termico, ai soldati ucraini abbiamo inviato anche biancheria intima nuova per consentire loro di cambiarsi senza doverla lavare, in quanto manca il tempo materiale per farlo.

Il papà dei ragazzi che sono qui con noi, assieme al suo amico, è arrivato mercoledì scorso per ripartire poi il venerdì successivo, affrontando un viaggio di oltre duemila e cinquecento chilometri, prima all’andata e poi al ritorno. I due uomini, assieme al carico del materiale raccolto in chiesa, sono giunti a destinazione poi domenica scorsa. L’emozione è stata indescrivibile quando ha riabbracciato la sua famiglia. Nei volti di questi due uomini c’era stanchezza, instabilità verso un futuro attualmente senza prospettive e smarrimento, ma anche la speranza che la guerra possa finire quanto prima. Anche negli occhi di chi è qui si legge lo stesso senso d’incertezza e smarrimento, perché l’unica cosa che desiderano ardentemente è tornare nel loro Paese per riabbracciare i propri cari e riprendere la vita che conducevano prima della guerra».

 

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