LO STUDENTE MOLFETTESE MAURIZIO DE BARI TESTIMONE DELL’ATTENTATO A TEL AVIV

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Molfetta. In Israele per l’Erasmus, lo studente molfettese ha fatto in tempo a scappare da uno dei luoghi in cui l’attentatore ha aperto il fuoco

molfettaattentatotelavivSono stato benedetto, ero esattamente dove sono avvenuti gli spari perché abito in zona. Sto bene e sono a casa, ci tengo a rassicurare tutti. Si sentono elicotteri e sirene ovunque“. Con queste parole Maurizio De Bari, studente molfettese in Israele per l’Erasmus ha rassicurato parenti e amici attraverso Facebook, appena è riuscito a mettersi in salvo.

Il destino ha voluto che si trovasse appunto nelle immediate vicinanze di via Dizengoff, zona della movida di Tel Aviv piena di bar e ristoranti. Qui, nella tarda serata di ieri, giovedì 7 aprile, è stato compiuto un attacco terroristico che ha causato la morte di due persone e il ferimento di 11, di cui alcuni in modo grave e purtroppo il bilancio delle vittime non è ancora definitivo. Secondo quanto riferito dalla Polizia israeliana, l’attentatore avrebbe aperto il fuoco in tre posti diversi. Datosi alla fuga, è stato trovato a Jaffa, identificato e ucciso dalla Polizia: si tratterebbe di un 29enne palestinese originario della Cisgiordania settentrionale.

L’attentato di ieri sera è il quarto di matrice palestinese che si verifica in Israele nelle ultime due settimane, in un momento in cui la tensione sale anche a causa del fatto che è in corso il Ramadan, mentre buona parte della popolazione locale si prepara a festeggiare la Pasqua ebraica.

Ogni strada percorsa, che dopo due mesi sembrava familiare – scrive ancora Maurizio De Bari sulla sua bacheca – in quei cinque minuti per tornare a casa aveva le sembianze di un labirinto. Sono attimi surreali, le forze speciali sono ovunque, noi siamo chiusi in casa. E si guardano gli aggiornamenti in qualsiasi lingua, mentre il numero di feriti e morti continua a salire. Potevo esserci io, poteva esserci un mio amico. Ed è questo il problema: i conflitti sono fatti dai governi, ma a morire sono gli innocenti. Il terrorismo non è mai una soluzione“.

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