AL TEATRO BABILONIA DI MOLFETTA GIACOMO DIMASE IN “SPAIDERMEN”
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Molfetta. Si delineano i contorni di quella che sarà una nuova missione umanitaria in soccorso alla popolazione ucraina in fuga dalla guerra
Tutto ha avuto inizio con il viaggio intrapreso il 3 aprile scorso da don Beppe De Ruvo, Parroco della Chiesa Madonna della Rosa, e il Console per la Moldavia di Puglia, Domenico De Candia, atterrati nella capitale moldava per andare a dare sostegno alla rete di soccorso che opera al confine con l’Ucraina.
Dall’idea di organizzare un bus per trasportare in Italia quanti più rifugiati possibile, è nato un progetto più grande di solidarietà, che vede in collaborazione il Consolato Onorario Moldova in Bari, l’Ordine di Malta – Delegazione Puglia e Lucania, la Diocesi di Molfetta-Giovinazzo-Ruvo e Terlizzi, il SER – Servizio Emergenza Radio, il CISOM – Raggruppamento Puglia e Lucania.
Dopo aver raccolto la testimonianza diretta di don Beppe De Ruvo, ecco il racconto diffuso alla stampa da parte dell’organizzazione, relativo ai giorni trascorsi in terra moldava e alla nuova missione umanitaria che a breve verrà portata a compimento.
«La nostra esperienza vissuta nei giorni scorsi presso i confini di Palanca in Moldova e Mayaki in Ucraina ci ha consentito di verificare la condizione corrente dei rifugiati presso i centri di primo soccorso ed accoglienza: Ci siamo spinti sino a 37 km da Odessa onde ottimizzare i nostri aiuti al popolo Ucraino in fuga dal conflitto. Abbiamo ascoltato testimonianze dirette di famiglie, allontanate precipitosamente dalle città di Odessa e Mykolaiv sotto i boati dei bombardamenti russi o durante le tregue concordate per i corridoi umanitari.
Alcuni di questi nuclei familiari sono ospitati presso famiglie Moldave o in strutture temporanee appositamente predisposte: pare chiara ed evidente l’organizzazione dell’accoglienza supportata dai governi Europei e dalle ONG che hanno garantito il rapido trasferimento e ricollocamento in altri Paesi Europei (i più richiesti risultano essere Germania, Regno Unito, Irlanda e Francia).
In Moldova secondo le stime correnti, attualmente, soggiornano circa 160.000 dei 380.000 Ucraini transitati: la loro presenza sul territorio Moldavo è dovuta all’aspirazione del rientro in Patria appena cessato il conflitto.
Abbiamo notato la grande propensione del popolo Moldavo all’accoglienza ed ospitalità dei profughi Ucraini, facilitata anche dalla conoscenza della lingua Russa, obbligatoria sino al 1990 in entrambi i Paesi.
La nostra delegazione ha predisposto tutte le azioni e procedure burocratiche per garantire una efficace accoglienza sul nostro territorio dei profughi che arriveranno nei prossimi giorni: in tal senso, sono stati approfonditi, presso l’Ambasciata Italiana in Moldova, gli argomenti relativi alla sicurezza, all’accoglienza ed alla integrazione sociale dei profughi.
Il nostro ringraziamento va a S.E. Lorenzo Tomassoni, Ambasciatore d’Italia in Moldova, che ci ha accolto con grande calore ed ospitalità.
Tra le strutture visitate, abbiamo seguito con particolare attenzione il Centro di prima accoglienza della Municipalità di Chisinau, allestito presso un vecchio complesso cinematografico trasformato in dormitorio, mensa e dispensario di generi di prima necessità: presso questo centro sono serviti circa 350 pasti per tre volte al giorno e circa 400 famiglie usufruiscono quotidianamente del servizio approvvigionamento dei viveri mentre circa 250 posti letto sono stati allestiti nei locali che, precedentemente, erano adibiti alla ristorazione.
Nella struttura lavorano, incessantemente ormai da febbraio, circa 100 volontari: durante l’incontro con il dr. Boris Gilca, responsabile Comunale di tutta l’accoglienza, abbiamo potuto constatare l’ottima organizzazione dei servizi che ha permesso di soddisfare un notevole numero di rifugiati seppur in spazi limitati: nel Centro, inoltre, sono state predisposte due aree per i più piccoli grazie alla generosità dei cittadini di Chisinau che hanno donato una serie di giochi ed attrezzature per l’infanzia.
Il dr. Gilca ed i volontari, hanno lamentato l’esaurimento di generi alimentari ed alcuni prodotti per l’igiene personale e pertanto abbiamo ritenuto opportuno di proporre, alle nostre organizzazioni che supportano il progetto, di “adottare” la struttura assicurando il nostro sostegno nel provvedere alle esigenze del Centro stesso.
Sono già partite le prime provviste alimentari verso Chisinau e nei prossimi giorni provvederemo, con spedizioni programmate, ad assicurare gli approvvigionamenti».
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