LA SETTIMANA SANTA VISTA CON GLI OCCHI DEL “PORTATORE” DI PANTALEO DE TRIZIO

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Molfetta. Il romanzo di Pantaleo de Trizio racconta la crescita interiore di un giovane uomo che sceglie di mettersi a disposizione della sua Confraternita

molfettapantaleodetrizioLa Settimana Santa entra nel vivo e tornano alla memoria le immagini di una spiritualità collettiva che a Molfetta, come in tutta la Puglia, continua a vivere nei riti e nelle celebrazioni cristiane. Una tra le figure più emblematiche della tradizione è quella del “portatore”, ovvero il confratello incaricato di reggere e trasportare in processione statue, stendardi e baldacchini.

Nei giorni in cui la comunità cattolica vive nella massima solennità la fede in Cristo che risorge, si rinnova per tutti il senso di appartenenza e d’identità non soltanto religioso, ma anche antropologico. Ed è proprio questo il punto di osservazione da cui parte Pantaleo de Trizio per raccontare la storia racchiusa tra le pagine de “Il Portatore, racconto di una vocazione antica”, romanzo

«Il Mistero del portatore – scrive Pantaleo de Tizio nella premessa – supera le coordinate della storia, ogni portatore ha una storia a sé, fatta di sacrifici ma anche di una spiritualità intima che è propria di cia­scuno. Il portatore si mette al servizio della Confraternita con abnegazione, con fede e rispetto verso quei Simulacri, che, pur terreni, esprimono il dolore e il Mistero della passione di Gesù Cristo».

Il protagonista è Marco, la storia parte dagli anni sessanta del Novecento e si protrae fino ai nostri giorni. Il contatto con la realtà passata, la passione per la conoscenza, l’immaginazione, danno l’avvio alla narrazione, la quale si sviluppa intorno all’ispirazione di un ragazzo qualunque. Per Marco quella processione era stata una scuola di vita, perché al portatore occorrono: coraggio, forza fisica, incoscienza, ma soprattutto fede. I riti del Triduo pasquale sono un modo per avvicinare i giovani a quest’atto penitenziale che inizia – secondo de Trizio – con “un rullo di tamburo, uno squillo di tromba, delle melodiche note emesse da un flauto”. Il romanzo, attraverso dialoghi e narrazioni, vuol essere una riflessione sulla figura del portatore e sul suo incarico all’interno dell’istituzione religiosa: il portatore è colui che non solo sorregge le sacre immagini in processione, ma deve essere degno di questo ruolo.

Pantaleo de Trizio, insignito nel 2017 del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica in considerazione della lunga e onorata carriera lavorativa e per i numerosi titoli culturali e le benemerenze ricevute, affronta la stesura del romanzo con un approccio interdisciplinare: da sociologo si sofferma sul contesto nel quale si svol­gono le processioni pasquali a Molfetta, da confratello animato da una fede intensa e riservata descrive con padronanza emotiva le qualità che deve avere chi vuole diventare portatore, da specialista che ha lavorato per anni nella comunicazione pubblica ha saputo raccontare come le confraternite siano costituite da laici impegnanti nelle attività liturgiche e nella difesa delle tradizioni cultuali locali.

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