AMMINISTRATIVE, I FUORI SEDE DI RIFONDAZIONE MOLFETTA UNITI PER GIOVANNI INFANTE

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Molfetta. Anche se distanti, i fuori sede di Rifondazione Comunista / Compagni di Strada si dichiarano parte attiva in questa campagna elettorale a sostegno del loro candidato sindaco

molfettapetizionefuorisederifondazionecomunistaDistanti fisicamente, ma presenti con il cuore. Un cuore che batte all’unisono con quello dei Compagni di Strada / Rifondazione Comunista Molfetta. Questa la condizione dei cittadini fuori sede che alle prossime elezioni sosterranno senza riserve il candidato sindaco Giovanni Infante, descritta in una raccolta firme che intende coinvolgere quante più persone costrette per vari motivi a vivere lontane da Molfetta.

L’iniziativa è stata lanciata sul web nei giorni scorsi e punta a raccogliere l’adesione di cento elettori. Sinora hanno sottoscritto l’appello 62 cittadini, che si impegnano a incontrarsi il 12 giugno, giorno delle elezioni amministrative e referendarie, per votare il dottore Infante.

«Anche se sparsi dentro e fuori dall’Italia – si legge nel testo della petizione popolare – un legame spesso silenzioso ci unisce. Seguiamo i giornali online della città e la cronaca quotidiana. Lo diciamo subito: non siamo terzi, non siamo spettatori passivi. Abbiamo ideali che ci accomunano e che disegnano un profilo ed un’idea della nostra città molto diversi da quelli attuali; sono questa idea e questo profilo che vediamo rappresentati da Giovanni Infante e dal progetto che assieme a lui e ad altri vogliamo contribuire a costruire. Ecco, alcuni di noi conoscono e hanno conosciuto Giovanni, chi da ragazzo perché ci ha giocato a pallone, chi perché ci ha lavorato insieme in reparto, chi l’ha chiamato per un consulto, chi l’ha incontrato allo Sportello medico popolare, qualcuno gli è parente. Altri di noi non lo conoscono affatto, ma conoscono la storia di un collettivo, di una sede, quella in piazza Paradiso 20, che siamo soliti frequentare, magari per una birra durante le festività o le ferie passate a casa.

Questa lettera è un appello, che può sembrare ambizioso ad alcuni, inutile per altri, ma che sentiamo il bisogno di rivolgere alla nostra città: anche se lontani e lontane, vogliamo dare un segnale forte, schierarci, per una possibilità diversa. Per un seme piantato nel terreno del cambiamento».

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